Business Flight a Budapest (Parte 1)

8 Ottobre 2016da admin

Dopo diverso tempo è tornata l’occasione per infilare un trasferimento di lavoro con uno dei nostri aeroplani.
Cio’ che mi ha portato a Budapest in Ungheria è stata la necessità, per un importante operazione, di visitare uno stabilimento produttivo per concordare modi, tempi e verificare l’idoneità degli impianti al lavoro che saranno chiamati a fare.
Ho iniziato a controllare l’evoluzione delle meteo dalla settimana prima e le aspettative di poter fare A/R con il nostro P28R diventava sempre più’ concreta con il passare dei giorni. Unico dubbio, un fronte che dopo la partenza prevista si sarebbe sviluppato e avrebbe potuto creare qualche disagio per il rientro.
Inizio cosi’ lo scouting del punto di arrivo. Prima scelta LHBP, il Budapest International. Non hanno carburante e dopo numerose richieste mi fanno anche un preventivo per le tasse di atterraggio: 470 euro. Declino cortesemente (nel senso che gli ho detto di aspettarmi che sarei arrivato di sicuro…).
Valuto il vicino Budaors, LHBS, con una pista in erba dato che secondo AIP Ungherese posso tranquillamente atterrare in qualunque aviosuperficie essendo paese completamente comunitario e in accordo Schengen. Li chiamo e trovo anche il gestore che parla italiano il quale mi dice di avere Avgas e anche posto in Hangar (e visti i giorni che dovrò’ rimanere e la meteo prevista non mi dispiace). Ho qualche perplessità per il fondo erboso in quanto in caso di maltempo potrebbe essere più difficoltoso partire (dalle foto satellitari mi sembra ben tenuto.. ma un conto è un foto un conto è conoscere lo stato del manto erboso).
img_7448Mi imbatto poi, per caso, nell’ex aeroporto militare di Tokol (una X segnata su una vecchia carta), praticamente sul Danubio, alle porte di Budapest. Non è sulle carte in quanto militare fino a qualche tempo fa e non è nemmeno presente nel Jeppview aggiornato scrupolosamente alla release ultima. Il suo nominativo è LHTL (e non c’è nemmeno sull’AIP Ufficiale Ungherese). Non so perché ma voglio approfondire. Trovo un numero di telefono che chiamo e con sorpresa mi rispondono e mi dicono che sono operativi, hanno avgas e che posso atterrare tranquillamente. Il problema è trovare uno straccio di cartina con orientamenti, radio, raccordi ecc. Trovo una vecchia foto della base militare in B/N con le frequenze radio e il disegno di un pista di oltre 2 km. La adatto “alla brutta” e la stampo (photoshop fa miracoli… non solo con il viso delle modelle). Anche se tutta in Ungherese riesco ad identificare la frequenza della torre (sarà corretta? Sarà aggiornata? Mah!). Ci provo… e poi posso sempre mettere il Budaors come alternato!
Decido inoltre di fare uno stop intermedio avendo passeggeri a bordo non proprio abituati a piccoli aerei di aviazione generale al Balaton, per sgranchirci le gambe e semmai mangiare qualcosa.
Definite queste due cose inizio una attenta valutazione dell’AIP ungherese e dei Notam. Ci sono tantissime zone militari attive alcune molto piccole, una in particolare la LHD36B è attiva ed è vicinissima alla rotta nei pressi di Tokol. Mi ero anche premurato di ordinare una cartina aggiornata VFR, l’unica che ho trovato è stata la Rogers Data che mi è puntualmente arrivata a casa. La parte IFR l’avevo già ed era strano notare come in tutta l’Europa dell’est ci fossero aerovie tranne che in Ungheria. Guardando le carte ELO 11 e 12 lo spazio aereo ungherese è bianco!img_7294 img_7300 img_7308 img_7320 img_7337 img_7340 img_7345 img_7347 img_7362 img_7373 img_7391 img_7407 img_7413 img_7415 img_7420 img_7422 img_7434 img_7436 img_7441 img_7443

Chiamo Tokol per conferma arrivo e devo dire che con gran gentilezza mi confermano il tutto (dicendomi tra l’altro di fare attenzione alle zone militari attive, che gli recito a memoria) e faccio lo stesso con Balaton per la sosta intermedia.
Il giorno prima mando via il piano di volo IFR, con le due aerovie M857 e pick up su Lumav, poi Bistrica, N167, Dolsko, di nuovo M857 fino a Dimlo, poi inserisco diretto SME
(LHSM) che è Balaton, che oltre a non avere aerovie non ha STAR (ha solo un paio di SID).
La mattina della partenza il tempo è buono, il fronte arriverà tra il tardo pomeriggio e l’indomani per sgonfiarsi nella giornata di venerdì’, giorno fissato per il rientro
Sono costretto a fare un paio di delay a causa di un piccolo inconveniente ad un gancio di chiusura della cappotta motore, che viene pero’ risolto (se il ritardo fosse stato s
uperiore avrei rischiato di arrivare e incontrare già cattivo tempo). Decolliamo alle 11:30 (con un’ora e mezza di ritardo) alla volta di Lumav, in salita per livello 090. Verso Chioggia il controllo di Venezia ci vettora per evitamento traffici e poi aggiorna la clearance per Bistrica. Facile a dirsi… ma senza GPS… Navighiamo alla vecchia, siamo IFR e IFR capable ma tutto con Vor e ADF (il che devo dire mi da ancora soddisfazione). Filiamo a 152 nodi di ground. Passiamo quasi subito con Portoroze app che ci autorizza diretti Dolsko e poi con Lubiana. Non ricevendo il Vor di Dolsko facciamo due conteggi di rotta stimando una prua magnetica di 050, poi per sicurezza chiediamo un suggerimento e ci comunicano rotta 052 distanza 65 miglia. Sfilano sotto di noi alcuni piccoli aeroporti dentro la Slovenia tra cui Postumia e LJDI. A metà strada ci autorizzano diretti a Dimlo e siamo costretti nuovamente, non avendo GPS, a fare un po’ di conteggi per capire la prua di intercettamento. Più’ a occhio che a calcolo ci mettiamo in direzione di uscita dallo spazio aereo Sloveno. Traccio un fix Vor sul Dimlo e dopo 40 minuti ho la radiale al centro che mi indica di essere al traverso del punto (non ricevendo il Vor di Dolsko e nemmeno il DME non sono certo della precisione). Ci passano con Budapest Controllo al quale, avendo finito i punti IFR (!!) con qualche imbarazzo dichiariamo ns intenzione di procedere diretti a SME (Balaton). Ci autorizzano e dopo alcuni minuti riceviamo il beacon di SME. C’è parecchia foschia e procediamo con la ns navigazione stimata. Arriviamo un paio di miglia a sud di SME evidentemente eravamo ad un paio di miglia a sud di Dimlo e iniziamo una discesa ripida essendo praticamente in sottovento all’aeroporto di Sarmellek. Chiudiamo con Budapest e passiamo con la torre che ci autorizza subito al Visual per pista 14 dicendoci di fare attenzione avendo un uomo sulla pista. Dopo 2 ore e qualche minuto atterriamo al Balaton (senza investire l’uomo)!Questo aeroporto anch’esso ex militare, a ridosso del lago Balaton, è stato da poco ammodernato (era una meta che avevo in mente da tanto tempo e un paio di anni fa gli avevo anche scritto ma ancora non avevano carburante). Ora hanno realizzato una piccola aerostazione e asfaltato ex novo il piazzale. Permangono ancora gli edifici vecchi militari e gli shelter del periodo Sovietico oramai quasi divorati dal verde.
Già che ci fermeremo un’oretta chiediamo il refuel (meglio aver avuto… che aver d’avere…). Ci vengono incontro 3 persone, il direttore dell’aeroporto (Attila), la guardia e l’uomo del rifornimento. Inizialmente pensavo a richieste di controlli e documenti ma mi rendo subito conto che sono stupiti nel vedere il nostro aeroplano e che probabilmente siamo l’unico traffico da giorni se non da settimane e hanno solo voglia di darci il benvenuto!Anche la voglia di farci rifornimento è tanta e riempiono talmente i serbatoi che nemmeno si riescono a chiudere e una volta chiu
si, credo che almeno un litro o due siano fuoriusciti dagli sfiati! In tutto abbiamo consumato 89 litri (anzi direi 86 gli altri sono andati per terra!)
Dopo qualche chiacchiera di cortesia entriamo nel piccolo terminal deserto (ma nuovo di zecca!) perché ci avevano indicato un bar, in cui avremmo potuto mangiare.
Sebbene le scritte recitassero snack, sandwich, ecc, hanno solo da bere e una improbabile mono porzione di torta. Vista la fame prendiamo quella e la dividiamo!
Paghiamo tasse (12 euro), e benzina (1,9 eur al litro) e mandiamo via piano di volo VFR da LHSM a LHTL inserendo comunque due alternati, Budaors e Il Budapest International (avendo cosi’ poche informazioni su Tokol non si sa mai).
Decolliamo e mettiamo subito prua a nord est che ci porta direttamente sul lago Balaton dove (impareremo poi) si sta svolgendo il Balaton Sound Festival (averlo saputo prima…). La nostra salita si ferma a 4.500 piedi, siamo in VFR, e avremo circa 45 minuti di volo. Quel tanto di quota che basta per avere un po’ di fresco. Sorvoliamo tutto il Balaton chiamando i riporti che ci vengono indicati. Incrociamo diverse aviosuperfici, sembrano tutte veramente ben tenute e tutte e ridosso del lago alcune nella sponda sud altre nella nord. L’acqua del Balaton ha davvero un colore strano.
Lasciato il lago continuiamo la nostra navigazione evitando le zone militari attive con qualche piccola accostata verso sud e dopo 45 minuti vediamo il Danubio e la periferia di Budapest.
Iniziamo la ricerca dell’ansa in cui dovrebbe trovarsi Tokol (indicato solo da una X sulla mappa) e infatti, inconfondibile nella parte sud del fiume abbiamo contatto visivo con una pista enorme di oltre 2 km pavimentata. E’ lui, e le indicazioni anche se in Russo e Ungherese sulla mappa sono dettagliate. Lasciamo la frequenza di Budapest e passiamo con Tokol che ci risponde e ci assegna un lungo finale per pista 14. Rallentiamo e configuriamo l’aeroplano per l’atterraggio e man mano che ci avviciniamo si capisce che solo una parte della pista è agibile. Molti shelter e pezzi di Mig sono abbandonati nel lato est dell’enorme base mentre nel lato ovest sembrano stiano asfaltando e costruendo tutto ex novo.
Non abbiamo precise indicazioni per il rullaggio e la posizione dei parcheggi, ma dalla torre ci vengono subito in aiuto: “continuate fino a fondo pista poi raccordo sulla sinistra fino in fondo”.
Eseguiamo. Lasciata la pista ci infiliamo nel raccordo lunghissimo, in mezzo ad alberi e boscaglia, un raccordo di oltre 1,5 km che ci porta in una zona non ben visibile dalla pista dove ci sono i parcheggi e sotto quello che una volta avrebbe dovuto essere una costruzione militare ora diroccata e in parte bruciata hangar e locali.
Arriviamo nella zona parcheggio e ci fanno cenno di spegnere. Via la miscela, magneti off, interruttori spenti. Dopo 50 minuti di volo siamo arrivati a Budapest con bel tempo e caldo estivo!
La persona che ci accoglie è il factotum: parcheggiatore, refuelling, radio… sempre lui. Rigorosamente in tuta blu da meccanico. In effetti esce da una garage TNT di alluminio pieno di roba di ogni genere.
Ci aggancia l’aereo e ci fa un push back al posto di parcheggio, di fianco ad un Navajo Chieftain.
La cosa che mi sorprende, oltre al nuovissimo impianto per rifornimento carburante (quasi stona in mezzo a quel luogo fatto di edifici diroccati del regime sovietico) è che sotto all’edificio principale, enorme, ci saranno oltre 50 aeroplani. Direi la maggior parte ultraleggeri ma anche AG, tra Cessna e Piper. Non lo avrei mai detto. Guardando Sarmellek e i lavori che stanno facendo dall’altra parte dell’aeroporto e la voglia di tenere aperto con i servizi necessari (più’ di quelli che troviamo da noi) mi fa veramente pensare che ci sia grande voglia di fare ma anche domanda in crescita! Tutto sommato una bella sorpresa.
Mettiamo i tacchi al ns aeroplano, blocchiamo i comandi e lo copriamo con cura visto che nel giro di qualche ora e per due giorni si scatenerà il finimondo!

(Continua…)

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