2012 Luglio

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena


(AGI) – Roma, 10 lug. – Boeing ha ricevuto da Air Lease Corporation (ALC) un ordine per 60 aeroplani ‘737 MAX 8’ e 15 ‘737 MAX 9’, con diritto di riconferma per ulteriori 35 ‘737 MAX’. L’ordine, che ha un valore di listino di 7,2 miliardi di dollari USA, rappresenta il primo ordine di 737 MAX da parte di una societa’ di leasing. “Il ‘737 MAX’ e’ un eccellente contributo al nostro portfolio e il complemento ideale alla nostra crescente flotta di Next Generation 737 e 800”, ha detto Steven Udvar-Hazy, Presidente e CEO di Air Lease Corporation.

  “Il 737 MAX rappresenta quel miglioramento decisivo di cui le compagnie aree nostre clienti hanno bisogno per competere in futuro”. Il ‘737 MAX’ e’ la variante con nuovo motore dell’aeroplano piu’ venduto al mondo ed e’ costruito sui punti di forza dell’odierna Next-Generation 737. Il 737 MAX incorpora l’ultima tecnologia dei motori CFM International LEAP-1B garantendo la miglior efficienza, affidabilita’ e comfort per i passeggeri nel mercato degli aerei a corridoio unico. Le compagnie aeree che utilizzano il 737 MAX potranno usufruire di un risparmio del 13% sul consumo di carburante rispetto ai piu’ efficienti tra gli aerei a corridoio unico sul mercato ed un risparmio dell’8% sui costi operativi per passeggero rispetto alle condizioni di mercato. “Con l’ordine dei 737 MAX, ALC conferma il suo coerente approccio a costruire una flotta giovane ed efficiente nei consumi”, ha detto Ray Conner, Presidente e AD di Boeing Commercial Airplanes. “Il team di ALC ha un significativo track-record nel fornire aeroplani Boeing a compagnie aeree di tutto il mondo. E’ il partner ideale per supportarci nel consolidare il 737 MAX nel mercato del leasing”. Ad oggi, il 737 MAX ha ordine e impegni per piu’ di 1.000 velivoli. ALC ha gia’ ordinato un totale di 170 aerei da Boeing, compresi 75 737 MAX, 78 Next-Generation 737-800, cinque 777-300ER (extended Range) e 12 787-9 Dreamliners. (AGI)

Fonte:www.agi.it



Il Comitato civico Cancelli rossi pronto a dare battaglia per il rispetto del decreto varato dal procuratore della Repubblica di Civitavecchia. Interpellato anche il sindaco che però non sarebbe intervenuto a tutela dei diritti dei residenti, come denuncia l’ex consigliere Di Marco

Fiumicino – Da ormai due mesi i residenti del quartiere Cancelli rossi e Isola sacra, a Fiumicino, sono martoriati dal frastuono incessante provocato dal continuo sorvolo di aerei in decollo e atterraggio dalla pista uno dell’aeroporto Leonardo da Vinci. Contrariamente a quanto avveniva in precedenza, il “fenomeno” si verifica il giorno, la sera e soprattutto in tarda serata o al mattino presto, disturbando le serate dei fiumicinesi e di quanti, nonostante tutto, hanno deciso di trascorrere le loro ferie a Fiumicino. 

Insomma, le persone sono sottoposte al rumore, anzi al fracasso, ventiquattro ore su ventiquattro. La conseguenza? I cittadini non solo non riescono a parlarsi tra di loro se non gridando, non riescono a studiare o a seguire un programma in tivù ma, soprattutto, non riescono a dormire. Tanto è vero che Domenico Di Marco, presidente del Comitato cittadino Cancelli rossi ed ex consigliere comunale di Sinistra democratica, nei giorni scorsi ha deciso di telefonare al sindaco Mario Canapini chiedendogli di intervenire presso gli enti aeroportuali. Il primo cittadino è, tra l’altro, membro del consiglio di amministrazione di Aeroporti di Roma. Proprio in virtù di questo, Domenico Di Marco riteneva “l’ingresso di Canapini un elemento di tutela in più per i cittadini del comune”. “In realtà”, sottolinea l’ex consigliere, “non si registra nessuna presa di posizione del sindaco né in difesa dei lavoratori che continuamente vedono messi in discussione lavoro o diritti acquisiti né di quelli che cercano di combattere l’inquinamento acustico”. I cittadini però non si rassegnano e sono intenzionati a manifestare per difendere la propria tranquillità, chiedendo anche il rispetto del decreto del procuratore di Civitavecchia, Amendola, che impedisce i sorvoli dei centri abitato dalle 20 alle ore 7.

“Oltre a rivendicare il nostro diritto di poter riposare con le finestre aperte o stare fuori la sera a chiacchierare con gli amici senza che questo sia impedito dal rumore spesso pauroso degli aerei, segnaliamo anche il disturbo che questo fenomeno sta causando all’iniziativa in corso a Villa Guglielmi, continuamente sottoposta al sorvolo assordante degli aerei”, conclude Di Marco.

Fonte:www.ostiatv.it



Libri e cellulari in testa alla classifica, ma c’è anche chi è sceso senza fede nuziale

Ci sono soprattutto libri e cellulari, ma anche qualche dentiera e fede nuziale, tra gli oggetti che i passeggeri dimenticano sugli aerei. Lo rivela un sondaggio del sito web Skyscanner, da cui emerge che a due viaggiatori su tre è capitato di lasciare qualcosa a bordo.

I libri, con il 18%, sono in testa alla classifica delle cose dimenticate in aereo, seguiti dai cellulari (9%). Al terzo posto si piazzano gli occhiali (8%), a pari merito con i capi d’abbigliamento e le riviste. Il 6% è sceso dall’aereo senza le cuffie, mentre  è andata peggio a quel 5% che ha ammesso di aver scordato il passaporto o la carta di identità.

Stando al sondaggio, un terzo degli smemorati ha dimenticato a bordo beni per un valore complessivo di oltre 100 euro. Tra questi ci sono iPad e fotocamere, indicati dal 3%, videogiochi e l’intero bagaglio a mano (entrambi al 2%).

Se il 2% di genitori si è rivelato sbadato scordando di riportare a casa i giocattoli del proprio figlio, c’è anche chi in aereo ha lasciato oggetti ben più curiosi. Cinque intervistati, ad esempio, hanno ammesso di aver dimenticato la fede nuziale, due passeggeri sono scesi senza dentiera mentre a un musicista è passato di mente di riprendersi l’ingombrante trombone.

Fonte:www.ansa.it



Il governo compra due aerei di lusso per 800 milioni

ROMA – Antonio Di Pietro, leader dell’Idv. lancia una pesante accusa sul suo blog: “Alla faccia della spending review, il ministero della Difesa ha appena deciso di ordinare un paio di aeroplani nuovi di zecca. Che volete che siano due aerei? Dipende da che tipo di aerei si tratta. Se sono due , aeroplani che costano un occhio della testa, vuol dire una spesa di 750 milioni di dollari tondi. A che cosa ci servono questi due super-aerei dei quali, secondo quanto scrive oggi Il Fatto quotidiano, sono stati prodotti in 15 anni appena 200 esemplari, in buona misura adoperati per trasportare, con tutti i lussi, capi di Stato e dignitari vari? Ci servono, parola del ministro ammiraglio Di Paola, per fare la guerra elettronica. Cosa significhi non lo sa nessuno ma ci deve bastare, perché al ministro non piace che le informazioni circolino troppo. La sua visione della democrazia è che meno cose si sanno meglio è. Infatti persino il prezzo dei due gioiellini volanti lo si ricava andando a leggere i comunicati di chi ce li vende, l’industria aerospaziale israeliana perché, nel comunicato del ministero della Difesa italiana, a quel prezzo non si fa proprio cenno. Si vede che al ministro sembrava poco patriottico parlare di soldi quando c’è di mezzo addirittura la guerra elettronica”. 
L’annuncio è di sabato, ma è impressionante la spudoratezza del governo. Il Gulfstream V  non è e non può essere un aereo di guerra elettronica (che consiste nello spiare le emissioni radar e radio nei Paesi nemici), in quanto non ha motori in grado di volare a bassissime velocità e non ha una bassa osservabilità radar (quindi lo vedono a centinaia di chilometri di distanza dal suo obiettivo). Il Gulfstream V è semplicemente un aereo di lusso per Vip, con tutti i comfort del caso, dall’uso di fax, telefono, PC, ecc., fino alla possibilità di tenere pranzi o cene mentre l’aereo è in volo.

Fonte:www.julienews.it



Roma, 27 lug. (Adnkronos) – Una class action contro Ryanair da parte del 170 passeggeri bloccati a Kos. La annuncia il Codacons, dopo il grave disservizio del volo 7777 cancellato, con pesantissimi disagi per i viaggiatori i quali, stando alle prime notizie emerse in queste ore, sarebbero stati abbandonati senza informazioni e senza assistenza.

“Cio’ che e’ avvenuto e’ molto grave – spiega il Presidente Carlo Rienzi – non tanto per la cancellazione del volo, quanto per il trattamento riservato ai passeggeri, che non avrebbero ricevuto alcun tipo di assistenza, e da ieri sera bivaccherebbero per strada o presso l’aeroporto”.

L’associazione annuncia quindi una denuncia all’Enac contro Ryanair, affinche’ accerti le violazioni della normativa vigente adottando i dovuti provvedimenti nei confronti della compagnia aerea, e gia’ da oggi raccoglie le adesioni dei 170 passeggeri del volo alla causa collettiva che il Codacons sta studiando, volta a far ottenere ai viaggiatori il risarcimento dei danni materiali e morali subiti. Gli interessati possono comunicare l’intenzione di agire legalmente inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it

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ROMA – L’aereo della Ryanair non parte e 170 persone sono rimaste bloccate a Kos, in Grecia. E’ accaduto la sera del 26 luglio, quando il volo 7777 delle 23 per Bari è stato cancellato. Forti disagi per i passeggeri, con la Codacons che è pronta alla class action contro la compagnia aerea. La Ryanair si è scusata con i passeggeri e rimborserà il costo dell’albergo, come ha dichiarato in una nota Stephen Mcnamanara, il direttore della Comunicazione Ryanair.VOLO CANCELLATO – Uno dei passeggeri ha raccontato all’Ansa: “Dovevamo partire ieri sera, intorno alle 23, con il volo 7777 della Ryanair. Un volo mai partito. Abbiamo fatto il check-in regolarmente e siamo stati in fila per tre ore e mezzo senza avere alcun tipo di comunicazione del perché del ritardo. Da ieri sera bivacchiamo chi all’aeroporto chi per strada. Solo in serata abbiamo avuto un panino e una bottiglietta d’acqua. Ma nessuno ci ha comunicato perché il volo non c’é stato. E nessun tipo di assistenza ci è stata fornita dalla stessa Ryanair. Forse ci sono stati problemi di visibilità per nebbia, così ci hanno informalmente detto alcuni operatori dell’aeroporto. Anche altri voli sono stati cancellati ma le compagnie hanno fornito sistemazioni alberghiere ai passeggeri. A noi no”.

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“Abbiamo fatto avanti e indietro con i bagagli. Abbiamo dormito chi da una parte chi dall’altra. Qui ci sono bambini, anche una piccola di tre mesi”, ha raccontato un’altra passeggera del volo.

Un medico di Bari, Marco Della Pianta, ha tenuto a sottolineare ”l’inadempienza del personale dell’aeroporto e l’assenza del personale della Ryanair. Qui non c’era un cane quale riferimento della compagnia. Nessuno ci ha assistiti”.

RYANAIR CHIEDE SCUSA – Mcnamanara, responsabile della comunicazione della compagnia, ha dichiarato in una nota: ”Ryanair si scusa sinceramente con i passeggeri per il ritardo e rimborserà la spesa alberghiera dietro richiesta con relativa ricevuta al servizio clienti Ryanair”. Il volo Ryanair FR7777 (da Kos a Bari) del 26 luglio ha subito il ritardo dopo che il volo in arrivo è stato dirottato a Rodi a causa della nebbia. Ai passeggeri sono stati forniti buoni ristoro prima dell’imbarco su un aeromobile sostitutivo, che è partito da Kos alle 10 ora locale del 27 luglio”.

LA CLASS ACTION –  La Codacons ha annunciato una class action dopo il ”grave disservizio del volo 7777 cancellato, con pesantissimi disagi per i viaggiatori i quali, stando alle prime notizie emerse in queste ore, sarebbero stati abbandonati senza informazioni e senza assistenza”.

Carlo Rienzi, presidente della Codacons, ha detto: “Ciò che è avvenuto è molto grave, non tanto per la cancellazione del volo, quanto per il trattamento riservato ai passeggeri, che non avrebbero ricevuto alcun tipo di assistenza, e da ieri sera bivaccherebbero per strada o presso l’aeroporto”.

L’associazione, in un comunicato, annuncia quindi una denuncia all’Enac contro Ryanair, ”affinché accerti le violazioni della normativa vigente adottando i dovuti provvedimenti nei confronti della compagnia aerea, e già da oggi raccoglie le adesioni dei 170 passeggeri del volo alla causa collettiva che il Codacons sta studiando, volta a far ottenere ai viaggiatori il risarcimento dei danni materiali e morali subiti”.

Fonte:www.liberoquotidiano.it  & www.blitzquotidiano.it



ROMA – A Manchester e a Downing Street non riescono a capacitarsi. Alla vigilia delle Olimpiadi e dello sbarco di 2 milioni di turisti in Gran Bretagna un bambino di 11 anni è riuscito a beffare la sicurezza di un aeroporto, imbarcarsi da solo e arrivare a Roma. Se invece di Liam, monello scappato di casa, fosse stato un terrorista? La notizia, pubblicata ieri dal Messaggero, ha fatto impallidire il sottosegretario ai Trasporti Justine Greening, che ha annunciato l’avvio di diverse inchieste ufficiali, prime fra tutte quelle interne allo scalo di Manchester e alla compagnia aerea Jet2.com, malauguratamente scelta dal ragazzino per viaggiare. Nel frattempo almeno cinque dipendenti dell’aeroporto sono stati sospesi insieme ad alcuni membri del personale di volo.

«Prendiamo con estrema serietà questa violazione della sicurezza e stiamo investigando per capire come sia potuto accadere» ha commentato Greening alla Bbc. Mentre a Manchester, che si considera uno degli scali britannici più sicuri grazie all’introduzione del body scanner, si cospargono il capo di cenere. E sottolineano che la sicurezza dei passeggeri non è mai stata compromessa perché Liam ha superato i controlli al metal detector. Peccato che nessuno gli abbia chiesto il biglietto né lì, né al momento dell’imbarco. Per questo sarebbero stati sospesi anche i dipendenti della compagnia aerea che hanno gestito il volo LS792.

Le immagini delle telecamere dello scalo mostrano che il baby clandestino, con i suoi capelli rossi, le lentiggini e la maglietta di Spiderman, è arrivato al Terminal 1 e si è tranquillamente mescolato a una famiglia con bambini, si è messo a chiacchierare e nessuno ha sospettato che fosse lì per conto suo. «Era allegro e per niente in ansia. Parlava molto e raccontava come avesse provato a scappare di casa» ha detto al Manchester Evening Standard Sarah Swayne, una delle passeggere del volo con il quale la polizia di frontiera italiana ha rispedito subito Liam in Inghilterra.

«Quando siamo atterrati non voleva scendere – ricorda un altro viaggiatore – Probabilmente aveva paura della reazione dei genitori. Ma è stato preso per mano dallo staff e portato a terra prima di tutti gli altri». Con sé Liam ha riportato anche un piccolo souvenir da Roma: gli agenti gli hanno regalato un cappellino della polizia italiana.

L’undicenne è appassionato di bus e aerei, racconta chi lo conosce, e sostiene che da grande farà il pilota. Non è chiaro come abbia fatto ad arrivare al terminal, ma è probabile che abbia preso un bus, un’altra delle sue fissazioni di bambino. La madre martedì sera era sotto choc e quando la polizia italiana l’ha chiamata al telefono e ha potuto parlare con suo figlio prima è scoppiata in lacrime per la gioia e poi ha ripetutamente ringraziato gli agenti.

Fonte:www.ilmessaggero.it



Siamo in pieno periodo di vacanze estive e per molti italiani (quelli che potranno permetterselo) si avvicina il meritato riposo accompagnato da un viaggio in qualche meta più o meno lontana: non sempre il sogno di una partenza presenta soltanto aspetti positivi, spesso infatti si può incorrere in grattacapi ed inconvenienti che rischiano di trasformare una tranquilla vacanza in un percorso ad ostacoli.
È il caso ad esempio dei viaggi in aereo e dei rischi ad esso correlati: ritardi, cancellazione del volo, smarrimento dei bagagli. Elementi negativi con i quali avrà familiarità chiunque sia solito viaggiare con discreta frequenza. Vediamo nel dettaglio dei singoli casi i diritti del consumatore consigliando, per i casi più controversi o anche semplicemente per essere informati sui propri diritti, di consultare la Carta dei Diritti del Passeggero, una guida nella quale l’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) ha riassunto le informazioni utili per chi viaggia in aereo.

Cancellazione Volo – Partiamo dal contrattempo più invasivo per il passeggero, la cancellazione del volo: qui è utile fare una distinzione tra cancellazione per cause eccezionali e cancellazione per cause non eccezionali. Nel primo caso (cause eccezionali), il passeggero può scegliere tra il rimborso del biglietto e l’imbarco su un volo alternativo. Ha inoltre diritto a pasti e bevande oltre che ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica.
Per quanto riguarda la cancellazione non per cause eccezionali, il passeggero può scegliere anche qui tra il rimborso del biglietto e l’imbarco su un volo alternativo. Ha inoltre diritto ad un risarcimento che varia da 250 a 600 euro in relazione al tipo di volo ed alla distanza,  ha diritto anche in questo caso a pasti e bevande e ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica Qualora l’orario di partenza è rinviato di un giorno il passeggero ha diritto anche al pernottamento in albergo e al trasporto aeroporto-albergo-aeroporto.

Se la responsabilità della cancellazione non è adducibile alla compagnia aerea (la quale dovrà comunque dimostrare la sua estraneità), al passeggero non è dovuto alcun indennizzo.   Così come nessun indennizzo è dovuto qualora il passeggero sia stato informato per tempo della cancellazione del volo (per dettagli sui tempi consulta la Carta dei Diritti del Passeggero).

Ritardi Volo – Rappresentano un vero e proprio spauracchio per i viaggiatori; soprattutto nei mesi estivi non è così raro vedere immagini di aeroporti pieni e viaggiatori ‘accampati’ a causa di vari ritardi. Anche per i ritardi è utile differenziare tra caso e caso.
Se il volo è in ritardo di: due o più ore per tutte le tratte aeree pari o inferiori a 1500 km; tre o più ore per tutte le tratte aeree intracomunitarie superiori a 1500 km e per tutte le altre tratte aeree comprese tra 1500 e 3500 km; quattro o più ore per tutte le altre tratte aeree; il passeggero ha diritto a pasti e bevande e ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica.
Qualora il ritardo sia superiore alle tre ore, il passeggero ha diritto ad un indennizzo pari a: 250 euro per voli inferiori a 1500 km;  400 euro per voli compresi fra 1500 e 3500 km;  600 euro per voli superiori a 3500 km.
Se il ritardo è di almeno cinque ore, il passeggero ha la possibilità di rinunciare al volo senza dover pagare penali e di ottenere il rimborso del prezzo del biglietto per la parte del viaggio non effettuata. Anche per i ritardi consigliamo comunque di dare uno sguardo alla Carta dei Diritti del Passeggero per ulteriori chiarificazioni.

 

Smarrimento Bagagli – Ultimo caso preso in esame (e non certo per la frequenza con cui avviene)è quello dello smarrimento dei bagagli. Contrattempo piuttosto odioso perché, nei casi più estremi, obbliga il passeggero a trascorrere buona parte della vacanza (se non tutta) privo del bagaglio e degli effetti personali in esso contenuti.  Nei suddetti casi le compagnie aeree devono provvedere a risarcire i danni patrimoniali e morali subiti dal passeggero.
Per ottenere tale risarcimento il passeggero deve prima di tutto recarsi presso l’Ufficio oggetti smarriti all’interno dell’aeroporto munito del biglietto aereo e della ricevuta del bagaglio; compilare quindi un apposito modulo e denunciare lo smarrimento o il danneggiamento del bagaglio. Queste operazioni consentiranno l’inizio delle operazioni di ricerca del bagaglio perso.
Per ottenere invece un risarcimento per bagaglio perso o danneggiato, occorre presentare anche una denuncia alla compagnia aerea entro 21 giorni in caso di ritardo (trascorsi questi 21 giorni il bagaglio verrà considerato ufficialmente perduto) ed entro 7 giorni in caso di danneggiamento.

 

Gianpaolo Battaglia

Fonte:www.laveracronaca.com



La pioniera statunitense dell’aviazione è la protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 115 anni della sua nascita

Amelia Earhart, aviatrice statunitense, è la protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del solito logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che rappresenta Earhart mentre sale a bordo di un monomotore, per ricordare i 115 anni della sua nascita e il ruolo che ebbe nella storia dell’aviazione mondiale.

Amelia Mary Earhart nacque ad Atchison, in Kansas (Stati Uniti), il 24 luglio del 1897 da una famiglia molto conosciuta in città. Il nonno materno, Alfred Gideon Otis, era stato un giudice federale e successivamente responsabile della Atchison Savings Bank. Earhart aveva una sorella di poco più grande con la quale trascorse l’infanzia: giocavano di continuo all’aperto ed erano sempre pronte a esplorare il vicinato e a inventarsi nuove avventure. Collezionavano vermi, farfalle notturne e ranocchie, ma a Earhart interessava più di tutto il volo già da bambina.

Nel 1904 con l’aiuto di uno zio costruì una piccola rampa di lancio, che fu poi assicurata al capanno degli attrezzi di casa. Si arrampicò sulla struttura e utilizzò una cassetta di legno per lanciarsi. L’impresa durò pochi istanti e l’atterraggio fu disastroso, ma Earhart riuscì a cavarsela con solo qualche ammaccatura. Secondo i suoi biografi, quello fu il primo volo documentato della pioniera dell’aviazione. Il primo aeroplano lo vide quando aveva una decina di anni e si trovata alla Fiera dello Iowa a Des Moines, dove si erano trasferiti i genitori per motivi di lavoro. Dopo un periodo trascorso con i nonni ad Atchison, le due sorelle si riunirono con i genitori nel 1909 e iniziarono a frequentare una scuola pubblica.

Dopo un anno alla Columbia University passato a studiare medicina, con poca convinzione, alla fine del 1920 Earhart visitò un campo di volo di Long Beach e volò per la prima volta su un aeroplano per una decina di minuti. Fu un’esperienza che la impressionò molto e che la spinse a fare molti lavori diversi per mettere insieme i mille dollari necessari per pagare le lezioni di volo. L’equipaggiamento dell’epoca per volare era particolarmente rudimentale ed Earhart non voleva sfigurare con gli altri piloti maschi: dormì per tre notti con il giubbotto da aviatore per dargli un aspetto più usato e si tagliò i capelli corti, come li portavano altre pioniere del volo all’epoca.

Imparò in fretta le tecniche per gestire un aereo in volo e acquistò un biplano di seconda mano di colore giallo, che chiamò “Il Canarino”. A fine ottobre del 1922 portò il suo aereo a un’altitudine di 4.300 metri, stabilendo un nuovo record per i piloti di genere femminile. Il patentino di volo arrivò nella primavera dell’anno dopo: Earhart fu la sedicesima donna a ottenerne uno dalla Federazione Aeronautica Internazionale.

Gli anni seguenti furono difficili: a causa di alcuni investimenti azzardati, Earhart perse quasi tutto e fu costretta a vendere il Canarino e un altro piccolo aeroplano che aveva acquistato; si ripresentarono anche alcuni problemi di salute, dovuti a una sinusite cronica che aveva contratto quando si era ammalata di influenza. Dopo il divorzio dei genitori a metà degli anni Venti, si spostò con la madre a Boston dove Earhart fu sottoposta a un’operazione (l’ennesima) per la sinusite che diede qualche esito positivo. Tornò all’università, ma per poco tempo perché la famiglia non aveva denaro per pagarle gli studi.

In quegli anni Earhart fece diversi piccoli lavori che le consentirono di mantenere la propria passione per il volo. Nel 1928 fu coinvolta in un ambizioso progetto per compiere una traversata dell’Atlantico in aereo, come aveva fatto l’anno precedente l’aviatore Charles Lindbergh. L’operazione fu un successo: la squadra raggiunse il Galles dopo essere partita da Terranova e Labrador (Canada) in 20 ore e 40 minuti, ma Earhart fu sostanzialmente una passeggera perché non aveva la giusta formazione per guidare il Fokker scelto per la traversata.

L’operazione diede a Earhart un enorme successo, soprattutto negli Stati Uniti dove la stampa raccontò la sua impresa e i pubblicitari utilizzarono la sua immagine per promuovere diversi prodotti. In pochi anni l’aviatrice divenne molto famosa, cosa che le consentì di ottenere nuovi fondi per finanziare le sue iniziative legate al volo, comprese le campagne per incentivare le donne a occuparsene. Insieme con Lindberg, fece pubblicità e investì risorse nella Transcontinental Air Trasnsport, una delle prime compagnie aeree di linea che sarebbe poi divenuta la TWA.

Earhart era diventata famosa per il volo transatlantico, ma era desiderosa di realizzare da sola un proprio record. Alla fine degli anni Venti divenne la prima donna a pilotare un aereo da una costa all’altra del Nord America e ritorno. Negli anni seguenti partecipò anche ad alcune competizioni di velocità e stabilì nuovi record. Nel 1932 comprò un giornale locale che testimoniasse la data di partenza, salì sul suo monomotore Lockheed Vega 5B e compì la prima traversata dell’Atlantico realizzata da una donna in solitaria. Voleva atterrare a Parigi, ma a causa del meteo il volo fu difficoltoso e il viaggio terminò in Irlanda del Nord, dopo 14 ore e 56 minuti. Tre anni dopo fu la prima persona al mondo a compiere una traversata dalle Hawaii alla California.

Nel 1936, Earhart iniziò a pianificare un’altra impresa molto ambiziosa: il giro del mondo in aereo. Non sarebbe stata la prima persona a farlo, per questo motivo scelse un itinerario più lungo, pari a circa 47mila chilometri. Ottenne i fondi necessari e un aereo modificato, ma il primo tentativo iniziato a marzo del 1937 non andò a buon fine a causa di alcuni problemi tecnici e di un incidente al decollo della seconda tappa. Il secondo tentativo eseguito lo stesso anno fu un successo fino alla Nuova Guinea, dove la squadra di Earhart arrivò dopo aver percorso 22mila chilometri.

Il 2 luglio del 1937 Earhart partì da Lae in Nuova Guinea per raggiungere l’Isola di Howland, un piccolo atollo praticamente nel mezzo dell’oceano Pacifico. Nei pressi dell’isola c’era una motovedetta della Guardia costiera statunitense, che avrebbe dovuto dare le indicazioni via radio per effettuare l’atterraggio sull’atollo. A causa di alcuni problemi tecnici, le comunicazioni via radio tra l’imbarcazione e l’aereo furono disastrose: senza indicazioni precise, Earhart mancò l’atollo e non diede più alcun segnale. Le ricerche nei giorni seguenti non portarono a nessun risultato. Furono spese enormi risorse per l’epoca, ma i sistemi di ricerca erano rudimentali e furono un fallimento. La morte di Earhart fu formalmente dichiarata il 5 gennaio del 1939.

La fine, in condizioni che ancora oggi sono poco chiare, della pioniera dell’aviazione ha ispirato innumerevoli teorie del complotto, miti e leggende metropolitane, che hanno spesso portato in secondo piano le imprese di Earhart, e la loro importanza nello sviluppare una cultura del volo a inizio Novecento.

Le sue vicende ebbero un grande impatto sull’opinione pubblica, nella storia dell’aviazione e in quella della letteratura e del cinema, che con sfumature e tagli diversi ne hanno raccontato la storia. Oggi Google la ricorda mentre sale sul Lockheed Vega 5b, l’aereo che le consentì di realizzare forse la sua più grande impresa: attraversare da sola l’oceano per raggiungere l’Europa dagli Stati Uniti. A Culmore, nell’Irlanda del Nord dove fu costretta ad atterrare mancando l’arrivo a Parigi, c’è un piccolo museo che la ricorda. Quando atterrò, un contadino le chiese se fosse arrivata da molto lontano. “Dall’America”, rispose Earhart

visit the official  website www.ameliaearhart.com

Fonte:www.ilpost.it



(ASCA) – Roma, 24 lug – Amelia Earhart nasceva 115 anni fa per poi dissiparsi in un mistero che ancora oggi avvolge l’opinione pubblica internazionale. Google la ricorda con un doodle trasformando il proprio logo in un aereo. Ricorda la storia dell’aviatrice americana riportando alla luce dopo oltre 60 anni la memoria di una donna coraggiosa che, nel 1937, fece perdere le sue tracce mentre sorvolava l’Oceano Pacifico, nel tentativo di circumnavigare il globo. Apre gli occhi il 24 luglio 1897 a Atchinson, e all’eta’ di 23 anni Amelia Mary Earhart si reca insieme al padre ad un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. E’ in quell’occasione che Amelia decide di imparare a volare. Nell’aprile del 1928 il capitano Hilton H. Railey le propone di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico e il 17 giugno, a Galles, la Earhart si prende gli onori della gloria. L’8 aprile 1931, pilotando un autogiro Pitcairn PCA-2, stabilsce il record mondiale di altitudine di 18.415 piedi (5.613 metri). All’inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, aveva compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, il 21 maggio impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell’Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 e’ la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles (California) e arrivando a Newark (New Jersey). Nel 1937 sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1 giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia che la portera’ a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l’Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 per arrivare alla conclusione del viaggio. Poi, il disastro: all’alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: ”Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo…” A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l’aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall’isola di Howland. La notizia fa presto il giro del mondo, l’allora presidente Theodore Roosevelt autorizza le ricerche con l’impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le perlustrazioni vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano. Sulla sorte di Mary Earhart si sono abbattute diverse teorie complottiste negli anni. Secondo un documentario di National Geographic ”Where’s Amelia Earhart?” del 2008, Amelia sarebbe stata prigioniera dei giapponesi con l’accusa di essere una spia e sarebbe morta giustiziata. Nel dossier sono raccolte numerose testimonianze, anche di soldati giapponesi che giurerebbero di aver incontrato la Earhart prigioniera insieme a Frederick J. Noonan tra le isole Marshall e Palau. rba/mau

Fonte:www.asca.it


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