2013 Giugno

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Il Dassault Super Étendard (dal francese: super stendardo) è un aereo da attacco al suolo monomotore imbarcato sviluppato a metà degli anni settanta dalla ditta francese Dassault Aviation.

File:Super-Etendard 1.jpg

Impiegato dalla Marine Nationale anche nel ruolo antinave, ha partecipato, con le insegne della Aviación Naval argentina, alla Guerra delle Falkland. Dal 1986 è stato sottoposto a diversi aggiornamenti, denominati standard, che lo portarono ad assumere la designazione definitiva di Super Étendard Modernisé; la sostituzione dell’intera linea con i più recenti Rafale M è incominciata nel 2006.

Storia

Sviluppo

Verso la fine degli anni sessanta, quando l’Aeronavale era basata sulle attività di volo del Crusader statunitense, l’Étendard IVM/P ed il Breguet Br 1050 Alizé, lo stato maggiore cominciò a valutare l’introduzione di nuovi velivoli per mantenere, la macchina dell’aviazione navale, moderna ed affidabile. Sebbene non fossero ancora stati designati i rispettivi successori dell’ Alizé e del Crusader, per l’ Étendard vi era già un bando di concorso al quale risposero all’appello la versione navale del cacciabombardiere franco-britannico SEPECAT Jaguar ed il rinnovato Douglas A-4M Skyhawk II.

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http://www.youtube.com/watch?v=-Op6ikuA8gM

Fra i due velivoli, il Jaguar si mostrò essere il favorito sia per le proprie capacità operative che per essere frutto di un progetto coinvolgente l’industria nazionale francese. Il problema che ne frenò l’acquisizione, però, fu costituito dal suo peso: ciò che lo qualificava a pieno titolo come un cacciabombardiere, lo penalizzava fortemente nello svolgere le operazioni di decollo ed atterraggio su portaerei. Una sua adozione da parte della Marine Nationale avrebbe dovuto far scendere il numero di esemplari dal centinaio originariamente previsto a circa 75 unità, poiché i fondi rimanenti sarebbero stati utilizzati per i grandi lavori di irrobustimento delle catapulte e del ponte di volo delle portaerei Clemenceau e Foch.Il 17 gennaio del 1973, il Ministero della Difesa francese formulò un’ufficiale richiesta alla ditta aerospaziale Dassault di valutare la costruzione di un Étendard più moderno e dal quale nacque il nome di progetto Super Étendard.
Divenuto ormai fondamentale il requisito di “aereo nazionale”, ossia prodotto e concepito senza l’intervento di ditte straniere, il 19 gennaio 1973 l’allora primo ministro Michel Debré, confermò la volontà di fare del Super Étendard l’aeromobile polivalente dell’Aeronavale.

File:SuperEtendard F8 Clemceau.JPEG

Nel settembre del 1973, il governo francese firmò con la Dassault Aviation un ordine di 100 Super Étendard, inclusi 3 prototipi che, per ragioni economiche, furono degli Étendard IVM opportunamente modificati. Le direttive di sviluppo emanate successivamente dalla marina francese, riguardo alle implementazioni da apportare sui velivoli di serie, portarono ad un incremento dei costi di produzione tale da ridurre a 71 aeromobili l’ordine d’acquisto inizialmente inoltrato. Le consegne, incominciate il 28 giugno 1978 sulla base aerea di Bordeaux-Mérignac, si conclusero nel 1983.

  • il primo prototipo, il Super-Étendard 01 è l’Étendard IVM n°68, primo volo il 28 ottobre 1974
  • il secondo prototipo, il Super-Étendard 02 è l’Étendard IVM n°18, primo volo il 28 marzo 1975
  • il terzo prototipo, il Super-Étendard 03 è l’Étendard IVM n°13, primo volo il 9 marzo 1975 (a sua volta riconvertito Étendard IVM n.13)
  • il quarto prototipo, il primo vero prototipo, primo volo il 3 ottobre 1975
  • il primo aereo di serie, il Super-Étendard 1 fa il suo primo volo il 24 novembre 1977

Tecnica

Basato sulla cellula del precedente Étendard IVM, il SUE differiva principalmente per l’adozione di un nuovo propulsore SNECMA Atar 8K50 privo di postbruciatore, per una maggiore ipersostentazione, dovuta alle nuove appendici applicate anche sulle estremità alari ripiegabili, ed un’incrementata capacità di carico esterna.

La fusoliera è a sezione pressoché circolare-ellittica, il muso, inclinato verso il basso, concede una migliore visibilità all’appontaggio. I piani orizzontali sono collocati sul timone verticale in posizione intermedia, posizione ideale per consentire una buona manovrabilità agli elevati angoli d’attacco richiesti per le operazioni su portaerei. Il carrello d’atterraggio, di larga carreggiata, è sistemato nelle ali; anteriormente all’abitacolo prende posto il comparto avionica con il radome del radar ed una sonda retrattile per il rifornimento in volo.
Le prese d’aria semicircolari, infine, sono di semplice costruzione e costituite da elementi parzialmente mobili.

File:SUEreabasteciendo1.jpg

Avionica

L’avionica del Super Étendard è stata più volte revisionata nel corso della sua attività operativa.
Essa aveva come elemento principale il radar Thomson-CSF AGAVE I, successivamente sostituito dal più moderno ANÈMONE, collocato nella parte anteriore del muso. L’AGAVE era un sistema multimodale con capacità di navigazione e combattimento aria-aria, progettato principalmente per i naval/maritme strike.
Un SAGEM-Kearfott ETNA Navigation-Attack System, il quale comprendeva un INS (Inertial Navigation System) integrato, un Head-Up Display Thomson-CSF ve-120, un display di navigazione, un radio altimetro, ed un radiofaro TACAN, completava la dotazione. Infine, per l’impiego su aeroporti o basi non militari, il SUE era dotato di un VOR compatibile con la versione civile ed assieme a questo di un Radar Warning Receiver per l’auto-difesa.

Armamento

L’aereo è compatibile con la quasi totalità degli armamenti a disposizioni delle FF.AA. francesi, sia tattici che strategici.
Il velivolo è abilitato al trasporto di armamento nucleare; questo originariamente era costituito da una bomba AN-52 in seguito rimpiazzata dall’ASMP.
File:Argentine Navy Dassault Super Etendard jet on USS Ronald Reagan.jpgErano inoltre disponibili una discreta varietà di bombe convenzionali che vennero affiancate anche da quelle a guida laser, a partire dallo Standard 3, da razziere e missili Matra R.550 Magic ed Exocet

Argentina

I Super Étendard sono tuttora in servizio con l’Aviación Naval, interessata ad una cooperazione con l’industria francese per l’aggiornamento dei velivoli di cui è attualmente in possesso.Inoltre, la sostituzione dei SEM dell’Aéronautique navale con i Rafale M, potrebbe consentire all’Argentina di acquisire altri 54 esemplari ingrandendo la propria flotta.

 

L’ANA formulò un ordine d’acquisto di 14 Super Étendard nel 1979, in seguito all’embargo militare voluto dagli USA come dura risoluzione nei confronti del governo argentino per la guerra sporca all’epoca in pieno svolgimento; l’embargo rese impossibile la consegna dei pezzi di ricambio per gli A-4Q Skyhawk. Assegnati alla 2da Escuadrilla Aeronaval, i piloti argentini destinati al pilotaggio dei SEM si addestrarono in Francia fra il novembre 1980 e l’agosto 1981 ma allo scoppio del conflitto delle Falkland-Malvinas, questi ancora non avevano completato la conversione sul nuovo aeromobile. Tra l’agosto ed il novembre 1981, solo cinque Super Étendard e cinque Exocet furono consegnati all’Argentina. I SEM durante il conflitto non operarono dalla loro portaerei, costretta in porto a causa della minaccia dei sottomarini inglesi che già affondarono l’incrociatore ARA General Belgrano, bensì dalla base aerea di Rio Grande
 

Il primo degli Exocet utilizzati, in data 4 maggio, danneggiò il cacciatorpediniere britannico HMS Sheffield, posto in ricognizione della flotta. La spoletta dell’Exocet non funzionò correttamente, impedendo quindi l’esplosione della testata di guerra; ciò nonostante il carburante inutilizzato del missile fu sufficiente per provocare un incendio sullo Sheffield che affondò cinque giorni dopo per il collasso della sua struttura in alluminio. Il secondo missile, lanciato da un altro SUE in formazione, venne deviato terminando la sua corsa a prora di una fregata della Royal Navy. Il quinto ed ultimo missile, venne lanciato in un disperato attacco di una formazione argentina alla portaerei britannica HMS Invincible. Venne, però, intercettato dalle unità di scorta all’ammiraglia e due Skyhawk che presero parte all’azione, furono abbattuti.

File:Super-Etendard John C Stennis.jpg

Una volta terminato il conflitto, i Super Étendard completarono la loro qualifica all’appontaggio sulla portaerei argentina ARA Veinticinco de Mayo fino alla sua definitiva radiazione, avvenuta nel 1990. Dal 2001, i piloti che necessitano della qualificazione per operare su portaerei, svolgono l’attività di volo presso la portaerei brasiliana São Paulo o durante le esercitazioni Gringo-Gaucho, in cui si eseguono vari touch-and-go sulle portaerei statunitensi in transito.

Francia

 

I velivoli della Marine Nationale, parteciparono a numerose missioni che li videro impegnati in diverse aree geografiche europee e mediorientali: quali Bosnia, Afghanistan e Libano. In quest’ultimo teatro operativo ottennero notorietà nel 1983, quando bombardarono delle postazioni d’artiglieria siriane. Durante la guerra del Kosovo, la flottille 11F venne rischierata sulla portaerei Foch, che giunse nel mar Adriatico il 26 gennaio del 1999.
 
File:62 28-9-07 1764 BW.jpg

Chiamati a supportare l’operazione di sorveglianza costiera Trident 1, furono utilizzati anche nei bombardamenti, ad inizio conflitto, sulla Serbia il 23 marzo. La Foch mantenne a bordo 14 SEM Standard 3 dodici dei quali, organizzati in sei pattuglie da due velivoli ciascuna, erano costantemente mantenuti in allerta pronti al decollo in 30 minuti. I ruoli principali ricoperti dai velivoli furono quelli di supporto aereo ravvicinato e di interdizione aerea (Battlefield Air Interdiction).

Nel 2001 la Charles de Gaulle, in rotta per l’oceano Indiano, accolse a bordo piloti e velivoli delle flottille 11F e 17F partecipanti all’Operazione Herclés, corrispettivo francese di Enduring Freedom, i quali presero parte ai bombardamenti delle postazioni talebane e terroristiche su territorio afghano. Dal 20 dicembre, vennero effettuate 200 sortite per un totale di circa 2 000 ore di volo.

Iraq

Cinque Super Étendard, furono forniti in leasing all’Iraq.[, dal 1983 al 1985, a causa dei ritardi accumulati dalla consegna dei radar AGAVE destinati ai Dassault Mirage F1, ancora incapaci di utilizzare gli Exocet in possesso dell’Al-Quwwat al-Jawwiyya al-‘Iraqiyya, l’aviazione militare irachena. Nell’ambito della guerra Iran-Iraq, durante la primavera-estate del 1984, tre SUE vennero intercettati dagli F-14 Tomcat dell’iraniana Niru-ye Havayi-ye Artesh-e Jomhuri-ye Eslami-e Iran; due di questi furono abbattuti mentre il terzo riuscì a rientrare alla base nonostante fosse gravemente danneggiato. Solo tre unità ritornarono alla Francia al termine del prestito.

File:Super Etendard ARA 204.jpg

Versioni

Super Etendard standard 1
Versione originale del velivolo, denominata in alternativa SUE (SUper Etendard); 1978.
 

Super Etendard Modernisé standard 2 SEM
Primo di una serie di rinnovamenti del velivolo, quello del 1986 interessò: il computer di bordo, sostituito da un UAT90, l’installazione di un SGU (Symbol Generator Unit) per l’interfaccia grafica delle informazioni visualizzate, ridistribuzione degli strumenti analogici sul cockpit.
Vennero installati anche un Head-Up Display ed un Multi-Function Display, sui quali sono riportate le informazioni di missione provenienti dal radar, dal pod Atlis e dalla strumentazione di volo.
L’ HUD è composto, inoltre, da un collimatore all’infinito dimodoché, il pilota, non debba affaticarsi nel mettere a fuoco la strumentazione analogica, passando dallo schermo, e viceversa.
Super Etendard Modernisé standard 3 SEM
Con l’aggiornamento effettuato nel 1993, denominato standard 3, il Super Étendard fu oggetto di un generale rinnovamento della suite elettronica. Il radar AGAVE venne sostituito dal un radar doppler ANÉMONE (Appareil Numérisé pour l’Exploitation des Mouvements d’Objectifs Navals Éloignés), prodotto dalla Dassault Systèmes, il quale raddoppiava le capacità di ingaggio ed inseguimento bersagli sia nella modalità aria-superficie che in quella esclusivamente aerea.
 

L’Aéronautique navale, tuttavia, volle mantenere la possibilità di equipaggiare i suoi aeromobili con l’AGAVE adottando una case d’adattamento interfaccia radar. Infine, venne ampliata la gamma di armi trasportabili grazie al pod Atlis II, col quale il SEM avrebbe potuto operare sia col missile aria-terra AS-30L, che con le Paveway di I generazione come la GBU-12.

 

Super Etendard Modernisé standard 4 SEM
Up-grade effettuato nel 1996. Grazie a queste modifiche furono potenziate le capacità d’auto-difesa del velivolo installando, su due nuovi punti d’aggancio, un dispenser chaff ed uno di flare, più pod ECM (Electronic Counter Measures) Barracuda e Phirmat.
A sostituzione del cannone, nella fusoliera venne introdotto un pod da ricognizione fotografica composto da una camera elettro-ottica ed un magnetoscopio.
I Dassault SEM S.4, furono impiegati in azione per la prima volta nel 2002, durante l’Operazione Héraclès, nei cieli dell’Afghanistan.
Super Etendard Modernisé standard 5 SEM
Ultimo aggiornamento, effettuato nel 2008, compiuto sui Super Étendard Modernisé. Ha come obbiettivo principale quello di estendere il limite di vita operativa dei Super Étendard al 2017, presunto anno della loro radiazione.
Il nuovo equipaggiamento comprende l’illuminatore laser Damoclès ed un sistema FLIR (Forward Looking Infra-Red) sviluppato dal gruppo Thales.
Grazie a queste modifiche i SEM S.5 sono in grado di lanciare anche le più recenti Enhanced Paveway dotate di una doppia guida laser/GPS e facenti parte delle munizioni AASM (Armement Air-Sol Modulaire), recentemente acquisite anche dall’Armée de l’air, e sviluppate dalla Sagem Défense Sécurité.

Utilizzatori

100 esemplari ordinati; consegne ridotte a 71 unità causa tagli del bilancio.

Flottille 11F sulla BAN Landivisiau dal settembre 1978 al settembre 2011, destinati anche ad attacco nucleare
Flottille 14F sulla BAN Landivisiau dal giugno 1979 al 1º luglio 1991
Flottille 17F sulla BAN Hyères-Le Palyvestre dal settembre 1980 al luglio 1993 e sulla BAN Landivisiau dal luglio 1993 ad oggi
Argentina Argentina
14 unità consegnate di cui 5 arrivate prima della Guerra delle Falkland.

2da Escuadrilla Aeronaval de Caza y Ataque dal dicembre 1981 ad oggi
Iraq Iraq
5 Super Étendard in prestito dalla marina francese nel triennio 1983/85

File:Charles De Gaulle PascalSubtil 5.jpg

Dassault Super Étendard

File:DASSAULT-BREGUET SUPER ETENDARD.png

Descrizione
Tipo aereo da attacco al suolo imbarcato
Equipaggio 1 pilota
Costruttore Francia Dassault Aviation
Data ordine 19 gennaio 1973
Data di accettazione 4 settembre 1973
Data primo volo 28 ottobre 1974
Data entrata in servizio settembre 1978
Utilizzatore principale Francia FNA
Altri utilizzatori Argentina ANA
Iraq IQAF
Esemplari 85 di serie[
Sviluppato dal Dassault Étendard IV

 

Dimensioni e pesi

Lunghezza 14,31 m
Apertura alare 9,60 m
Altezza 3,86 m
Superficie alare 28,40 m²
Carico alare 396 kg/m²
Peso a vuoto 6 500 kg
Peso carico 8 600 kg
Peso max al decollo 12 000 kg
Propulsione
Motore 1 turbogetto Snecma Atar 8k50
Spinta 49 kN
Prestazioni
Velocità max 1,12 Mach
(1 380 km/h, in quota)
Velocità di salita 6 000 m/min
Autonomia 1 800 km
Raggio di azione 850 km
Tangenza 15 500 m
Armamento
Cannoni 2 DEFA M 552 da 30mm
Bombe caduta libera:
fino a 2 100 kg
Missili aria aria:
2 R550 Magicantinave:
2 AM-39 Exocet

nucleare:
1 ASMP

Piloni 6 sub-alari
1 sotto la fusoliera

 

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Dassault Étendard IV

Il Dassault Étendard IV (dal francese: stendardo) è stato un cacciabombardiere imbarcato francese in servizio con la Marine Nationale.

File:Dassault Étendard IVM.jpg

Storia

La storia dell’Étendard comincia con due commesse dei primi anni cinquanta: una per un caccia leggero per l’aviazione francese, l’altra per un caccia leggero che potesse essere utilizzato ampiamente nelle varie forze aeree della NATO. La Dassault usò delle variazioni dello stesso progetto di base per produrre prototipi per entrambe le specifiche richieste, chiamando i nuovi velivoli Étendard II e Étendard VI rispettivamente, senza però riuscire ad ottenere nessun ordinativo. Contemporaneamente la compagnia sviluppò una versione più grande e con una motorizzazione più potente (originariamente designata Mystère XXIV).

Avendo generato un certo interesse nella Marina francese la Dassault produsse un prototipo navalizzato di quest’ultima versione, che volò, come dimostrazione di impiego operativo, nel 1958 ottenendo l’ordinativo di 69 esemplari in versione da caccia designati Étendard IVM e 21 in versione da ricognitore indicati come Étendard IVP. Dal 1962, questi esemplari iniziarono ad essere schierati a bordo delle portaerei classe Clemenceau.

Le caratteristiche dell’Étendard IV non furono mai di alto livello, e negli anni settanta era già chiaro che si doveva procedere ad un rimpiazzamento dell’aereo. Per qualche tempo, si ipotizzò l’impiego di una versione navalizzata del SEPECAT Jaguar (detta Jaguar M), ma vari inghippi politici riguardanti la joint venture anglo-francese bloccarono lo sviluppo di questo progetto, e la Dassault, dal canto suo, propose una versione aggiornata e migliorata dell’Étendard, il Super Étendard. L’ultimo degli Étendard IVM fu ritirato dal servizio nel 1991, nonostante che un piccolo numero di IVP rimase operativo fino al 2004.

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 http://www.youtube.com/watch?v=deHjB18hq5Q

Varianti

  • Étendard IV : prototipo della versione terrestre equipaggiato con un Atar 08B (2 prototipi)
  • Étendard IVM : versione d’attacco imbarcata monoposto per la Marine nationale con un Atar 08C e cannoni DEFA 552 (1 prototipo, 4 di pre-produzione, 69 aerei di serie)
  • Étendard IVB : versione d’attacco imbarcata monoposto simile i quattro IVM di pre-produzione ma con motore Avon 51 e blown flaps (1 aereo costruito)
  • Étendard IVP : versione da ricognizione imbarcata monoposto per la Marine nationale simile ai IVM ma senza cannoni e con tre fotocamere (1 prototipo, 21 aerei di serie)
  • Étendard IVPM : Etendard IVM convertiti in IVP (4 aerei modificati alla fine degli anni ’70)

Utilizzatori

 

Francia Francia
Escadrille 59S dal 1965 al 1991
Flottille 11F dal 1963 al 1978 (IVM)
Flottille 15F dal 1962 al 1969 (IVM e IVP)
Flottille 16F dal 1964 al 2000 (IVM, IVP e IVPM)
Flottille 17F dal 1964 al 1980 (IVM e IVP)

Sviluppo

Dassault Étendard IV

Descrizione

Tipo cacciabombardiere imbarcato
Equipaggio 1 pilota
Progettista Francia Dassault Aviation
Data primo volo 1958
Data entrata in servizio 1962
Data ritiro dal servizio 1991
Utilizzatore principale Francia Aéronavale
Esemplari 90
Sviluppato dal Étendard II
Altre varianti Super Étendard
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 14,40 m
Apertura alare 9,60 m
Altezza 3,79 m
Superficie alare 29 m²
Peso a vuoto 5 900 kg
Peso carico 8 170 kg
Peso max al decollo 10 200 kg
Propulsione
Motore 1 turbogetto
SNECMA Atar 8B
Spinta 43,16 kN
Prestazioni
Velocità max 0,85 Ma
(1 099 km/h in quota)
Velocità di salita 100 m/s
Autonomia 3 300 km
Tangenza 15 500 m
Armamento
Cannoni 2 DEFA M552 da 30 mm
Bombe caduta libera:
fino a 1 360 kg
Missili razzi:
36 SNEB da 68 mm
Piloni 4 sub-alari
Note dati relativi alla versione:
Étendard IVM

Fonte: http://it.wikipedia.org



Imperia – “Non ho nulla contro le forze armate: se passassero alla velocita inferiore a quella del suono credo che non cambi niente aifini delle loro missioni addestrative o di pattuglia, ma farebbe la differenza per il comfort dei cittadini”
Lavoro prevalentemente alla sera o di notte, quindi al mattino dormo fino a circa mezzogiorno o piu’; sono spesso quasi tutti i giorni disturbato dal boom supersonico di aerei che passano sopra il radar di Capo Mele, oltre il boom fanno vibrare i vetri ed infissi..

Il 26 c.m. addirittura i boom sono stati tre…
Ora non vedo l’utilita’ di passare a velocita’ supersonica in prossimita’ della costa creando disagio non solo a chi riposa ma facendo sobbalzare anche a chi vive normalmente la quotidianita’

Non sono episodi rari ma piuttosto frequenti, e fastidiosi. Vorrei specificare che non ho nulla contro le forze armate ed in particolare contro l’aviazione: se passassero alla velocita inferiore a quella del suono credo che non cambi niente aifini delle loro missioni addestrative o di pattuglia.. ma farebbe la differenza per il comfort dei cittadini

28/06/2013

Fonte: www.riviera24.it



Disagi all’aeroporto

Restrizioni degli arrivi alla pista dell’Aeroporto Mameli di Elmas, tre ogni ora, e non 8 come nella normalità. In serata la situazione si è stabilizzata anche se ci vorrà tempo a smaltire i ritardi accumulati un una mattinata e primo pomeriggio. Un fine settimana da dimenticare.

“Il tecnico addetto al radar si è ammalato, c’è voluto poi il tempo per rintracciare i colleghi, con il giro di telefonate della reperibilità”,  fanno sapere della Base di Decimomannu.
Quindi per questioni di sicurezza ai passeggeri che atterrano, ci sono state restrizioni negli arrivi.

Sogaer, la Società che gestisce l’aerostazione, fa sapere che per loro non c’è nessun problema. In mattinata mancava il personale specializzato che controllasse il  radar d’avvicinamento dell’aeroporto militare di Decimomannu che gestisce anche il traffico aereo dello scalo civile di Elmas.

Nel pomeriggio, i ritardi di oltre un’ora si pensava fossero dovuti al fumo che arrivava spinto dal forte vento, nell’incendio scoppiato di Sa Illetta e al Porto canale, che ha mandato in tilt anche Sulcitana dal chilometro 3 nei pressi di Tiscali, sino alla rotonda di Maddalena Spiaggia con un ingente spiegamento di uomini e mezzi della Polizia stradale, Vigili del Fuoco, Forestale e della Protezione civile.

Invece, no.

Tutt’altra questione. Si è appreso invece che il ritardo dei voli in arrivo era di tutt’altra natura, alla base di Decimo, il personale era in malattia ed è stato sostituito di tutta fretta.
Quindi, non più di tre aerei in arrivo all’ora, in un primo momento. I Ritardi sono stati inevitabili e passeggeri imbestialiti.

Un pomeriggio di inizio estate da dimenticare, proprio nel fine settimana tra chi i pendolari che vogliono arrivare presto a casa dopo gli impegni di  lavoro e i turisti che non vedono l’ora di iniziare le ferie in totale relax.
Dopo le 15 da 3 aerei l’ora in arrivo, si è passati a 5.

Mentre, in serata  8 arrivi in 60 minuti, come nella norma.
Naturalmente, ci vorrà tempo a smaltire i ritardi accumulati in un venerdì nero da dimenticare, per i passeggeri che sbarcavano in aerostazione.

Fonte:www.castedduonline.it



La crisi degli acquisti colpisce anche uno dei settori di cui parliamo più spesso: l’elettronica di consumo. Ma oltre ai budget ridimensionati stanno cambiando anche le dinamiche di acquisto e se il punto vendita fisico rimane il principale canale è ormai necessario riprogettarlo, partendo (può sembrare strano) dall’informazione. Un elemento determinante per acquistare un prodotto tecnologico come spiega a 2024 Gianfranco Giardina, direttore del magazine digitale Dday.it.

Parliamo poi del settore aeronautico dopo aver fatto tappa settimana scorsa, con i nostri microfoni, al vecchio aeroporto parigino di Le Bourget, dove si è tenuto il più importante air show dell’Europa continentale e uno dei più importanti al mondo. Enrico Pagliarini ha incontrato: Daniele Romiti, amministratore delegato di Agusta Westland; Giuseppe Giordo amministratore delegato di Alenia Aermacchi e Francesco Caio amministratore delegato di Avio.

Fonte:www.radio24.ilsole24ore.com



Bikini, parrucca e tacchi rossi. L’aeroplanino radiocomandato dalle attraenti sembianze femminili è una creazione di una piccola start up californiana.

La start up progetta piccoli velivoli con forme umane, oggetti o personaggi animati per finalità commerciali o promozionali. Questa è l’ultima trovata, che ha lasciato a bocca aperta chi per caso s’è imbattuto in questa “donna” in volo.

Fonte:www.unionesarda.it



14.51
Un elicottero è precipitato ad Iragna, nel Canton Ticino. causando la morte di quattro persone.
Il velivolo coinvolto nello schianto appartiene alla Hell tv. Il direttore della società, Giovanni Frapolli, ha dichiarato a Ticinonews che ai comandi c’era un pilota sessantenne di grande esperienza.
Per la Hell tv questo è il secondo incidente in meno di un anno, dopo quello che lo scorso settembre, a Lodano, è costato la vita ad un pilota.

Fonte:www.studioconsulenzaromano.net



Oggi pomeriggio, tra la 15,10 e le 15, 25 sono atterrati alcuni velivoli dell’Aero Club di Torino.

 Piper PA-28-140 Cherokee B  I-ENDE  c\n  28-25320  (sotto)

Piper PA-28-140 Cherokee D  I-ICES    c\n 28- 7125233 (sotto)

 Piper PA-28-140 Cherokee D I-FOGS   c\n  28-7125079 (sotto)

 

Piper PA-28RT Arrow IV   I-PITU   c\n 28R-7918241 (sotto)

Piper PA-28-161 Cherokee Warrior II   I-BJOE c\n  28-7916468 (sotto)

Piper 28 161 Warrior  I-DARD    c\n  28-8216172 (sotto)

 

 Questi sei velivoli sono atterrati in mattinata all’Aeroporto di Pavullo per una mangiata di gruppo, dopodiché  sono decollati diretti al nostro campo per un caffè.

GUARDA VIDEO 

http://www.youreporter.it/video_Torino_Pavullo_Torino_via_Modena

    

Gli equipaggi sono poi risaliti a bordo degli aerei ed uno alla volta, tra le 15, 40 e le 15, 45  sono decollati facendo rotta verso casa.

Per

www.aeroclubmodena.it

Piergiorgio “pierinoinflight”Goldoni



Manchester, Inghilterra. L’Airbus A330 della Thomas Cook Airlines con a bordo 325 passeggeri stava per decollare verso la Repubblica Dominicana quando il suo motore di destra è improvvisamente esploso.

GUARDA VIDEO

http://www.ilgiornale.it/video/esteri/motore-scoppia-momento-decollo-931268.html

Fortunatamente l’incidente è avvenuto durante le fasi di rullaggio per cui il pilota ha potuto facilmente arrestare il velivolo. Tanta paura ma per fortuna nessun pericolo per i passeggeri che sono stati smistati sui voli successivi.

Fonte:www.ilgiornale.it



Il disastro delle Frecce Tricolori non fu un incidente: la controindagine della famiglia del pilota Nutarelli. Inquitentati legami tra le due stragi

GROSSETO – Sandro Marcucci, uno dei primi militari a far entrare i sindacati nell’ambiente dell’aeronautica dove fu protagonista di scontri feroci, aveva cose da dire a chi indagava sulla strage di Ustica. E stava per essere convocato come testimone. Insieme a Silvio Lorenzini, il 2 febbraio 1992 stava sorvolando le Apuane: il loro Piper precipitò e morirono entrambi. Il pm di Massa Carrara ha disposto, poche settimane fa, l’esumazione dei due corpi.

Anche Ivo Nutarelli e Mario Naldini erano due piloti dell’Aeronautica. Anche loro vittime di un incidente aereo, ma a Ramstein, in Germania. Facevano parte della Pan, la mitica formazione delle Frecce Tricolori con base a Rivolto, in provincia di Udine. Con loro morì anche il capitano Giorgio Alessio. Nel sud-ovest della Germania non ci fu soltanto un incidente aereo: si compì una strage, con 67 morti e 346 feriti. Era il 28 agosto 1988 e la relazione dell’Aeronautica non lasciò, allora, scampo a dubbi: un incidente provocato da un errore di Nutarelli. Di dubbi su questo incidente, negli anni, se ne sono coltivati tanti. Ora, un avvocato siciliano che da 15 anni segue un comitato dei parenti delle vittime della strage di Ustica sta cercando di far riaprire un caso che ha sullo sfondo proprio uno dei misteri d’Italia più dolorosi per il nostro Paese. Presenterà a breve una memoria difensiva alla Procura di Roma. Una memoria per riabilitare la figura di Ivo Nutarelli, come gli ha chiesto il fratello dell’aviatore, Giancarlo, che da anni si batte perché la verità venga fuori. «A Ramstein – dice l’avvocato Osnato – si è trattato di un omicidio e non di un incidente. Nutarelli era capace di correggere con una sola manovra un eventuale errore commesso in volo. Aveva alle spalle oltre quattromila ore di addestramento. Le nostre perizie ci dicono che su quel Macchi Mb-933 il solista di manovre correttive ne fece ben sette. Segno che il suo aereo non rispondeva ai comandi». Per il pool di periti che sta lavorando al caso Ramstein quello non fu un errore umano, come ha certificato la frettolosa indagine militare. E sarebbe questo il filo che tiene unite due tragedie dell’aria. E che si annoda nel cielo sopra Grosseto, tra Poggio Ballone, dove c’è il centro di convoglio di tutti i radar dell’Aeronautica d’Italia e Ustica, dove si è inabissato il Dc-9 Itavia.

Bisogna fare un passo indietro e tenere a mente due date. Il 27 giugno 1980, la sera della strage, Nutarelli e Naldini si alzano in volo dall’aeroporto Baccarini di Grosseto. «Dai tracciati radar – spiega l’avvocato – emerge che il loro aereo, un caccia F104, per un tratto si pone al fianco del Dc-9. I due piloti si alzano in volo alle 19.30 a bordo di un biposto e rientrano alle 20.45. In volo c’è anche un altro caccia, guidato dall’allievo Aldo Giannelli. I due intercettori per circa due miglia hanno volato sulla scia del Dc 9, fino a dieci minuti prima che l’aereo civile si inabissasse nelle acque di Ustica. Durante quel volo, dal caccia di Nutarelli e Naldini partono due “squoccate”, due segnali d’allarme». Secondo la ricostruzione successiva, i piloti avrebbero visto un altro, se non altri, aerei da guerra volare nel corridoio civile. Qui le teorie sono diverse: c’è chi parla di un Mig libico, chi invece sostiene che ci fossero aerei militari francesi, o americani. «Quello che è certo – dice – è che i due piloti lanciano un segnale d’allarme perché hanno visto qualcosa». Qualcosa che racconteranno poi al colonnello Pierangelo Tedoldi, che sarebbe diventato di lì a poco il comandante dell’aeroporto militare di Grosseto. Sarebbe. Perché il 3 agosto Tedoldi muore in un incidente stradale sull’Aurelia. Viaggiava con la moglie Giuliana Giustini, e con i figli Davide, deceduto insieme al padre a soli 14 anni e Gabriele, che si è salvato.

Mario Naldini era un pilota esperto. Un militare tutto d’un pezzo. «Ivo Nutarelli invece – spiega l’avvocato – qualche volta pare avesse detto alla compagna di voler raccontare quello che era successo la sera del 27 giugno». Manca un elemento, in questa ricostruzione. Manca la trasmissione via radio di quello che stava succedendo nel cielo sopra il Tirreno, in quel corridoio dove viaggiava il Dc-9 e dove, oltre ai caccia grossetani, c’erano probabilmente altri aerei. «I piloti non potevano trasmettere via radio – aggiunge Osnato – perché stavano facendo un’esercitazione che non prevedeva l’utilizzo di quella strumentazione». Lo diranno dopo, quello che hanno visto. Ma i loro nomi, nell’inchiesta del giudice Rosario Priore, che scrive nero su bianco che «erano certamente a conoscenza di molteplici circostanze attinenti al Dc9», entrano solo 8 anni dopo quando ormai i due piloti sono morti. La pista grossetana, i tracciati di Poggio Ballone, la centralità di quell’esercitazione nell’affaire Ustica arriva nel 1988 con la testimonianza, davanti al giudice Bucarelli, del capocronista del Tirreno Claudio Bottinelli. Il 12 agosto, i carabinieri vanno a Poggio Ballone a sequestrare i tracciati radar della base. Sedici giorni dopo, i due piloti muoiono in Germania.

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Ramstein, un dossier dei familiari sull’incidente del 1988

«Non è stato provocato da un errore di Nutarelli», indagini difensive per riabilitare l’immagine dei piloti grossetani

«L’incidente di Ramstein non è stato provocato da un errore di Nutarelli». Il giorno del trentatreesimo anniversario della strage di Ustica, le parole dell’avvocato siciliano Daniele Osnato che da 15 anni lavora giorno e notte a questa vicenda, sono macigni che pesano anche a Grosseto. La Germania è lontana, il 1988 ormai fa parte di un’altra epoca e in città c’è anche chi non ha mai saputo che uno dei protagonisti della strage di Ustica, uno dei piloti dell’Aeronautica militare morto durante le esibizioni delle Frecce Tricolori a Ramstein appunto, si chiamava Ivo Nutarelli ed era uno dei piloti più esperti che l’aviazione aveva a disposizione.

Insieme a Mario Naldini, 33 anni fa decollarono dal Baccarini a bordo di un biposto da addestramento TF-104. E mentre erano in missione sul circuito Grosseto-Firenze-Bologna-Villafranca-Grosseto, Nutarelli e Naldini si accorsero che nel cielo sopra al Tirreno qualcosa non quadrava. C’erano altri velivoli, secondo la ricostruzione fatta successivamente dalla procura, e c’erano aerei militari che viaggiavano sul corridoio aereo civile. Una circostanza, questa, che non quadrò ai due militari. Appena scesi a terra, andarono subito a raccontare quello che avevano visto al colonnello Pierangelo Tedoldi, Comandante dell’aeroporto di Grosseto. «Ma il colonnello morì un mese e mezzo dopo – aggiunge l’avvocato – in un incidente in auto insieme a sua moglie e ai suoi figli». Altre morti sospette seguirono quelle di Tedoldi: il Capitano Gari, responsabile della sala radar di Poggio Ballone, stroncato da un infarto a 32 anni, Alberto Mario Dettori, che era nella sala radar la notte della tragedia e che si è impiccato nel 1987. L’anno successivo, l’incidente di Ramstein. In Germania morirono tre piloti: Nutarelli, Naldini e Alessio. E l’incidente provocò la morte di 67 persone e il ferimento di altre 346.

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http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2013/06/27/news/ramstein-un-dossier-dei-familiari-sull-incidente-del-1988-1.7325152

Ora, le indagini difensive del pool coordinato dall’avvocato Osnato, scriverà un altro capitolo di una storia che ancora sembra non avere né capo e né coda. Il fratello di Ivo Nutarelli, Giancarlo, non ha mai smesso di combattere la battaglia per riabilitare la figura dell’aviere. «Era impossibile che Nutarelli facesse uno sbaglio del genere – aggiunge l’avvocato – a Ramstein non c’è stato un incidente, ma un omicidio». Le perizie stilate dai tecnici sui tre Aermacchi Mb-339 raccontano un’altra verità: i fermi dell’aereo non avrebbero funzionato correttamente. Nutarelli cerca di non far precipitare il velivolo, compie almeno sette manovre. Troppe, secondo la controinchiesta voluta dai familiari, per correggere un errore

Fonte:http://iltirreno.gelocal.it



“Io ho un elenco di 57 aerei scomparsi in 15 anni da fonti ufficiali venezuelane” dice Mario Pica, ex pilota dell’Aeronautica militare e consulente della famiglia dei passeggeri dell’aereo scomparso nel 2008. “A fine mese partirà una ricerca accurata: se l’aereo è caduto lo sapremo e lo ritroveremo ma se a completamento della ricerca non dovessimo trovare niente potremmo pensare a un’ipotesi di dirottamento”. L’intervista di Antonio Iovane (audio Radio Capital)

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http://video.repubblica.it/dossier/il-mistero-delle-los-roques/los-roques-l-ex-pilota-sono-scomparsi-57-aerei-in-15-anni/115391/113795

Fonte:http://video.repubblica.it


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