36 Metri che divennero Storia

23 Gennaio 2004da tarabusi

Il 17 Dicembre 2003 ha segnato i 100 anni dell’aviazione. I Fratelli Wright, Wilbur (1867-1912) e Orville (1871-1948) furono i primi pionieri che superarono con non pochi sacrifici tutte le sfide, riuscendo nell’impresa di effettuare un brevissimo volo (ben 36 metri in 12 secondi) con un Aeroplano spintoda un motore. Questo volo di 12 secondi (il pilota del Flyer, questo il nome del velivolo fu Orville) apri’ l’era dell’aviazione che divento’ poi aviazione generale, militare, commerciale e porto’ il primo uomo sulla luna. Per essere considerato il primo volo a motore, il velivolo originale doveva essere pilotato,controllabile, piu’ pesante dell’aria, capace di volare spinto dal proprio motore. Per riuscire nell’impresa ci furono una serie interminabile di ostacoli tecnici. Prima dei Fratelli Wright il volo a motore fu sperimentato con un motore a vapore, che si rivelo’ troppo pesante e prima ancora, palloni aerostatici e alianti fecero la loro comparsa e furono utili per acquisire rudimentali conoscenze sui principi del volo.

Proprio sulla scia di queste esperienze si muovono i due americani, che da una serie di voli librati effettuati su alianti di loro costruzione giungono alla realizzazione del primo vero aeroplano nella storia del volo. E’ questo un biplano che monta un motore a scoppio a 4 cilindri costruito dagli stessi Wright; titolari di una piccola officina meccanica, hanno una notevole esperienza in questo campo. Il primo volo, un avvenimento storico, ha luogo sulla spiaggia di Kitty Hawk, in località Kill Devil Sand Hill, nella Carolina del Nord: è il 17 dicembre 1903. Ai comandi dell’aeroplano è Orville, che poi scriverà tra l’altro un rapporto su quell’impresa: <<… il volo fu tutto un susseguirsi di su è giu’, in parte provocati dal vento ed in parte dalla mancanza di esperienza nel governo della macchina che saliva improvvisamente di 3 metri e poi altrettanto improvvisamente tornava al suolo. Poco piu’ di 36 metri dal punto in cui si era staccato dal suolo, l’aereo tocco’ terra… Aveva volato ad una velocità all’aria di 13 metri e mezzo al secondo, per un totale di 12 secondi… Un aspetto sorprendente dell’impresa fu che sia io che mio fratello la affrontammo vestiti come sempre, con un bel colletto bianco inamidato e la cravatta>>.

Che non si tratti di un episodio isolato, ma della nascita definitiva dell’aviazione, lo dimostrano gli stessi Wright, che immediatamente perfezionano i loro tentativi, con lusinghieri e crescenti successi. E proprio i Wright diffonderanno in America il <>.
L’aeroplano preconizzato ormai in decine di trattati e di studi era atteso con interesse da quanti _ negli Stati Maggiori degli eserciti mondiali – guardavano allo sviluppo futuro degli armamenti ed avvertivano la necessità di allargare la possibilità di informazione per una maggiore efficacia dell’artiglieria, ormai giunta al massimo della portata e potenza. Infatti se i primi passi dell’aeroplano avvennero per uno stimolo che appare ancora oggi sportivo e di affermazione individuale, in realtà, dietro i voli di primato, i circuiti, le gare aeronautiche di regolarità che si succedettero soprattutto in Europa sul finire del primo decennio del ventesimo secolo stavano gli interessi dei governi e degli Stati Maggiori.


Il progresso ebbe anche in questi casi una matrice industriale. Gli stessi Wright, non si limitarono alle affermazioni di carattere sportivo, ma cercarono di tradurre in denaro il successo della loro invenzione. Nel 1904 e nel 1905 le prove che i fratelli conducono a Simms Station, nei pressi di Dayton, nell’Ohio, loro città natale, accelerano lo sviluppo dell’aviazione pionieristica. I Wright compiono le prime virate, i primi timidi voli in circuito chiuso, raggiungendo gradualmente altezze sempre maggiori. Il 4 ottobre del 1905 Orville supera per la prima volta la mezz’ora di volo, coprendo in 33 minuti e 17 secondi un percorso di 33,45 chilometri.



25 mila lire: l’aereo arriva in italia

L’Italia è la seconda nazione Europea ad ospitare i Wright. A Roma si era costituito il <> dietro il cui interesse sportivo si celava, ma poi non tanto, l’interesse militare. Presidene del Club è infatti quello stesso Maggiore Moris che comanda la Sezione Aeronautica della Brigata Specialisti del Genio, nella quale sono inquadrati i reparti di aerostieri e dirigibilisti dell’esercito italiano. Il Maggiore Moris si reca a Pau con l’incarico di stipulare un vero e proprio contratto con Wilbur Wright, affinché l’americano porti in Italia uno dei sui aerei ed inizi l’addestramento dei primi piloti italiani.
Le trattative sono rapide: l’aereo viene acquistato per 25 mila lire, mentre altre 25 mila lire costituiscono il compenso di Wilbur quale istruttore.
L’americano giunge a Roma il 1° Aprile 1909: alla periferia della città viene preso in affitto il prato di Centocelle e sono scelti per ricevere le lezioni di pilotaggio il sottotenente di vascello Mario Calderara ed il Tenente del Genio Umberto Savoia. Calderara dopo soli 40 voli per la durata complessiva di 6 ore, ha acquisito il brevetto e continua a volare come istruttore del tenete Savoia.
Merita un commento particolare l’ultima rara immagine degli albori del volo: tra l’8 ed il 20 settembre 1909 si svolge a Brescia Montichiari un circuito aereo internazionale con piloti come Blériot e Curtiss. L’italiano Claderara primo pilota italiano, esce indenne dall’incidente documentanto in questa foto del suo biplano Wright che tocca terra con un’ala.

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