In Volo

22 Febbraio 2017

Non si tratta del romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, più modestamente uno dei voli notturni di un velivolo della nostra flotta durante una missione di addestramento per il conseguimento della qualifica al volo notturno e all’abilitazione al volo strumentale. Non si può negare che volare di notte ha un certo fascino.

R.R.


14 Gennaio 2017

Veloce volo nel primo pomeriggio con l’amico Claudio, a bordo dell’I-MODU, il Piper 28-181 dell’Aero Club di Modena.

Un volo verso nord fimo alle sponde del Po, con una visibilità stupenda, tanto che dalla verticale della città di Carpi era possibile scorgere le due centrali idroelettriche di Ostilia e Sermide lungo il grande fiume, i Colli Euganei che spuntavano dalla foschia bassa, la catena montuosa attorno al Lago di Garda e tutto l’arco dolomitico che pian piano spariva tra le nubi basse cariche di neve…


P.G.


6 Gennaio 2017

…un caffè a Verona-Boscomantico…

Cosa c’è di meglio che iniziare l’anno con un volo…

 

E come regalo per la Festa dell’Epifania, che come tutti sappiamo le feste si porta via, ci siamo regalati un giro sul sempre meraviglioso Lago di Garda, concedendoci poi un caffè all’Aeroporto di Verona-Boscomantico.
Con Attilio, Loris e Cristiano, siamo decollati attorno alle 14,35, a bordo dell’I-EMHW, il Piper Arrow dell’Aero Club di Modena, dirigendo verso l’NDB di Gazoldo, volando ad una quota di circa 2000 piedi.


Abbiamo poi proseguito verso Peschiera per poi sorvolare brevemente la penisola su cui sorge il Castello di Sirmione, poi diretti verso l’Aeroporto di Boscomantico.

Dopo una simpatica chiacchierata con Simone, l’addetto alla torre di controllo dello scalo, abbiamo bevuto un caffè.


Ripartiti verso Modena, sempre in contatto con Garda Avvicinamento, abbiamo appreso che una delle tre mongolfiere che avevamo visto all’andata si era schiantata al suolo.

Fortunatamente, abbiamo poi appreso che equipaggio ed occupanti al momento dell’atterraggio d’emergenza si sono buttati fuori dal cestello dell’aerostato.

Beh meglio così….

 


Col sole che scomparendo dietro l’Appennino tingeva di rosso e oro il cielo siamo atterrati a Marzaglia.

Beh un buon inizio d’anno ….no?

P.G.


1 Gennaio 2017

Ed invece senza volere mi sono trovato catapultato in un’altra magnifica avventura targata Aero Club Modena.

Con Mirko, il Comandante Catellani, Capo Istruttore e Direttore della Scuola di Volo, Loris ed il mitico Robby Cipolli, siamo decollati, a bordo dell’ammiraglia dell’Aero Club ,il Piper Pa31-325C/R I-LUAN meglio conosciuto come ”la Luana….” , verso uno dei più suggestivi e aeroporti italiani.

Il “Romeo Sartori” di Asiago

Volo meraviglioso sulle montagne sovrastanti lo scalo veneto, tra picchi rocciosi spolverati di neve, cime alberate e canyon da brivido.


Atterraggio perfetto del nostro Mirko e mangiata superba, come sempre del resto, al Ristorante 3409 Ft, il nome del locale prende il nome dall’altitudine in piedi  dell’aeroporto sul livello del mare, appunto 3409 ( 1038 metri circa).

Dopo il caffè con biscottino a forma d’aereo (…finezza non da poco), siamo risaliti sul bimotore per effettuare un paio di procedure ILS con riattaccata, sull’Aeroporto di Parma, poi diretti a casa…

Un’altra giornata,un altro sogno, un altro volo da tenere tra i ricordi più cari….

E questa volta davvero Buon Anno a tutti

 

P.G.


31 Dicembre 2016

Fantastico fine d’anno aviatorio in quel di Calvì

 

Due velivoli, due equipaggi per una stupenda giornata in terra corsa.

 

Meravigliose le meteo, visibilità illimitata ottima la compagnia.

Con Attilio, sua figlia Laura, Loris, Manuel, Mirko e sua figlia Sara e Valler a bordo di due dei tre Piper 28 dell’Aero Club di Modena.

 

Cieli tersi, non una bava di vento, fin dai primi momenti di volo abbiamo capito che la giornata sarebbe stata meravigliosa.

 

Dalla verticale dell’Isola di Monte Cristo, si vedevano nitidamente le cime innevate delle Alpi Marittime tra l’Italia e la Francia, a destra, la costa tirrenica fino a Piombino ed il Monte Calamita sull’Isola d’Elba a sinistra e  le montagne corse davanti a noi.

All ‘arrivo, sull’Aeroporto di Calvì-Sainte Catherine, abbiamo goduto di una temperatura più che primaverile passeggiando per le strette viuzze del centro e sul molo del porto turistico sovrastato dalle vecchie mura che cingevano la “Calvì vecchia.”

Una mangiata in compagnia a due passi dell’acqua poi via di nuovo verso gli aerei.

Il volo di rientro spettacolare e tranquillo come l’’andata con  gli Appennini che si tingevano di rosso man mano che il sole calava.

 

Che dire più bello del bello…..

 

Buon 2017 a tutti…..

 

P.G.

 


8 Ottobre 2016

Lasciato l’aeroplano alle spalle, ben sigillato, al Tokol ci recuperano e ci dirigiamo verso la ns destinazione finale, accompagnati anche da altre persone che ci seguiranno per il viaggio.
Dopo circa due ore come da copione, arriva il fronte, le temperature crollano e acqua come se non ci fosse un domani!
Siamo anche costretti a saltare la cena (dopo aver praticamente saltato il pranzo) perché arriviamo nel paesino alle 22:00 di sera dove tutto e dico tutto è chiuso e in hotel nemmeno un sacchetto di patatine. Quella notte devo aver sognato un risotto ai funghi.
Il Mercoledì’ lo passiamo in fabbrica tra riunioni e verifiche e la sera, dopo il ristorante (finalmente… anche perché il pranzo in fabbrica del mercoledì’ non è che proprio fosse di quelli da ricordare) do’ uno sguardo all’evoluzione della meteo per iniziare a costruire la migliore strategia per il rientro. Giovedì’ ancora perturbato in miglioramento dal pomeriggio, e venerdì’ il tempo sembra buono proprio come da previsione, segno questo che i movimenti dei fronti e delle masse d’aria stanno rispettando la loro “tabella di marcia”. Quando non è cosi’ generalmente vuol dire che l’instabilità è talmente alta che anche la previsione a 4 ore può’ non essere corretta.
Ancora non sappiamo esattamente quando finiremo le ns attività anche se il grosso lo abbiamo risolto nella giornata di mercoledì’ per cui non è da escludere che già giovedì di primo pomeriggio potremmo essere liberi (o di rientrare se la meteo lo permetterà o di gironzolare per Budapest e rientrare il venerdì’). Sin dalla partenza vedendo la meteo avevo detto a tutti i passeggeri e anche a casa che saremmo rientrati venerdì’, giusto per evitare “pressioni” sulle tempistiche.
Infatti me ne guardo bene dal manifestare la possibilità di rientro al giovedì’ pomeriggio anche perché la meteo al momento è davvero pessima.
Giovedì’ mattina ci svegliamo sotto pioggia battente, cieling a 1500 piedi. Io mi sveglio un po’ prima per fare comunque il mio briefing meteo giornaliero in vista del ritorno. Sembra che già da metà pomeriggio le condizioni migliorino, per diventare buone nella tarda serata/mattina successiva. Recupero diligentemente tutte le info previsionali le scarico, le studio e le tengo per verificare gli sviluppi una volta terminata la ns riunione del giovedì’.
Verso le 12:00 terminiamo del tutto i lavori, nel frattempo la pioggia è cessata, si inizia a percepire il miglioramento il clieling è intorno ai 3000 piedi ma è diventato broken con qualche goccia di pioggia qua e la.
Le info meteo sono migliorate ma lungo la rotta ci sono ancora aree di tempo non buono anche se in miglioramento.
Decido pero’ di fare outing e dico ai miei passeggeri che potremmo decollare verso le 15:00 per avvicinarci all’Italia e passare la serata al Balaton oppure di rimanere a Budapest e partire diretti l’indomani.
Non ho ancora parlato di rientro non essendo certo di poter aggirare o superare i residui del fronte (anche se è una ipotesi che non ho scartato a priori). Si decide per il Balaton. Comunico che prima delle 15:30 non saremmo partiti perché avrei avuto bisogno di fare attività mie e avrei cosi’ avuto modo di studiare bene la situazione e vedere gli aggiornamenti.

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Inizio a studiare la rotta di rientro e l’evoluzione meteo. Decido quindi di andare in VFR, quota minima passando sotto (non fa più’ caldo ci sono 18 gradi quindi per il confort dei passeggeri anche 2000 piedi vanno bene), non voglio fare inserimenti IFR in nube e se il cieling lo permette potrei arrivare fino a casa altrimenti il Balaton e la serata al Sound Festival. Mando via il piano di volo, destinazione Modena, con 3 alternati, Tokol (il punto di partenza), Sarmellek, Maribor (dall’adriatico in avanti non avrei avuto nessun problema).
Fino a Maribor siamo in pianura, il tempo va via via migliorando, e con 6 ore di autonomia nei serbatoi ho diversi scenari da poter attivare: se incontro brutto tempo subito posso rientrare al Tokol dove nel frattempo è venuto il sole, se arrivo al Balaton quello sarà il mio punto di ritorno se arrivo a Maribor che è a ridosso delle montagne o si riesce a passare e arriviamo a casa oppure Balaton o Maribor. Quello che mi da fiducia è che dietro di me il tempo è buono e avrò’ sempre autonomia per tornare al punto di partenza.
Mandato via il piano di volo, briefing meteo e tutto quanto necessario, decido di fare un briefing ai passeggeri prima di andare in aeroporto. Il briefing suona più’ o meno cosi: abbiamo forse una opzione per arrivare fino a Modena se lungo la rotta il tempo migliora. Ho deciso quindi di arrivare al Balaton, poi se il tempo è buono proseguiamo per Maribor quindi Modena e guadagnamo un giorno, se ho dei dubbi, ritorniamo al Balaton come programmato. Voleremo a quota più’ bassa e avremo un po’ di turbolenza, non dovrebbe essere un problema, se non è confortevole ci fermiamo subito al Balaton (c’era in effetti un bel vento che stava spazzando le nubi e qualche saltellio ci sarebbe stato). I passeggeri prendono di buon grado la novità e ci dirigiamo cosi’ al Tokol.
Una volta in aeroporto prepariamo il nostro Arrow per la partenza, Bagaglio, CG nei limiti e peso nei limiti, rabbocchiamo olio e siamo pronti per togliere i tacchi. Prima di partire atterra uno splendido Mooney Ovation che arriva dalla Spagna. Ha viaggiato a 150 di livello con ossigeno e il pilota una volta saputo che andiamo in Italia ci tiene a dirmi che a Livello 120 ha fatto ghiaccio. Lo rassicuro dicendogli che andremo via in VFR che non saliremo oltre i 6000 piedi e che se il cieling ce lo permetterà entreremo in Adriatico poi a Modena altrimenti ci fermeremo a Sarmellek.
Prima di partire entro nella parte vecchia dell’edificio ex militare giusto per utilizzare la toilette e mi fermo diverse volte ad ammirare locali disabitati vecchie cartine e foto appesa qua e là di un tempo ormai passato. Sembra tutto congelato a 20 anni fa…
Una volta a bordo, rulliamo ripercorrendo il lunghissimo sentiero in mezzo agli alberi che ci porta in testata pista e decolliamo mettendo subito prua a Ovest. Abbiamo un cieling intorno ai 2.500/3.000 piedi Broken e saliamo sino alla base delle nubi. Abbiamo 15 gradi di correzione di rotta sull’heading per colpa del vento che arriva anche a raffiche e ci fa fare qualche piccolo sobbalzo. Nulla di particolarmente pesante e dopo aver chiesto due o tre volte ai passeggeri se avessero problemi, proseguiamo per il Balaton. Lo attraversiamo nel centro e a tratti prendiamo qualche piovasco per poi sbucare sopra l’aeroporto di Sarmellek sulla sponda ovest del lago. Il cieling è ora a 4.000 piedi e anche noi ci portiamo leggermente più’ alti con destinazione Maribor. Qualche correzione di rotta per evitare condizioni meteo e vediamo l’aeroporto di Maribor dritto di prua ai piedi delle montagne. La situazione meteo pare discreta ora siamo scattered e impostiamo la salita a livello 070 per l’attraversamento.Riusciamo a vedere tutte le montagne e la base delle nubi è circa 2.000 piedi sopra con un broken/overcast di strati ma verso sud est è sempre pulito (la nostra via di fuga). La visibilità si riduce a tratti prendiamo qualche piccolo gruppo di strati ma siamo sempre con ground contact e con la via di fuga sempre a portata. Sfiliamo Lubiana sulla nostra destra, e ci troviamo sopra Postumia e poi sul promontorio di Pirano, ormai sul mare in contatto radio con Portoroze approach. Da qui a Modena il cielo diventa sereno e filiamo a 145 nodi di ground speed. Dopo 3 ore esatte appoggiamo le ruote di nuovo a Modena, in anticipo sulla tabella di marcia e con un volo stupendo sia all’andata che al ritorno. E cosa ancora più’ interessante abbiamo visto in Ungheria un mondo di aviazione generale e leggera in fermento e attivo (siamo rimasti poco per giudicare se fosse più’ o meno attivo che da noi ma vi posso dire che ne sono rimasto colpito).img_7506 img_7508 img_7509 img_7510 img_7513 img_7517 img_7520 img_7526


8 Ottobre 2016

Dopo diverso tempo è tornata l’occasione per infilare un trasferimento di lavoro con uno dei nostri aeroplani.
Cio’ che mi ha portato a Budapest in Ungheria è stata la necessità, per un importante operazione, di visitare uno stabilimento produttivo per concordare modi, tempi e verificare l’idoneità degli impianti al lavoro che saranno chiamati a fare.
Ho iniziato a controllare l’evoluzione delle meteo dalla settimana prima e le aspettative di poter fare A/R con il nostro P28R diventava sempre più’ concreta con il passare dei giorni. Unico dubbio, un fronte che dopo la partenza prevista si sarebbe sviluppato e avrebbe potuto creare qualche disagio per il rientro.
Inizio cosi’ lo scouting del punto di arrivo. Prima scelta LHBP, il Budapest International. Non hanno carburante e dopo numerose richieste mi fanno anche un preventivo per le tasse di atterraggio: 470 euro. Declino cortesemente (nel senso che gli ho detto di aspettarmi che sarei arrivato di sicuro…).
Valuto il vicino Budaors, LHBS, con una pista in erba dato che secondo AIP Ungherese posso tranquillamente atterrare in qualunque aviosuperficie essendo paese completamente comunitario e in accordo Schengen. Li chiamo e trovo anche il gestore che parla italiano il quale mi dice di avere Avgas e anche posto in Hangar (e visti i giorni che dovrò’ rimanere e la meteo prevista non mi dispiace). Ho qualche perplessità per il fondo erboso in quanto in caso di maltempo potrebbe essere più difficoltoso partire (dalle foto satellitari mi sembra ben tenuto.. ma un conto è un foto un conto è conoscere lo stato del manto erboso).
img_7448Mi imbatto poi, per caso, nell’ex aeroporto militare di Tokol (una X segnata su una vecchia carta), praticamente sul Danubio, alle porte di Budapest. Non è sulle carte in quanto militare fino a qualche tempo fa e non è nemmeno presente nel Jeppview aggiornato scrupolosamente alla release ultima. Il suo nominativo è LHTL (e non c’è nemmeno sull’AIP Ufficiale Ungherese). Non so perché ma voglio approfondire. Trovo un numero di telefono che chiamo e con sorpresa mi rispondono e mi dicono che sono operativi, hanno avgas e che posso atterrare tranquillamente. Il problema è trovare uno straccio di cartina con orientamenti, radio, raccordi ecc. Trovo una vecchia foto della base militare in B/N con le frequenze radio e il disegno di un pista di oltre 2 km. La adatto “alla brutta” e la stampo (photoshop fa miracoli… non solo con il viso delle modelle). Anche se tutta in Ungherese riesco ad identificare la frequenza della torre (sarà corretta? Sarà aggiornata? Mah!). Ci provo… e poi posso sempre mettere il Budaors come alternato!
Decido inoltre di fare uno stop intermedio avendo passeggeri a bordo non proprio abituati a piccoli aerei di aviazione generale al Balaton, per sgranchirci le gambe e semmai mangiare qualcosa.
Definite queste due cose inizio una attenta valutazione dell’AIP ungherese e dei Notam. Ci sono tantissime zone militari attive alcune molto piccole, una in particolare la LHD36B è attiva ed è vicinissima alla rotta nei pressi di Tokol. Mi ero anche premurato di ordinare una cartina aggiornata VFR, l’unica che ho trovato è stata la Rogers Data che mi è puntualmente arrivata a casa. La parte IFR l’avevo già ed era strano notare come in tutta l’Europa dell’est ci fossero aerovie tranne che in Ungheria. Guardando le carte ELO 11 e 12 lo spazio aereo ungherese è bianco!img_7294 img_7300 img_7308 img_7320 img_7337 img_7340 img_7345 img_7347 img_7362 img_7373 img_7391 img_7407 img_7413 img_7415 img_7420 img_7422 img_7434 img_7436 img_7441 img_7443

Chiamo Tokol per conferma arrivo e devo dire che con gran gentilezza mi confermano il tutto (dicendomi tra l’altro di fare attenzione alle zone militari attive, che gli recito a memoria) e faccio lo stesso con Balaton per la sosta intermedia.
Il giorno prima mando via il piano di volo IFR, con le due aerovie M857 e pick up su Lumav, poi Bistrica, N167, Dolsko, di nuovo M857 fino a Dimlo, poi inserisco diretto SME
(LHSM) che è Balaton, che oltre a non avere aerovie non ha STAR (ha solo un paio di SID).
La mattina della partenza il tempo è buono, il fronte arriverà tra il tardo pomeriggio e l’indomani per sgonfiarsi nella giornata di venerdì’, giorno fissato per il rientro
Sono costretto a fare un paio di delay a causa di un piccolo inconveniente ad un gancio di chiusura della cappotta motore, che viene pero’ risolto (se il ritardo fosse stato s
uperiore avrei rischiato di arrivare e incontrare già cattivo tempo). Decolliamo alle 11:30 (con un’ora e mezza di ritardo) alla volta di Lumav, in salita per livello 090. Verso Chioggia il controllo di Venezia ci vettora per evitamento traffici e poi aggiorna la clearance per Bistrica. Facile a dirsi… ma senza GPS… Navighiamo alla vecchia, siamo IFR e IFR capable ma tutto con Vor e ADF (il che devo dire mi da ancora soddisfazione). Filiamo a 152 nodi di ground. Passiamo quasi subito con Portoroze app che ci autorizza diretti Dolsko e poi con Lubiana. Non ricevendo il Vor di Dolsko facciamo due conteggi di rotta stimando una prua magnetica di 050, poi per sicurezza chiediamo un suggerimento e ci comunicano rotta 052 distanza 65 miglia. Sfilano sotto di noi alcuni piccoli aeroporti dentro la Slovenia tra cui Postumia e LJDI. A metà strada ci autorizzano diretti a Dimlo e siamo costretti nuovamente, non avendo GPS, a fare un po’ di conteggi per capire la prua di intercettamento. Più’ a occhio che a calcolo ci mettiamo in direzione di uscita dallo spazio aereo Sloveno. Traccio un fix Vor sul Dimlo e dopo 40 minuti ho la radiale al centro che mi indica di essere al traverso del punto (non ricevendo il Vor di Dolsko e nemmeno il DME non sono certo della precisione). Ci passano con Budapest Controllo al quale, avendo finito i punti IFR (!!) con qualche imbarazzo dichiariamo ns intenzione di procedere diretti a SME (Balaton). Ci autorizzano e dopo alcuni minuti riceviamo il beacon di SME. C’è parecchia foschia e procediamo con la ns navigazione stimata. Arriviamo un paio di miglia a sud di SME evidentemente eravamo ad un paio di miglia a sud di Dimlo e iniziamo una discesa ripida essendo praticamente in sottovento all’aeroporto di Sarmellek. Chiudiamo con Budapest e passiamo con la torre che ci autorizza subito al Visual per pista 14 dicendoci di fare attenzione avendo un uomo sulla pista. Dopo 2 ore e qualche minuto atterriamo al Balaton (senza investire l’uomo)!Questo aeroporto anch’esso ex militare, a ridosso del lago Balaton, è stato da poco ammodernato (era una meta che avevo in mente da tanto tempo e un paio di anni fa gli avevo anche scritto ma ancora non avevano carburante). Ora hanno realizzato una piccola aerostazione e asfaltato ex novo il piazzale. Permangono ancora gli edifici vecchi militari e gli shelter del periodo Sovietico oramai quasi divorati dal verde.
Già che ci fermeremo un’oretta chiediamo il refuel (meglio aver avuto… che aver d’avere…). Ci vengono incontro 3 persone, il direttore dell’aeroporto (Attila), la guardia e l’uomo del rifornimento. Inizialmente pensavo a richieste di controlli e documenti ma mi rendo subito conto che sono stupiti nel vedere il nostro aeroplano e che probabilmente siamo l’unico traffico da giorni se non da settimane e hanno solo voglia di darci il benvenuto!Anche la voglia di farci rifornimento è tanta e riempiono talmente i serbatoi che nemmeno si riescono a chiudere e una volta chiu
si, credo che almeno un litro o due siano fuoriusciti dagli sfiati! In tutto abbiamo consumato 89 litri (anzi direi 86 gli altri sono andati per terra!)
Dopo qualche chiacchiera di cortesia entriamo nel piccolo terminal deserto (ma nuovo di zecca!) perché ci avevano indicato un bar, in cui avremmo potuto mangiare.
Sebbene le scritte recitassero snack, sandwich, ecc, hanno solo da bere e una improbabile mono porzione di torta. Vista la fame prendiamo quella e la dividiamo!
Paghiamo tasse (12 euro), e benzina (1,9 eur al litro) e mandiamo via piano di volo VFR da LHSM a LHTL inserendo comunque due alternati, Budaors e Il Budapest International (avendo cosi’ poche informazioni su Tokol non si sa mai).
Decolliamo e mettiamo subito prua a nord est che ci porta direttamente sul lago Balaton dove (impareremo poi) si sta svolgendo il Balaton Sound Festival (averlo saputo prima…). La nostra salita si ferma a 4.500 piedi, siamo in VFR, e avremo circa 45 minuti di volo. Quel tanto di quota che basta per avere un po’ di fresco. Sorvoliamo tutto il Balaton chiamando i riporti che ci vengono indicati. Incrociamo diverse aviosuperfici, sembrano tutte veramente ben tenute e tutte e ridosso del lago alcune nella sponda sud altre nella nord. L’acqua del Balaton ha davvero un colore strano.
Lasciato il lago continuiamo la nostra navigazione evitando le zone militari attive con qualche piccola accostata verso sud e dopo 45 minuti vediamo il Danubio e la periferia di Budapest.
Iniziamo la ricerca dell’ansa in cui dovrebbe trovarsi Tokol (indicato solo da una X sulla mappa) e infatti, inconfondibile nella parte sud del fiume abbiamo contatto visivo con una pista enorme di oltre 2 km pavimentata. E’ lui, e le indicazioni anche se in Russo e Ungherese sulla mappa sono dettagliate. Lasciamo la frequenza di Budapest e passiamo con Tokol che ci risponde e ci assegna un lungo finale per pista 14. Rallentiamo e configuriamo l’aeroplano per l’atterraggio e man mano che ci avviciniamo si capisce che solo una parte della pista è agibile. Molti shelter e pezzi di Mig sono abbandonati nel lato est dell’enorme base mentre nel lato ovest sembrano stiano asfaltando e costruendo tutto ex novo.
Non abbiamo precise indicazioni per il rullaggio e la posizione dei parcheggi, ma dalla torre ci vengono subito in aiuto: “continuate fino a fondo pista poi raccordo sulla sinistra fino in fondo”.
Eseguiamo. Lasciata la pista ci infiliamo nel raccordo lunghissimo, in mezzo ad alberi e boscaglia, un raccordo di oltre 1,5 km che ci porta in una zona non ben visibile dalla pista dove ci sono i parcheggi e sotto quello che una volta avrebbe dovuto essere una costruzione militare ora diroccata e in parte bruciata hangar e locali.
Arriviamo nella zona parcheggio e ci fanno cenno di spegnere. Via la miscela, magneti off, interruttori spenti. Dopo 50 minuti di volo siamo arrivati a Budapest con bel tempo e caldo estivo!
La persona che ci accoglie è il factotum: parcheggiatore, refuelling, radio… sempre lui. Rigorosamente in tuta blu da meccanico. In effetti esce da una garage TNT di alluminio pieno di roba di ogni genere.
Ci aggancia l’aereo e ci fa un push back al posto di parcheggio, di fianco ad un Navajo Chieftain.
La cosa che mi sorprende, oltre al nuovissimo impianto per rifornimento carburante (quasi stona in mezzo a quel luogo fatto di edifici diroccati del regime sovietico) è che sotto all’edificio principale, enorme, ci saranno oltre 50 aeroplani. Direi la maggior parte ultraleggeri ma anche AG, tra Cessna e Piper. Non lo avrei mai detto. Guardando Sarmellek e i lavori che stanno facendo dall’altra parte dell’aeroporto e la voglia di tenere aperto con i servizi necessari (più’ di quelli che troviamo da noi) mi fa veramente pensare che ci sia grande voglia di fare ma anche domanda in crescita! Tutto sommato una bella sorpresa.
Mettiamo i tacchi al ns aeroplano, blocchiamo i comandi e lo copriamo con cura visto che nel giro di qualche ora e per due giorni si scatenerà il finimondo!

(Continua…)

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