2012 Ottobre

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

27 Ottobre 2012

Siviglia, Spagna – Juan Silva ha illustrato l’andamento del programma del nuovo aereo da trasporto di Airbus

(WAPA) – Nei giorni scorsi AVIONEWS ha avuto la possibilità di visitare lo stabilimento di Airbus Military a Siviglia, dove si trovano le linee di assemblaggio finale dell’A-400M e di altri aerei prodotti dall’azienda del Gruppo Eads.

Nel corso della visita AVIONEWS ha avuto la possibilità di intervistare alcuni dei responsabili di Airbus Military: Juan Silva, a capo della linea di assemblaggio finale dell’A-400M ha parlato dell’andamento del programma del nuovo aereo quadrimotore da trasporto, e dei livelli di produzione dello stabilimento andaluso; Ricardo Rojas, ha illustrato il lavoro della linea di assemblaggio finale Light&Medium, dove vengono costruiti aerei come il C-295 ed il CN-235; infine Enrique Vazquez del Rey, responsabile del programma di addestramento dell’A-400M, ha spiegato i vari passaggi del training per l’aereo Airbus.

Nella visita è stato possibile apprezzare l’efficiente organizzazione delle linee di assemblaggio. Ogni lavoratore effettua il log in con il proprio pass, ed un meccanismo di distribuzione automatica consegna le parti necessarie a quel lavoratore per svolgere i compiti della giornata. Tutte le squadre tengono un incontro prima dell’inizio di ogni turno, per discutere le mansioni da svolgere.

È presente un sistema di monitoraggio altamente sofisticato che si focalizza su tutti gli elementi cruciali per il raggiungimento degli obiettivi. In ogni momento, ogni membro della squadra sa quale livello è stato raggiunto, in relazione a ritardi, qualità, assenze personali, conformità con le tabelle temporali e soddisfazione del cliente. Tutti i problemi sono segnalati, e se non vengono trovate soluzioni le questioni vengono portate all’attenzione dei livelli più alti della gerarchia finché non vengono risolte. Un altro incontro viene tenuto alla fine di ogni turno, per preparare i report per la successiva squadra di lavoratori.

Grande enfasi è anche data alla storia di Airbus Military, ed ai suoi forti legami con Siviglia ed i suoi abitanti. Scuole speciali addestrano futuri dipendenti, e la locale università recita un ruolo vitale nel preparare gli ingegneri che entreranno in azienda, come avviene anche a Tolosa per Airbus.

La struttura è anche proiettata verso l’esterno ed in particolare il centro di addestramento è visitato da centinaia di piloti provenienti da diverse nazioni. Ingegneri e tecnici ricevono invece il necessario addestramento per le certificazioni di tutti i prodotti di Airbus Military.

Nei prossimi giorni AVIONEWS pubblicherà i video della visita allo stabilimento di Siviglia, incluse le interviste, sul proprio canale YouTube http://www.youtube.com/user/AvionewsTv. (Avionews)

Fonte:www.avionews.it


27 Ottobre 2012

Roma, Italia – Da domenica 28 ottobre e fino al 31 maggio 2013

(WAPA) – “Con riferimento ai collegamenti aerei in regime di oneri di servizio pubblico tra la Sicilia e le isole di Lampedusa e Pantelleria, l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) rende noto che dall’agosto scorso ha avviato un’indagine conoscitiva presso i principali vettori aerei, per individuare le soluzioni più opportune, ed economicamente più convenienti, al fine di coprire il periodo transitorio della continuità, dalla data di scadenza della convenzione con la società Meridiana Fly –27 ottobre 2012– fino all’entrata in vigore della nuova continuità, deliberata nel corso della Conferenza dei servizi del 18 luglio 2012.

A conclusione dell’indagine, alla quale ha partecipato anche la società Meridiana Fly, in condivisione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con la Regione siciliana, l’Enac ha richiesto alla stessa Meridiana Fly, la cui offerta era risultata la più adeguata in termini di operativo, di continuare a effettuare i collegamenti fino al 31 maggio 2013.

Successivamente, posto che la Meridiana Fly ha dichiarato la propria indisponibilità ad effettuare i servizi proposti dalla stessa compagnia, le amministrazioni coinvolte hanno convenuto di prendere in considerazione e accettare la proposta avanzata, nell’ambito della stessa indagine, dalla società Darwin Airline che ha manifestato la propria disponibilità a garantire i collegamenti con le isole di Lampedusa e Pantelleria nel periodo dal 28 ottobre 2012 al 31 maggio 2013.

L’operativo sarà svolto inizialmente con un solo aeromobile mentre, a partire dal 1° dicembre 2012, entrerà in servizio un secondo aereo che garantirà un operativo maggiormente rispondente alle esigenze delle collettività di Lampedusa e Pantelleria, in termini di partenze al mattino e di rientri in serata.

Si informa, infine, che i biglietti potranno essere acquistati in aeroporto, presso le agenzie di viaggio, nonché sul sito internet della compagnia Darwin (www.darwinairline.com), a partire da domani, 27 ottobre 2012″. (Avionews)
Fonte:www.avionews.it


26 Ottobre 2012

AMI-CRN (Carta di Radionavigazione)

Carta di Radionavigazione che ha lo scopo principale di fornire una dettagliata rappresentazione della geografia ATS nazionale e, conseguentemente, dare supporto alla navigazione IFR.

E’ prodotta alla scala 1:1.350.000 su due fogli (Spazio Aereo Superiore e Spazio Aereo Inferiore) e retrostampata (Nord e Sud).

LFC-Europe (Low Flying Chart)

La carta LFC-Europe ha lo scopo di fornire supporto alle operazioni aerotattiche condotte a bassa e bassissima quota, da effettuarsi sul territorio nazionale.
L’altimetria è espressa in piedi. E’prodotta alla scala 1:500.000 su 7 fogli (da F1 a F7).

1501 JOG-AIR (Joint Operation Graphic)

Versione “Air” della Serie designata NATO 1501 (Joint Operations Graphic).
E’ una carta a copertura mondiale il cui scopo principale è fornire il supporto alle operazioni aerotattiche combinate delle forze aeree e terrestri.

L’altimetria è espressa in piedi.

Il CIGA produce i 39 fogli che coprono il territorio nazionale e 3 fogli sull’area balcanica.

La corrispondente versione “Ground” è pubblicata dall’IGM.

 

Carta satellitare

Carta ottenuta mediante elaborazione digitale di immagini pancromatiche fornite dal satellite commerciale “SPOT” e prodotta principalmente allo scopo di supportare l’attività operativa dei Reparti A.M. quale strumento integrativo o alternativo alla cartografia tradizionale alla stessa scala (1:50.000).
L’altimetria è espressa in metri.

Il taglio cartografico e la numerazione dei fogli sono gli stessi della cartografia alla stessa scala dell’IGM.

Carta terminale di area

Carta realizzata per fornire agli equipaggi di volo le informazioni per la navigazione strumentale nella fase di avvicinamento, indicando la rotta da seguire dall’ultimo punto di riporto in aerovia fino al punto dove inizia la procedura di atterraggio per l’aeroporto di destinazione.

Sulla carta, che è retrostampata, sono rappresentate alla scala media di 1:500.000, otto aree a maggiore concentrazione di aeroporti e di traffico ATS di avvicinamento (Milano, Roma, Pisa, Brindisi, Treviso, Napoli, Cagliari e Catania).

OACI-CAI (Carta Aeronautica Italia)

E’ la Carta Aeronautica Ufficiale dello Stato per la rappresentazione dello Spazio Aereo Nazionale ed assolve l’impegno italiano richiesto dall’I.C.A.O. alle nazioni associate.

Serie cartografica destinata principalmente all’utenza civile per la navigazione VFR.

L’altimetria è espressa in piedi.

E’prodotta alla scala 1:500.000 su 10 fogli

VAC (Visual Approach Chart)

Carta aeronautica alla scala 1:250.000 prevista dalla normativa ICAO per tutti gli aeroporti militari aperti al traffico aereo civile. Fornisce agli equipaggi di volo informazioni che consentono il passaggio dalla fase di navigazione a quella di avvicinamento alla pista ove si intende atterrare con regole VFR. Vengono rappresentati, in prossimità dell’aeroporto di destinazione, i principali elementi orografici e artificiali, le informazioni aeronautiche necessarie per il volo a vista, gli ostacoli al volo e le linee elettriche.

La carta è pubblicata dall’ENAV in AIP.

L’altimetria è espressa in piedi.

Carta ostacoli aeroporto ed eliporto

Carta tematica, monocromatica, prodotta in base alle specifiche internazionali ICAO allo scopo di fornire uno strumento di sviluppo per la definizione delle procedure di decollo-atterraggio e circuitazione degli aeroporti aperti al traffico strumentale.
E’ prodotta in due tipi:

  • Tipo A, che riporta la planimetria della pista e dei relativi sentieri di decollo e
    atterraggio, nonchè la sezione verticale dell‘asse pista con ostacoli verticali compresi
    nella planimetria;
  • Tipo B, che offre uno studio planimetrico di tutta la zona circostante l’aeroporto
    con una estensione di circa 6 km intorno alla pista.

La carta viene  pubblicata dall’ENAV in AIP Italia.

Carta aerodromo

Carta monocromatica prevista dalla normativa ICAO per tutti gli aeroporti aperti al traffico commerciale. Fornisce agli equipaggi di volo le informazioni necessarie a condurre in sicurezza le operazioni di movimento a terra dei velivoli dalla zona di parcheggio alla pista e viceversa.

La scala non è predeterminata ma deve essere adatta a mostrare correttamente elementi quali, ad esempio, le piste e le relative segnaletiche, eventuali soglie spostate, stopways, clearways, edifici, radioassistenze e sentieri luminosi di avvicinamento.

La carta viene  pubblicata dall’ENAV in AIP Italia.

PIV

La Pubblicazione Informazioni Volo (PIV) contiene le procedure strumentali di avvicinamento e di partenza, nonchè le carte VFR e di atterraggio degli aeroporti militari italiani.

Nella PIV son inoltre incluse le carte di atterraggio ed una procedura di precisione per ogni pista di alcuni aeroporti civili nazionali.

E’composta di due volumi, uno relativo agli aeroporti situati nell’Italia centro-settentrionale e l’altro relativo agli aeroporti dell’Italia centro-meridionale.

Le P.I.V. vengono ora distribuite al momento della stipula di un nuovo abbonamento, e da quel momento vengono inviate solo le varianti, che devono essere inserite dell’utente, che potrà quindi verificare di volta in volta cosa è cambiato rispetto al vecchio volume, e questo al fine di migliorare la Sicurezza del Volo.

Manuale BOAT

Il manuale BOAT è un compendio alla serie cartografica LFC-ITA.

Integra le informazioni già presenti sulla carta, con altre utili per il volo a bassa e bassissima quota che non vengono inserite sulla carta per non degradare la leggibilità della stessa ( Aree dedicate, Aviosuperfici, Elisuperfici, Zone volo acrobatico, Aree attività sperimentazione meteo, Aree volo diporto sportivo, Spazi Aerei di addestramento, etc.)

 MIL-AIP

Il Military Aeronautical Information Publication (MIL-AIP) è il documento principale sul quale il Servizio Militare delle Informazioni Aeronautiche basa la pubblicazione delle informazioni di propria responsabilità e competenza. Integra l’AIP-Italia per gli aspetti riguardanti il volo militare.
Si basa sulle raccomandazioni sancite dal documento ICAO Annesso 15 ed in tal modo soddisfa i requisiti internazionali per lo scambio delle informazioni aeronautiche sia permanenti che temporanee di lunga durata, essenziali per la navigazione aerea.

Si compone del MILAIP, dell’AIC, dei NOTAM e della Check List dei NOTAM in vigore.

E’pubblicato su fogli A4 asportabili e si articola su tre sezioni: GEN (General), ENR (Enroute), AD (Aerodromes).

Gli aggiornamenti si distinguono in MILAIP AMDT, varianti regolari pubblicate con cadenza mensile; MILAIP AIRAC AMDT edite quando necessario in ottemperanza al sistema AIRAC; MILAIP SUP AMDT supplementi contenenti variazioni temporanee di lunga durata

Fonte:www.aeronautica.difesa.it


26 Ottobre 2012

 Nel Gennaio del 1947 il giornalista inglese H.A. Taylor , inviato della rivista specialistica “Flight’s” partecipò , in qualità d’inviato speciale presso l’Air Ministry , alla “R.A.F. Navigation Liason Mission” che si svolse in India.
L’articolo fu pubblicato in tre edizioni separate del magazine nel successivo mese di Marzo.

La missione partì dalla “Empire Air Navigation School” di Shawbury (UK) e , dopo un trasferimento veloce sul suolo indiano , si svolse , per la durata di un mese , con visite programmate presso i vari centri R.A.F e R.I.A.F. sparsi nel paese. Lo scopo della missione organizzata dalla su citata E.A.N.S. era la spiegazione e la dimostrazione a scopo didattico degli ultimi sistemi di navigazione aerea in dotazione ed in corso di sviluppo in UK.

Alla rivista questa importante missione offrì materiali e spunti non solo riguardo l’aspetto operativo delle basi e la situazione in essere nelle varie scuole , bensì anche sulle condizioni e gli strumenti a disposizione della R.I.A.F e , più in generale , sulla situazione delle aerolinee Indiane e dell’intero Medio Oriente.

Eccone un estratto per noi interessante :

SHORTAGES IN THE R.I.A.F.

 
La Royal Indian Air Force formava un microcosmo nel macrocosmo che era l’India del periodo. Sulla carta per esempio , lo standard dell’istruzione richiesto agli allievi ufficiali era molto più elevato di quello richiesto per gli allievi aviatori della R.A.F..
Lo standard era solo teorico e le promozioni erano facili da ottenere. All’epoca in India esisteva una mancanza di ufficiali con un buon livello d’esperienza amministrativa , cui faceva seguito una ancor più grave carenza di responsabili tecnici qualificati.

Il numero dei non qualificati ai vari concorsi d’addestramento era anch’esso più alto che negli standard Inglesi. Riguardo agli squadroni aerei , dei 10 esistenti in India , solo uno era stato convertito da mono posto a carrier (multi engined) – Dakotas – mentre tutti gli altri erano dotati di Spitfires e Tempests (single seater aircrafts). Al tempo della Missione i quotidiani locali riportavano “rumours” non confermati secondo i quali l’intera difesa aerea nazionale sarebbe stata nazionalizzata nell’estate successiva. Possibile….ma rimase solo sulla carta.
Aldilà di ciò notevoli sforzi erano stati compiuti ed una delle più interessanti soste fu quella presso la Navigational Signal School che era stata da poco costituita dalla R.I.A.F. a Tambaran nei pressi di Madras (ora Chennay ).

Questa stazione era stata utilizzata dalla Royal Navy in passato come deposito per aerei inutilizzati. In precedenza i cadetti navigatori venivano mandati in UK per la loro formazione . Un nuovo gruppo d’istruttori , preparati alla EANS di Strawbury , aveva iniziato però , al momento della missione , un lavoro minuzioso di preparazione sulla teoria di base per la navigazione presso il centro.
I nuovi cadetti avrebbero avuto l’accesso solamente dopo aver superato i test finali e non prima , come in tutta l’India. Dalla visita non risultò evidente quando Tambaran sarebbe stata in grado di svolgere il training completo e di buon livello. Infatti se da un lato St.Thomas Mount , dove la missione era atterrata col suo Halifax , avrebbe dovuto essere operativa ad uso civile mesi addietro , Tambaran non era ancora pienamente efficiente.
A St.Thomas , sempre nella regione Tamil , (a pochi chilometri da Avadi) , operavano già Deccan Airways e Air India (Tata) equipaggiate con 10 Tiger Moths , effettuando voli di linea in tutta l’India già prima dello scoppio della seconda Guerra Mondiale. Il Club St.Thomas , come altri in India , erano utili a formare al volo il personale al disotto dei 28 anni , che , in caso di conflitti o di veloce espansione delle aerolinee , sarebbe stato molto utile.Il costo orario dei corsi per i minori di 28 anni era di 15 Rupie (1,28 GBP), mentre per gli over 30 era di 30 Rupie. Gli operatori militari del centro non erano particolarmente felici dell’uso della pista da parte dei carriers civili in quanto il manto erboso utile ai Tempest veniva regolarmente deteriorato.”
L’articolo continua con un interessante capitolo

THE AIR NAVIGATIONAL SCHOOL

La Navigational Signal School (NSS) di Tambaran venne fondata nel Settembre del 1946 con uno staff di 25 ufficiali. Il primo corso era composto da 9 ufficiali e 19 allievi cadetti arrivati una decina di giorni prima da Bhopal , dove avevano iniziato il corso prima dell’apertura del NSS. . Lo “STAGE A” , consistente nella trattazione preliminare della navigazione tecnica , fu portato a termine in modo soddisfacente con la promozione di tutti i cadetti.

Il primo C.O. della scuola fu S/L V.S.C. Bonerjee , arrivato all’inizio del mese successivo all’apertura.Per lo “STAGE B” , dove erano richiesti insegnamenti più approfonditi e severi , 3 istruttori freschi di nomina arrivarono da Shawbury dove avevano conseguito l’ “Advanced Navigation Course“.
Sebbene la scuola fosse funzionante non c’erano , come già accennato , aree ed attrezzature di volo ed il campo era in qualche modo sparpagliato con i quartieri dormitorio ben lontani , anche in bicicletta , dall’area d’addestramento vera e propria.
Sicuramente la sezione più attraente della scuola era quella dedicata agli insegnamenti sull’uso dei radar. Tra le varie attrezzature didattiche vi era anche un “Gee trainer” (il primo sistema di navigazione radio iperbolica in uso in UK dal 1942).

Presumibilmente tale metodo di navigazione con l’ausilio del radar si prevedeva sarebbe rientrato in uso in India nonostante le stazioni erette durante la 2a guerra fossero state abbandonate e dismesse. Dal punto di vista operativo l’eventuale idea di dotare la scuola di un velivolo tipo Avro 198 per le attività d’istruzione non avrebbe avuto possibilità alcuna vista la mancanza di strutture di ricovero e manutenzione dell’aereo.
I centri d’istruzione al volo del personale della R.I.A.F in India erano localizzati a Jodhpur (E.F.T.S.) e ad Ambala (S.F.T.S.). Le reclute che studiavano presso i due centri , all’inizio non erano interessati o particolarmente pronti allo studio dei moderni metodi di navigazione aerea , per cui , sull’itinerario della Mission le due scuole non erano previste.
Fu deciso invece di fare un mini corso esemplificativo di 24 h ad Ambala che si trova nel Punjab , circa 130 miglia a Nord di Dehli ai piedi dei primi contrafforti Himalayani.
Laggiù , sotto la sorveglianza di istruttori Britannici i cadetti che avevano superato i corsi a Jodhpur , venivano istruiti su degli Harvards prima di passare agli Spitfire VIIIs e IXs. Benché descritta come S.F.T.S. , si preferiva un curriculum completo di addestramento ad Ambala piuttosto che la combinazione come al tempo di guerra di A.F.U. e O.T.U. dato che i cadetti venivano poi inviati direttamente agli squadroni operativi.
Superare gli esami solo su degli Harvard e non su degli Spitfire VIIIs (erano in uso i Supermariner , una versione più avanzata del glorioso Mark IX) faceva si che una volta allo squadrone le possibilità di non volare fossero alte.
Ad Ambala era di stanza anche il 12° Squadrone che stava all’epoca convertendo gli obsoleti Oxfords ai più moderni Douglas Dakotas , diventando così , subito dopo , il primo squadrone Indiano dotato di aeromobili bi-motore (multi-engined aircrafts).

Ambala risultava uno dei posti più attrezzati e confortevoli per il personale R.A.F. in India ed i membri della Missione ne godettero i benefici. Alla cena di gala organizzata in loro onore , I membri della Missione vennero accolti dalla banda del 15° Battaglione del Punjab , una serata indimenticabile che raccoglieva in se il ricordo dei fasti del “British Raj”…..”

R.I.A.F. N°12 SQUADRON

Pochi cenni su questo glorioso squadrone.
Il 12° squadrone R.I.A.F. di stanza ad Ambala , fu l’unico , al tempo dell’indipendenza dell’India , ad effettuare operazioni di avio trasporto. Dotato dei mitici Douglas Dakota , lo squadrone ha avuto il merito d’effettuare molti dei leggendari voli per la salvaguardia e l’indipendenza del Kashmir sotto il controllo indiano. Nelle operazioni in Kashmir lo squadrone venne coadiuvato da alcuni Dakotas civili.
Il primo comandante fu Wg. C.D.R. K.L. Bhatia. Dall’Aprile del 1948 prese il comando Wg.Cdr. J.D. Acquino.
I Dakotas in dotazione allo squadrone furono 10 e due vennero abbattuti nel corso delle operazioni di guerra. Molti salvataggi di civili ebbero luogo grazie al 12° che s’impegnò in molti casi di calamità naturali.

THE TEMPEST COMES TO INDIA
Di questo obsoleto caccia monoposto val la pena ricordare i reali numeri in dotazione alla R.I.A.F..
I primi 180 aerei Tempest IIs furono spediti a Karachi nel Dicembre del 1945. Man mano che venivano assemblati andavano poi destinati ai vari squadroni. I primi entrarono in dotazione al ed al 30° squadrone R.A.F. a Bhopal nel Marzo del 1946 , poi al 20° Squadrone R.A.F. ad Agra ed al 152° squadrone R.I.A.F. a Risalpur.

Tutti i Tempest anche marcati R.A.F erano in uso ed a carico della R.I.A.F.
La consegna ufficiale di tutti i Tempest avvenne nel Settembre del 1947 e ricevettero i nuovi seriali col prefisso HA….. agli inizi del 1948. 35 Tempest vennero “girati” alla RPAF.
Successivamente altri 89 Tempest (ricondizionati) vennero trasferiti alla R.I.A.F. dallo stock esistente. Quando poi la R.A.F. li dismise altri 20 vennero ceduti alla R.I.A.F , in due lotti , il primo il 9 Luglio 1951 ed il secondo il 29 Agosto successivo.
Alla fine i Tempest ceduti alla R.I.A.F. risultarono 233 su 452 prodotti.

SEVA PARAMO DHARMA” antico motto delle scuole R.I.A.F.
E’ importante in questa ricerca verificare i numeri dei cadetti ammessi alle scuole specialistiche con particolare riguardo alle forze aeree.
Nei corsi per allievi ufficiali multi arma durante la dominazione Inglese, la regola imponeva di avere almeno 250 elementi partecipanti. Quelli indirizzati alle Forze aeree erano mediamente tra i 10 ed i 25 , alle Forze Navali tra i 15 ed i 30. Il resto era destinato alle forze terrestri. Un numero veramente esiguo se si raffronta alla popolazione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e ,soprattutto dopo il 26 Gennaio del 1950 , data d’indipendenza dell’India , i numeri lievitarono portando sino ai primi anni ’50 il numero degli allievi per corso tra i 30 ed i 50 (forze aeree).

http://orologi.forumfree.it


26 Ottobre 2012

Non è stato facile riordinare i pezzi mancanti di un mosaico lungo una vita di Mario Caregnato. Penso che, alla fine, qualcosa sia emerso che valga la pena di essere raccontato e partecipato. Fabio Caregnato.
 

Mario Caregnato nasce il 15 Agosto 1904 a Laghi, in provincia di Vicenza, da Alessandro, maestro elementare, e Luigia Zanotelli. In famiglia vivono anche due fratelli, Giovanni ed Igino e una sorella, Libia.

Quando si dice il destino…

 
Quando Mario era solo ragazzo, un aereo in avaria atterrò in un prato vicino al suo paese. Il pilota riuscì a riparare il guasto, ma non poteva mettere in moto il motore, che doveva essere avviato girando a mano l’elica. Per farlo occorreva qualcuno che potesse dargli una mano e che avesse i riflessi pronti. La sua scelta si orientò proprio su quel ragazzo che si era fermato a guardare. Ma non poteva rischiare di far girare l’elica ad un ragazzo. Allora lo fece sedere al posto di pilotaggio e gli mostrò cosa doveva fare mentre lui avrebbe girato l’elica: “tira questo, spingi quello…. poi quando il motore si avvia…” In un primo momento tutto funzionò come previsto e il motore si avviò regolarmente. Poi qualcosa andò storto e l’aereo prese a correre per il prato invano inseguito dal pilota che urlava al ragazzo …. Fu così che Caregnato ebbe la sua primissima esperienza aeronautica e .… cappottò per la prima volta.

I furori giovanili

Ha soli 17 anni quando, nel 1921, partecipa alla marcia su Roma organizzata dal Partito Nazionale Fascista e nemmeno 19 anni quando si arruola nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, 42^ Legione Vicenza. Nel 1924, a febbraio, viene inviato a Bengasi, in Libia, ed aggregato alla 26^ Squadriglia di aeroplani SVA. Rientrato in Italia nell’agosto del 1924, decide di arruolarsi nell’Esercito e viene inviato alla 41^ Compagnia distrettuale a Torino. Nell’aprile 1925 è sottoposto a visita psicofisiologica e il 3 Maggio è a Cerveteri alla scuola di pilotaggio. Il 13 Maggio è ammesso a frequentare la “Scuola di Pilotaggio di Ponte S.Pietro” (BG) e il giorno successivo inizia l’addestramento su velivolo delle officine Gabardini denominato “Checca 55”. Dopo alcune settimane di rullaggio il 19 Agosto effettua il primo decollo su un velivolo H D 42 e raggiunge 250 m di altezza. Nelle settimane successive gli allenamenti proseguono non più a doppio comando ma da solo, con l’istruttore che segue da terra. Seguendo i rapporti del primo libretto di volo, il 2 Dicembre 1925, effettua la prima prova di spirale, il 5 Dicembre la prova degli otto, il 3 Marzo 1926 il primo volo acrobatico. Sono frequenti gli incidenti anche mortali e basta una piccola distrazione a fare perdere il controllo dell’aereo con conseguenze solitamente nefaste per il pilota. E’ nel corso di questo intenso periodo di allenamento acrobatico che accade il seguente episodio: l’istruttore fornisce a Caregnato le istruzioni per eseguire una picchiata a vite: “alzati fino ad una certa quota, posiziona i comandi in un certo modo, abbassa la testa dentro la fusoliera dell’aereo in modo da non poter vedere fuori perché altrimenti gira la testa, aspetta che l’aereo abbia tre scossoni (perché ad ogni scossone corrisponde un giro completo), tira fuori la testa, riprendi i comandi e tira su l’aereo”. Caregnato esegue gli ordini: si alza in volo fino alla quota indicata, posiziona le leve di comando dell’aeroplano come gli era stato spiegato, mette giù la testa e … aspetta, aspetta, aspetta che l’aereo si scuota. Ma gli scossoni non arrivano: decide allora di tirare su la testa e si accorge di essere quasi sul punto di schiantarsi a terra, quindi con una rapida manovra, sfiorando il terreno, riprende l’aereo e poi atterra. Venne a sapere dopo che di avvitamenti ne aveva fatti almeno una decina…ma senza sentire scossoni! Comunque l’ istruttore non fu contento dell’accaduto anche perché, nello stesso momento in cui Caregnato precipitava, un altro allievo che doveva effettuare una prova di volo rovescio non riusciva a raddrizzarsi. Inoltre, l’istruttore si convinse che quella di Caregnato fosse stata solo una bravata, e perciò gli inflisse per punizione diverse frustate nella schiena.

Pilota

 
Il 20 Maggio 1926  consegue il Brevetto di Pilota di aeroplano e il 18 Giugno 1926 viene trasferito alla 80^ Squadriglia di Lonate Pozzolo, 1° Stormo Caccia, su velivolo Spad XIII. Con lo stesso velivolo consegue, l’11 Luglio 1926 il brevetto di pilota militare. Il 25 Settembre 1926 viene trasferito alla 83^ Squadriglia presso Cinisello Balsamo, sempre facente parte del 1° Stormo Caccia. Nel giugno 1927 passa alla 70^ Squadriglia, XXIII Gruppo, 2° Stormo Caccia, mentre nel gennaio 1929 è alla 83^ Squadriglia, dello stesso Stormo. Fu in questo periodo che tutte le squadriglie e tutti i piloti furono dotati di paracadute. Fino a quel giorno, quando accadeva che un velivolo si incendiava in volo, per non morire straziati nel rogo, molti piloti si gettavano nel vuoto, perendo. Queste morti tragiche, la scomparsa di tanti colleghi ed amici, furono i ricordi più dolorosi dei primi anni della sua carriera. Nel novembre del 1929 viene trasferito all’Aeroporto di Ciampino Nord per un corso di perfezionamento per sottufficiali dal quale rientrerà nel Marzo 1930, sempre in forza alla 83^ Squadriglia. In questo periodo si intensifica l’attività di volo acrobatico e Caregnato perfeziona la sua abilità  soprattutto nel volo rovescio con ogni tipo di velivolo. Si fidanza con Giuseppina Mancastroppa di Soresina (CR) che sarà presto sua moglie: quando lei lavora nei campi intorno a Soresina, capita che Caregnato si spinga da Cinisello con l’aereo per andarla a salutare, sorvolando i campi anche a bassa quota e facendo volteggi ben visibili tant’è che i contadini commentano “chellà, l’è ‘l Mario della Pina”. A causa di queste sue attività aeree acrobatiche non autorizzate subisce un richiamo da parte del locale comando dei carabinieri. Essere pilota di aeroplani in quegli anni significava affrontare un grave rischio tutte le volte che ci si alzava in volo: ad esempio, l’unico sistema di orientamento oltre la bussola era costituito dalla lettura della carta geografica, mentre, nello stesso tempo, si manovrava l’aereo.

Quando accadeva di perdere l’orientamento, l’unico modo di riprendere la giusta direzione di volo era quello di abbassarsi di quota seguendo i binari di una linea ferroviaria  fino a raggiungere una stazione su cui si poteva  leggere il nome della località. Riconosciuta la località, con l’ausilio della mappa e della bussola, si poteva sperare di ritrovare la giusta rotta. Tuttavia, il sistema non era privo di inconvenienti e rischi: diversi piloti, utilizzando questo metodo, nel volo a bassa quota, caddero, incrociando ed urtando  cavi elettrici, tralicci ecc. Oltre che per impressionare le donne, Mario Caregnato ha ormai maturato una passione vera per il volo acrobatico e partecipa a molte delle manifestazioni aeree dell’epoca come le “Grandi Manovre dell’Armata Aerea” dell’Agosto-Settembre 1931 e la “Giornata dell’Ala” del maggio 1932 a Roma. Nel luglio 1931 è presso l’aeroporto di Bresso alla 83^ Squadriglia, XVIII Gruppo, 3° Stormo Caccia. Nel mese di novembre 1932 cambia di specialità e inizia l’addestramento a doppio comando su aeroplano FIAT BR 3. Già dai primi del successivo mese di dicembre è pronto per effettuare pattugliamenti con BR3, CR20 e Ca100. Dall’aprile del 1933 entra a far parte dell’11° Gruppo Aeroplani da Bombardamento ma alterna voli su Ca100 e si addestra su Ca101 e su Ca74 per il volo notturno.

Istruttore di piloti

Dal luglio 1935 viene trasferito alla “Squadriglia da Turismo” dell’Aeroporto di Taliedo dove inizia la sua intensa attività di istruttore per giovani piloti. Il suo primo allievo si chiama Tassotti e molti altri allievi lo seguiranno nei successivi 8 anni di attività di istruttore. Tra questi, il giorno 24 ottobre 1935, si presenta un allievo di nome Mario Visentin (Visintin), che verrà istruito da Caregnato fino al 4 Maggio del 1936. Visentin, sarà uno dei più grandi piloti della Regia aeronautica e conterà 17 aerei abbattuti in combattimento fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1941 nei cieli dell’Africa Orientale. Nel dicembre 1936 viene trasferito alla “Scuola di Pilotaggio della Regia Accademia Aeronautica” di Capua.

E’ già sposato con Giuseppina da circa due anni e ha già due bambini, Maria Luigia e Sergio ai quali si aggiungerà Elda nel 1938. Nel gennaio 1939 è nuovamente trasferito al Nord, alla “Scuola di Pilotaggio” di Ghedi (BS), quindi nel maggio 1940 viene trasferito all’Aeroporto di Montecorvino Rovella (SA). L’Italia entra in guerra e anche Caregnato porterà il suo contributo di esperto pilota sul fronte Greco-Albanese. Nel gennaio 1942 viene trasferito alla “Scuola di Pilotaggio” di Pistoia e nell’aprile 1943 viene nuovamente trasferito con la “Scuola” all’aeroporto di Bologna. Nel frattempo è nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (Gennaio 1943) ed, infine, nell’agosto 1943 è ancora trasferito alla “Scuola di Pilotaggio” di Reggio Emilia.

La fine di una carriera esemplare

L’ 8 settembre 1943 lo sorprende in trasferta alla “Scuola di Pilotaggio della Regia Accademia Aeronautica” di Ravenna, presso l’aeroporto di Forlì. Gli viene concesso un permesso di due giorni per tornare a Pistoia dalla famiglia. Gli accadimenti di quei giorni convulsi, il crollo delle certezze e degli ideali in cui fino ad allora aveva fortemente creduto, lo spingeranno a ritirarsi e a non partecipare, in alcun modo e in alcun schieramento, agli eventi bellici e alla guerra civile. Rifiuterà l’adesione alla Repubblica Sociale e non rientrerà più in servizio sino al 1946. Verrà congedato il 30 giugno 1948, all’età di 44 anni e dopo aver maturato, in 22 anni di carriera come pilota militare, più di 2000 ore di volo delle quali quasi 1500 come istruttore di volo. Muore a Pistoia l’11 Agosto 1976.

Fonte:www.asso4stormo.it


26 Ottobre 2012

L’Assopaguro ed il sindaco di Montalto Caci pubblicati su un quotidiano degli USA

MONTALTO DI CASTRO 

 “L’associazione Assopaguro sta portando avanti un lavoro eccezionale. I suoi sub sono riusciti ad identificare il nome del pilota dell’aereo abbattuto durante la II Guerra Mondiale e caduto davanti la costa di Montalto. L’aviatore era originario del New Jersey. Imprigionato è poi stato liberato nel maggio 1944.

 Mi hanno dato l’opportunità di aiutarli nella ricerca dei familiari del militare. Ringrazio loro ed il giornale di Cranford (sua città di origine) per il lavoro che stanno facendo. Un ringraziamento particolare anche alla giornalista americana redattrice dell’articolo, Barbara Rybolt”.

Il sindaco – Sergio Caci

DI SEGUITO LA TRADUZIONE ITALIANA DELL’ARTICOLO USCITO NEL “Cranford Chronicle”del 23 ottobre 2012 (questo è invece il link originale dell’articolo uscito in America: http://www.nj.com/cranford/index.ssf/2012/10/divers_in_italy_find_crashed_p.html)  

Di Cranford il pilota dell’aereo da guerra “WWII” trovato a maggio in Italia in fondo al mare (articolo del 23 ottobre 2012)

Quando i sub al largo della costa italiana trovarono il relitto di un Thunderbolt P47 a circa 25 metri sotto il livello del mare, la loro scoperta avviò una ricerca che alla fine li portò a Cranford. Poi tutto sembro essere un vicolo cieco. 

Sergio Caci, Sindaco di Montalto di Castro, una piccola cittadina a circa 100 chilometri a nord-ovest di Roma, questa mattina ha contattato il ‘Cranford Chronicle’ chiedendo l’aiuto del giornale nel ritrovamento del pilota dell’aereo o dei suoi parenti, così da permettere ai sub che trovarono l’aeroplano di risalire alla storia del pilota. 

I membri dell’associazione subacquea ‘Assopaguro’ che trovarono l’aereo condussero le loro indagini sullo stesso e sul suo pilota. “Dopo una lunga serie di immersioni – dichiara il Sindaco- con l’aiuto di alcuni specialisti, i sub sono stati in grado di risalire al numero di serie dell’aeroplano, lo stesso riportato nel rapporto dell’equipaggio dell’aereo scomparso, il Secondo Luogotenente Neal H. Gundersen di Cranford. Essi hanno portato alla luce anche il suo numero di serie 0-814680 e la notizia che il pilota apparteneva al 64esimo squadrone di combattimento Black Scorpions”. 

Secondo il Sindaco, dalle ricerche del gruppo si è arrivati all’informazione che il 14 aprile 1944, lo Squadrone di Gundersen decollò dalla base di ‘Alto’ in Corsica, diretto al centro Italia per effettuare un bombardamento. “Sulla strada di ritorno alla base –aggiunge Sergio Caci-, il gruppo fu intercettato dagli aerei tedeschi nei pressi del lago di Bolsena e l’aereo di Gundersen venne abbattuto. Altri membri della squadriglia videro l’aereo bruciare mentre precipitava in mare, ma non scoprirono mai se Gundersen sopravvisse. 

L’associazione – continua Caci- ha trovato altri verbali che indicano come Gundersen si gettò dall’aeroplano indossando un paracadute. Fu catturato e fatto prigioniero dall’esercito tedesco e condotto alla ‘Stalag Luft 1 Barth’ a Vogelsang in Prussia. Gundersen venne rilasciato dai tedeschi nel maggio del 1945, un fatto che fu riportato in un articolo della prima pagina del ‘Citizen and Chronicle of Cranford’ del 24 maggio dello stesso anno”. 

C’è un’annotazione ‘nell’indice sociale delle morti certe’ che indica come Neal Gundersen, nato nel 1921, morì nel 1973 in New Jersey, anche se Caci dichiara di non sapere se si tratta della stessa persona.

Il Sindaco ci ha scritto che gradirebbe sapere come Gundersen si salvò, come fu fatto prigioniero e che vorrebbe avere alcune sue fotografie. Egli ha spiegato come quelle informazioni aiuterebbero a colmare un pezzo di storia di Montalto di Castro e come le foto servirebbero a colmare un pezzo mancante nella storia della famiglia Gundersen. 

In definitiva Caci ed i membri dell’Associazione che hanno scoperto il relitto vorrebbero trovare il modo per dare risalto al sacrificio fatto da un giovane americano coinvolto nella battaglia per la liberazione dal Nazismo.

Fonte:www.ontuscia.it


26 Ottobre 2012

Il Caporale Tiziano Chierotti, 24enne di San Remo (Imperia), uno dei quattro militari rimasti feriti nello scontro a fuoco di oggi a Bakwa, è deceduto alle ore 19.45 locali.

Il militare – effettivo dal  2008 al 2° Reggimento Alpini di Cuneo, inquadrato nella Brigata Alpina “Taurinense” –  gravemente ferito all’addome, era stato trasferito dall’ospedale da campo di Farah alla struttura sanitaria di livello superiore di Camp Bastion, ma  è deceduto per il repentino aggravarsi delle condizioni cliniche, nonostante i tentativi di rianimazione.

Gli altri tre militari coinvolti nell’evento non sono in pericolo di vita.

Fonte:www.difesa.it

Una distesa aspra di sabbia e pietraie ai piedi delle montagne, all’orizzonte la polvere dell’Afghanistan sollevata dal vento, in un’atmosfera quasi irrespirabile, giallastra e abbagliante; un paesaggio immobile, soffocante di giorno, con un freddo pungente di notte: è questo il Far West dell’Oriente, la provincia di Farah dove ieri è stato ucciso il caporale degli alpini Tiziano Chierotti, 24 anni, in pattuglia con altri tre militari rimasti feriti in uno scontro a fuoco nel villaggio di Siav, a venti chilometri dalla base “Lavaredo” di Bakwa.

Improvvisamente, nel mezzo delle diatribe politiche interne e dei problemi in cui si dibatte il Paese, l’Afghanistan, quasi dimenticato, irrompe di nuovo per ricordarci che dal 2004 sono morti 52 soldati, molti proprio in questa remota provincia, ai confini tra Herat e Helmand, che porta un nome leggiadro, il Gulistan, il giardino delle rose.

Ma nel giardino delle rose non c’è niente di poetico, questa è un sorta di “zona comanche” dei talebani, all’incrocio delle strade più frequentate dalla guerriglia, dove l’80% della popolazione è pashtun, l’etnia maggioritaria che alimenta le schiere degli uomini armati. Insieme ai guerriglieri ci sono dozzine di bande armate che lavorano ai fianchi le truppe Nato e a volte sono in concorrenza per controllare le vie delle armi e della droga.

Qui, nella provincia di Farah, l’Afghanistan presenta uno dei suoi volti più inafferrabili e insidiosi. Stiamo combattendo un conflitto in cui il vero nemico, oltre alla guerriglia, è la motivazione. Una guerra che va avanti da oltre dieci anni, la più lunga mai combattuta dagli americani, che dopo l’uccisione di Bin Laden sembra avere perso gran parte del suo significato.

I soldati sono isolati in avamposti come quelli di Farah mentre si è creato una sorta di scollamento tra chi rischia la pelle sul campo e le ragioni che ci hanno portato tra i picchi dell’Hindukush. In questo paese aspro, gelido o bruciato dal sole, l’Italia ha pagato il più alto tributo di sangue dopo la seconda guerra mondiale: come scrive l’inviato Gian Micalessin nel suo ultimo libro dedicato alla missione, Tiziano Chierotti è uno di quelli che hanno staccato un biglietto di sola andata.

Ma l’Afghanistan è anche un impegno politico ed economico oltre che militare e un’aula vuota di senatori, pronti alla partenza con la valigia in mano, ha mancato ieri per assenza del numero legale la ratifica dell’accordo di partenariato e cooperazione tra Roma e Kabul, come se nella provincia di Farah, sulla famigerata strada 515, non fosse successo nulla. Questa è la nostra sensibilità nei confronti di una vicenda iniziata nel 2001 dopo l’attacco alle Torri Gemelle.

Eppure per l’Afghanistan ci siamo mobilitati, abbiamo investito capitali umani e finanziari, speso parole commosse sul sacrificio degli italiani e degli altri militari del contingente internazionale. Ora – per quanto il premier Monti abbia ancora ieri auspicato che «tutto il mondo politico e istituzionale si raccolga intorno alle Forze armate italiane, confermando il pieno sostegno al loro impegno » – tutto sembra quasi dimenticato.

Abbiamo un’emotività labile, una capacità di impegno così riprovevole che ha lasciato di stucco anche il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura che fu rappresentante speciale dell’Onu a Kabul: i nostri soldati in Afghanistan oggi, nei loro avamposti, ci appaiono ancora più soli.

Fonte:www.ilsole24ore.com


26 Ottobre 2012

Numerose squadre di volontari della Croce rossa sono giunte nella zona di Mormanno in provincia di Cosenza, epicentro della scossa di terremoto di magnitudo 5 registrata stanotte. La prima scossa é stata la più forte, di magnitudo 5.0 all’1:05 e ha avuto epicentro nei comuni di Mormanno (Cs), Laino Catello (Cs), Laino Borgo (Cs) e Rotona (Pz). Le altre scosse sono state tutte meno violente: pochi minuti dopo la prima ce ne sono state due di magnitudo 2.7 e 3.3 e si sono susseguite per una media di cinque l’ora fino all’ultima, di magnitudo 2.2 alle 4:56 del mattino. Le forti scosse telluriche sono stata avvertite in tutto il Sud Italia. Al momento non si segnalano feiriti ma a Scalea è morto ,a causa di un infarto provocato dalla paura, un pensionato di 84 anni.

I danni

Gli effetti più evidenti del terremoto si sono registrati a Mormanno, dove è stato deciso di evacuare l’ospedale e di chiudere le scuole per due giorni, ed in altri centri come Laino Borgo, dove è stata sgomberata una casa di riposo per anziani, Altomonte e Rotonda. Oltre all’ospedale, a Mormanno, al momento, risultano danni anche a case e ad una strada che collega il centro del Pollino a Campotenese. Tanta la paura e la gente è scesa per strada anche a Cosenza. Alcuni crolli si sono verificati anche ad Altomonte, il sindaco Gianpietro Coppola, ha disposto la chiusura delle scuole in attesa delle verifiche statiche sulle strutture. In particolare sono crollate due abitazioni già evacuate perchè danneggiate dal sisma del maggio scorso. Crollati anche cornicioni nel centro storico. Danneggiati il centro sanitario e il campanile della chiesa di Santa Maria della Consolazione.

Scuole chiuse

La maggior parte dei sindaci dei paesi del versante potentino del Pollino ha disposto la chiusura delle scuole e sono in corso verifiche sugli edifici, sulle reti elettriche ed idriche e sulla viabilità, in particolare sul tratto lucano, compreso tra gli svincoli di Lagonegro e Lauria (Potenza) dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria

Croce Rossa al lavoro

I volontari della Croce rossa stanno lavorando in collaborazione con la centrale operativa del Servizio di urgenza ed emergenza medica 118 di Cosenza. Anche il comitato provinciale di Cosenza della Croce rossa ha attivato le squadre e gli equipaggi di Scalea a Castrovillari

Le prime testimonianze

«Noi a casa non ci torniamo. È stato terribile e abbiamo troppa paura. La casa ha tremato ed abbiamo temuto che da un momento all’altro ci crollasse addosso. Abbiamo preso le poche cose che siamo riusciti a trovare e ci siamo precipitati in strada. Eravamo preparati dopo le tante scosse degli ultimi mesi ma non pensavamo che potessimo vivere momenti così terribili». Carmelo Parlato è un brigadiere dei Carabinieri in pensione. Come la gran parte degli abitanti di Mormanno ha trascorso la notte in auto. Una scossa che ha rappresentato l’apice di uno sciame sismico che si protrae da oltre due anni e che ha registrato oltre 2.000 episodi.

Gabrielli in mattinata a Mormanno

Il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, arriverà in mattinata a Mormanno per fare il punto della situazione. Gabrielli incontrerà l’unità di crisi che è stata costituita per seguire gli sviluppi della situazione e si recherà nell’ospedale di Mormanno che è stato evacuato per i danni subiti a causa del sisma.

Nessun danno nelle zone di campagna

Non ci sono danni nelle abitazioni di campagna nella zona di Mormanno. I carabinieri hanno raggiunto tutte le zone per verificare la situazione ed hanno riscontrato che c’è stata solo tanta paura tra le persone che vivono nelle zone isolate. Il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, colonnello Francesco Ferace, è in stretto contatto con tutti i militari che hanno effettuato i sopralluoghi. «Abbiamo avuto – ha detto Ferace – una buona notizia dalle zone di campagna dove non si sono verificati danni alle strutture. Le persone hanno avuto paura ma al momento non ci sono problemi».

Fonte:www.ilsole24ore.com


25 Ottobre 2012

Roma, Italia – Pozzessere: “Mi chiese ‘Una provvigione’, ma io rifiutai”

(WAPA) – Spunta un nuovo nome nell’inchiesta napoletana su Finmeccanica, che ieri ha portato all’arresto dell’ex-direttore commerciale del gruppo Paolo Pozzessere ed all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex-ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola (AVIONEWS): si tratta di Esteban Caselli, senatore eletto nella ripartizione Sudamerica della circoscrizione Estero.

Nel verbale dell’interrogatorio di Pozzessere dell’11 novembre scorso, pubblicato oggi da numerosi organi di stampa italiani, l’ex-dirigente Finmeccanica dichiara che nel marzo-aprile 2001 fu contattato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che gli chiese se Finmeccanica fosse interessata ad una commessa di aerei ed elicotteri per l’Indonesia. “A tale domanda -dice Pozzessere– io risposi affermativamente e lui mi disse che c’era un suo amico, il senatore Esteban Caselli, che poteva esserci utile, nel senso che Caselli conosceva una persona che poteva esserci utile per la trattativa in Indonesia; dopo qualche giorno mi chiamò il senatore Caselli e mi disse che mi avrebbe presentato tale Tsatsiky, che era l’uomo che poteva aiutarci nella trattativa”.

Il senatore fissò un appuntamento con Tsatsiky nell’ufficio di Pozzessere per il 27 giugno 2011, ma l’incontro non si svolse: secondo Caselli l’intermediario indonesiano “Non aveva fornito sufficienti garanzie”. Secondo l’ex-dirigente Finmeccanica le cose sarebbero però andate diversamente: “Un mio collega responsabile di Finmeccanica a Londra Alberto De Benedictis, mi disse di aver incontrato Tsatsiky il quale gli aveva detto che il senatore Caselli gli aveva chiesto dei soldi per farlo incontrare con me e per avere un mandato di agenzia da Finmeccanica, o meglio da Alenia”.

I rapporti tra Pozzessere ed il senatore non sono però limitati a quell’episodio: l’ex-manager riferisce che, tempo dopo, Caselli andò a trovarlo nel suo ufficio, proponendo la vendita di un elicottero al ministero dell’Interno. “Gli dissi di mettersi in contatto con Agusta e cioè la società del gruppo che si occupa di elicotteri; a tal riguardo gli diedi il nominativo della persona di Agusta. Nella medesima circostanza mi chiese quale sarebbe stata la ‘Provvigione’ e io gli risposi freddamente che lui era un senatore della Repubblica e che, semmai, in presenza di presupposti commerciali, la provvigione per un mediatore/agente esperto del settore e per un affare di quel tipo, pari a 4,5 milioni di Euro, poteva andare dal 5% al 10%. Ritengo che anche tale vicenda non sia andata in porto”. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it


25 Ottobre 2012

Roma, Italia – Entrando nel merito, la situazione è meno semplice di quanto a prima vista potrebbe sembrare.

(WAPA) – Blue Panorama Airlines SpA comunica di aver richiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità ai sensi del Decreto Sviluppo. Questo l’incipit del comunicato-stampa diffuso dal vettore aereo.

Con il Decreto Legge del 22 giugno 2012 , n. 83 “Misure urgenti per la crescita del Paese” ,art. 33, Capo III, il Governo ha reintrodotto nel Diritto fallimentare nazionale la possibilità per le imprese di accedere alla Amministrazione controllata che consente loro di procedere alla riorganizzazione aziendale in un clima di relativa tranquillità, al riparo dai creditori.

Entrando nel merito, la situazione è meno semplice di quanto a prima vista potrebbe sembrare.

A seguito della richiesta di Blue Panorama di ammissione alla procedura di amministrazione controllata, l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, ha comunicato che in accordo ai Regolamenti europei, ha provveduto a sospendere a Blue Panorama la licenza; contestualmente ha rilasciato una licenza provvisoria :”.. Il rilascio della licenza provvisoria è un provvedimento previsto dall’attuale normativa europea per quei vettori che, a fronte di difficoltà finanziarie, presentino un realistico piano di ristrutturazione aziendale da attuare nell’arco di dodici mesi”.

In effetti una delle novità introdotte nella legislazione, meritevole di apprezzamento, è il fatto che l’impresa in difficoltà possa chiedere di essere ammessa al concordato preventivo semplicemente con la mera presentazione della domanda di ammissione, con facoltà di integrarla successivamente con ulteriore documentazione di piano e della relativa tempistica.

Appare perciò quanto meno ottimistica l’asserzione dell’Enac con riferimento ad un “Realistico piano” che in realtà, salvo smentita, è: ancora da definire, essere condiviso dal professionista che deve essere designato dal vettore aereo, ed accettato dal giudice.

Purtroppo, e lo diciamo con dispiacere, il problema viene da lontano perché non si è compreso che la gestione complessiva delle risorse disponibili nel sistema aviazione nazionale, (intendendiamo con questo includere vettori aerei, gestori aeroportuali, passeggeri e Governo), è stata dissennata e, per l’appunto non ha fatto “Sistema”.

Non molto tempo fa gli operatori, attraverso la loro associazione facevano presente che:” in questo momento economico, molte compagnie sono in uno stato di drammatica difficoltà, alcune già fallite, …”.
Se qualcuno dubitava di queste asserzioni, il piatto è servito. Dopo Windjet, ecco Blue Panorama in amministrazione controllata. Chi il prossimo?

AVIONEWS aveva in passato già denunciato, inascoltata, le asimmetrie economiche ed operative di cui alcuni vettori stranieri low-cost si avvantaggiano sfruttando le diverse legislazioni vigenti in Europa, attingendo risorse offerte dagli scali in maniera a volte poco trasparente, senza che nessuno abbia fatto nulla per impedirlo.

La verità è che talvolta gli interessi di breve periodo prevalgono su una visione strategica e lungimirante.

Due esempi :
aeroporto di Verona, la società di gestione aeroportuale dopo aver concesso incentivi più o meno trasparenti alla low-cost Ryanair, “Tanto a passeggero”, si accorge finalmente che tale prassi commerciale apre un buco nel conto economico e ritira gli incentivi.

Ryanair, armi e bagagli se ne va, e dall’oggi al domani avrebbe lasciato i veronesi senza collegamenti, se non fosse stato che un vettore nazionale ci ha messo una toppa. Proprio come è successo con Windjet, in cui Alitalia, Meridiana Fly –Italy e Blue Panorama hanno cercato di arginare i disservizi che hanno subito le migliaia di passeggeri che avevano comprato biglietti diventati inutilizzabili e rimasti a terra;

in presenza di una situazione economica delicatissima, definita dallo stesso premier Mario Monti “L’orlo del baratro”, due società di gestione aeroportuale, quella di Roma e quella di Venezia ottengono dall’Enac l’aumento delle tariffe, in alcuni casi anche del 97%, come denuncia Assaereo, giustificato dalla promessa di futuri investimenti, al di fuori quindi della logica per cui le tariffe devono essere proporzionate ai servizi offerti e che gli investimenti dovrebbero essere fatti attingendo al capitale di rischio dell’impresa e non farselo pagare, in posizione monopolista, dai suoi clienti. Tutto ciò, naturalmente, mentre i diretti concorrenti delle nostre compagnie che riescono ancora ad assicurare i collegamenti da scali principali (Fiumicino e Venezia), combattono con le low-cost che si guardano bene a loro volta, dall’utilizzare i grandi aeroporti ne ne aggirano gli alti costi.

Ci viene proprio da pensare che l’Italia avrebbe proprio bisogno di un’autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile.

(Avionews)
(NatBru)

Fonte:www.avionews.it


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