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Un comunicato della società organizzatrice conferma che il salone non si terrà

Un comunicato della Gl Events, la società che organizza il Motor Show di Bologna ha ufficializzato la notizia: la 38esima edizione del salone motoristico è stata annullata. Nessuna casa automobilistica ha acquistato spazi espositivi, un fatto che ha reso inevitabile la decisione.

L’assenza del mercato – si legge nel comunicato – ci spinge ad annullare l’edizione 2013 del salone, sia per rispetto verso il pubblico del Motor Show, sia per lavorare in modo produttivo e concreto ad eventi futuri che possano contare di nuovo sulla massiccia presenza del settore“.

Gl Events ha anche sottolineato di avere “investito in modo importante negli ultimi 6 anni per garantire l’unico Salone italiano dell’automobile e per dare sostegno al settore auto in un Paese che dal 2007 ha perso oltre il 50% del mercato automobilistico“. 

In futuro – secondo indiscrezioni riportate questa mattina dal Giornale – potrebbe essere Alfredo Cazzola, papà del Motor Show che cedette la società organizzatrice ai francesi di Gl Events nel 2007, a riportare in Italia un salone: a Milano

Fonte:www.ilgiornale.it



Le acque dei laghi di Bracciano, Vico e Martignano

Aurora Boreale sulla città

Cielo sereno sopra Melbourne

La ” Grande Mela ” non dorme mai…

Le ipnotiche sfumature di blu del Mar dei Caraibi.

VEDI LE ALTRE FOTO SU

http://www.agi.it/gallerie-fotografiche/dallo-spazio-emozioni-cosmiche/le-acque-dei-laghi-di-bracciano-vico-e-martignano

Fonte:www.agi.it



Polemiche sulla sicurezza negli scali

A 9 anni è salito su un volo da Minnesapolis-St.Paul diretto a Las Vegas senza biglietto aereo. Il bambino è stato fermato e la famiglia contattata. Lo hanno riferito le autorità. La compagnia aerea ha assicurato la propria collaborazione con la polizia sul caso che ha scatenato polemiche sulla sicurezza. “La cosa che preoccupa di più è sapere come il piccolo sia riuscito a superare i controlli”, ha affermato il portavoce dello scalo di Minneapolis.

Fonte:www.tgcom24.mediaset.it



Tappi di gommapiuma, distribuiti a centinaia durante la giornata di sabato. A Colognola si protesta anche così contro il rumore degli aerei che decollano dallo scalo di Orio al Serio e passano a poche decine di metri sopra i tetti delle case.

Gli esponenti di Rifondazione comunista che hanno organizzato il presidio distribuiscono tappi giallorossi, i cittadini capiscono al volo il motivo del curioso cadeaux, sorridono e ringraziano.

 

Tappi di gommapiuma, distribuiti a centinaia durante la giornata di sabato. A Colognola si protesta anche così contro il rumore degli aerei che decollano dallo scalo di Orio al Serio e passano a poche decine di metri sopra i tetti delle case. Gli esponenti di Rifondazione comunista che hanno organizzato il presidio distribuiscono tappi giallorossi, i cittadini capiscono al volo il motivo dei curiosi cadeaux, sorridono e ringraziano.

“Noi non chiediamo la chiusura dell’aeroporto, non l’abbiamo mai chiesta e mai lo faremo – spiega Paolo Scanzi, esponente di Rifondazione -, molti pensano che la nostra posizione sia così drastica, ma non è così. Noi vogliamo solo il rispetto della salute dei cittadini. Come? Con più compatibilità ambientale. Proponiamo di non superare i limiti di voli fissati dalla legge, il blocco dei voli notturno, la diffusione dei dati relativi all’inquinamento acustico ed atmosferico e i relativi effetti sulla salute dei cittadini”.

“La compatibilità ambientale e sociale tra l’aeroporto e i quartieri di Bergamo è ormai un miraggio – si legge nel volantino distribuito alla cittadinanza -. Il limite di 68 mila 570 voli è abbondantemente superato. I voli notturni continuano incessanti. Le curve isofoniche del rumore scritte da Sacbo devono essere completamente rifatte perché il Tar le ha bocciate. Non vi è traccia dello studio epidemiologico. Aumentano i rischi non solo per la salute, ma in proporzione anche di un incidente aereo. L’amministrazione Tentorio non ha mai “battuto i pugni sul tavolo” all’interno del Consiglio di amministrazione di Sacbo per difendere i diritti dei cittadini di Bergamo”.

Fonte:www.bergamonews.it



Secondo uno studio di skyscanner.com, il 91% dei viaggiatori vieterebbe i sedili reclinabili. D’accordo anche gli assistenti di volo. E la psicologa: “Migliorerebbe la qualità del volo”

SIETE in aereo. Vi state godendo il viaggio. All’improvviso chi vi sta davanti reclina il sedile, dimezzando lo spazio a vostra disposizione. Non è una bella cosa. Nel migliore dei casi gli chiedete gentilmente di rimetterlo a posto. Nel peggiore, iniziate un’accesa discussione con chi ha leso il vostro diritto di viaggiare in pace. Sarete consolati nel sapere di non essere gli unici a non sopportare i sedili reclinabili e, soprattutto, chi li reclina. Nove viaggiatori su dieci, infatti, li vieterebbero o pensano che dovrebbero essere imposti degli orari per reclinarli. E’ quanto emerge da uno studio del sito Skyscanner, il portale gratuito che fornisce comparazioni istantanee tra milioni di voli.

Lo studio ha sentito mille passeggeri in tutto il mondo. I più estremisti, e sono 43 su cento, imporrebbero limiti temporali anche sui voli più lunghi. Un terzo dei viaggiatori ha dichiarato che il sedile reclinato gli ha causato disagio, il 3% sostiene addirittura di essersi fatto male al momento dell’inclinazione.

Chissà se le compagnie aeree ascolteranno la voce dei passeggeri. Di sicuro l’hanno ascoltata gli assistenti di volo. Loro, a dire il vero, questo tipo di lamentele le sentono spesso: il 60% del personale di volo intervistato da cabincrew.com ha dichiarato di aver assistito ad almeno una lite tra passeggeri per colpa dei discussi sedili.

La questione è meno banale di quanto possa sembrare. Secondo la psicologa Becky Spelman, i comportamenti dei passeggeri si ripercuotono sulla qualità del viaggio, per questo le compagnie aeree farebbero bene a non sottovalutare lo studio: “Un sedile reclinato può avere un impatto negativo sull’esperienza di volo di una persona. L’effetto provocato  –  sostiene Spelman – può portare a diverse emozioni negative come la rabbia, lo stress, l’ansia, la frustrazione e può infastidire il passeggero che sta dietro di loro. L’impatto emotivo  –  continua la psicologa – può causare tutta una serie di comportamenti da evitare, inclusi atteggiamenti violenti in cabina”.

Tutto sarebbe più semplice se i passeggeri chiedessero a chi gli sta dietro, il permesso di poter reclinare il proprio sedile. Ma secondo il sondaggio di Skyscanner, il 64% delle persone non lo ha mai fatto. Un terzo dei passeggeri poi, non si preoccupa neanche di arrecare disturbo agli altri, anche se sono donne incinta o anziani. Il 70% sostiene che reclinerebbe il sedile senza problemi anche se seduto davanti a una donna col pancione, otto passeggeri su dieci farebbero lo stesso se la persona dietro di loro fosse un anziano.

Insomma la categoria dei viaggiatori, secondo lo studio, va divisa tra ‘altruisti’ ed ‘egoisti’. Dice ancora la dottoressa Spelman: “Bisognerebbe

mettere in competizione ‘egoisti’ e altruisti’, impostando dei tempo per l’uso del sedile reclinabile. Le persone  –  sostiene la psicologa  –  sono condizionate a rispettare i limiti. Nonostante queste regole limitino i passeggeri su una scelta personale riferita alla loro comodità, la gente le segue e le accetta in quanto giuste. Questo – conclude – potrebbe portare ad una più piacevole esperienza di volo per la maggior parte dei passeggeri”.

Fonte:www.repubblica.it



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Musicisti in volo: con “Helicopter String Quartet” di Karlheinz Stockhausen si inaugura il festival della laguna. L’insolita partitura fu scritta per l’Arditti Quartet che lo esegue oggi e ne parla in questa intervista.

Musica per elicotteri. Musica in volo. Musica che assorbe e rilancia le sonorità del cosmo. Musica che traccia cerchi aerei e disegna utopie. Karlheinz Stockhausen, il più megalomane, discusso e provocante compositore del secondo Novecento (nato nel 1928 e morto nel 2007), scrisse per gli strumentisti dell’Arditti Quartet un pezzo senza confronti né precedenti, l’Helicopter String Quartet, che debuttò all’Holland Festival nel 1995.

Partitura vertiginosa. Tanto vertiginosa quanto perversa (per difficoltà di realizzazione), l’opera isola gli intrepidi membri dell’ensemble nelle cabine di quattro elicotteri guidati nei cieli dai rispettivi piloti. E prevede che suonino, ognuno per proprio conto, a 1500 metri d’altezza. I “canti” dei due violini, della viola e del violoncello si uniscono tecnologicamente e a distanza, mischiandosi col suono dei motori, delle pale, delle nuvole e del vento. Alla riproposta di quest’impressionante composizione  –  ripresa solo tre volte, di cui una a Roma nel gennaio 2009  –  viene affidata il 4 ottobre l’apertura della 75esima Biennale Musica di Venezia, intitolata “Altro spazio, altro suono” e articolata come un intreccio, secondo innumerevoli varianti, di due elementi-cardine del pensiero musicale contemporaneo, cioè lo spazio e la voce.

Una commissione. Con la sua folle e unica capacità di “teatralizzare” la musica e di “spazializzare” il suono, Stockhausen stabilì l’avvio del concerto all’interno di una sala (nel caso di Venezia sarà la Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, inizio ore 15) con la presentazione dei quattro musicisti, e ne fissò il termine col loro ritorno sulla terra, in tempo per prendere gli applausi del pubblico, che di volta in volta segue il concerto aereo su un grande schermo pronto a restituire in tempo reale le immagini e i suoni delle performance musicali dentro gli elicotteri. “Fui io a decidere di commissionare un brano a Stockhausen, pensando che avrebbe composto un normale quartetto d’archi”, racconta il violinista inglese Irvine Arditti, capofila del gruppo che porta il suo nome e dedicatario di tante opere importanti. “Fin dall’adolescenza adoravo Stockhausen: avevo quindici anni quando andai a Darmstadt per incontrarlo. La sua musica siderale e visionaria era un mito per me, che ero totalmente disinteressato al pop. Dopo la formazione del Quartetto Arditti lo contattai per chiedergli un pezzo, e quando mi mandò i dettagli del progetto pensai che fosse impazzito. C’erano istruzioni nette e rigorose. Gli dissi che nessuno avrebbe mai prodotto un tale kolossal e gli proposi di usare un nastro registrato per il rumore delle eliche che avrebbe dovuto mixarsi al suono degli archi. Replicò furente di aver ricevuto in sogno il piano dell’esecuzione. L’ebbe vinta lui, e l’Helicopter String Quartet debuttò ad Amsterdam in modo fedele alle sue indicazioni”.

Motori e suoni.Irvine Arditti, che compie sessant’anni il 16 ottobre (festeggerà con un concerto alla Wigmore Hall di Londra), è uno dei massimi campioni della musica contemporanea: “Il nostro repertorio è sterminato”, dice riferendosi al Quartetto Arditti. “Comprende centinaia o forse migliaia di pezzi fatti apposta per l’ensemble, e tra gli autori ci sono Carter, Boulez, Ligeti, Cage, Xenakis e Berio. Stimolare i compositori alla creazione ed esserne stimolato è l’interesse che occupa tutta la mia vita”. L’Helicopter String Quartet è l’unico brano da lui eseguito che non ha mai potuto ascoltare dal vivo: “Non riesco a sentirlo mentre suono nel mio elicottero perché il rumore del contesto mi sommerge”. Sostiene che “oggi la musica ha bisogno di grandi accadimenti” e che l’immenso gioco concepito da Stockhausen “è così spettacolare da destare la curiosità della gente per la sperimentazione musicale, conducendola ad aprire i suoi orizzonti”.

In cartellone anche domani. Alla Biennale di Venezia, col suo gruppo, sarà protagonista di un secondo appuntamento, il 5 ottobre, “nella relativa sicurezza di uno spazio normale, a Cà Giustinian”. Accanto a brani di Rebecca Saunders, Evis Sammutis e Andrea Portera, vi figura il Quartetto n. 5 di Elliott Carter, di cui gli Arditti hanno registrato l’intera produzione quartettistica. “Scritto per noi, questo brano mette in scena lo stesso processo della sua esecuzione, fino alla discussione dei musicisti su ogni movimento interpretato”.
Se gli si domanda quanto e come sia cambiata la nuova musica rispetto alle “scandalose” e arrabbiate opere dell’ultima fetta di Novecento, risponde “che oggi l’avanguardia non deve più scioccare, come un tempo. Prima spezzare i ponti col passato era una necessità per i compositori; ora invece non si è più ossessionati dalla voglia di uccidere i maestri. Ogni musica è interessante oppure non lo è, a prescindere da intenti dimostrativi”.   

Fonte:www.repubblica.it



Voli ATNARKO RETREAT SUL LAGO CHARLOTTE

Voli panoramici

Esplora il mondo attraverso gli occhi degli uccelli.

Dato che ci troviamo a pochi metri dal lago, l’idrovolante locale viene a prenderti praticamente appena fuori dalla tua stanza. La nostra grande area può essere visitata con piccoli Cessna 185 (fino a 3 passeggeri) o con la più grande de Havilland Canada DHC-2 Beaver (fino a 6 passeggieri). Il solo fatto di vedere gli aerei atterrare nella baia é uno spettacolo, ma quando l’aereo decolla è incredibilmente affascinante osservare come si alzano dall’acqua.

Puoi scegliere tu quanto tempo rimanere in alto nel cielo ad ammirare. C’é parecchio da esplorare:

Coast Mountain Range
– Lungo la costa Ovest dal Messico all’Alaska si sviluppa una bellissima catena montuosa. In Bella Coola, solo a 70 km a est in linea d’aria dalla nostra posizione, i ripidi pendii si gettano nel mare creando uno straordinario fiordo con fantastica vista.
Visto che l’altipiano Chilcotin e già a circa 1200 metri di altitudine, le sue montagne non sono molto ripide, sono comunque magnifiche e molte sono ricoperte dalla neve tutto l’anno. La catena forma un riparo naturale dalle intemperie e questo genera un clima piuttosto secco. Piove raramente in estate ed in inverno la neve è secca e polverosa come lo zucchero.

The Monarch Icefields
– Rappresenta una delle piu’ larghe calotte di ghiaccio continentale nella Coast Mountain Range.

Hunlen Falls
– Le “Hunlen Falls” erano chiamate originariamente “Mystery Falls” e rappresentano la seconda cascata più alta in British Columbia (dopo la Della Falls sull’isola di Vancouver) è la terza più lunga in Canada con suoi 369 m di caduta libera. La cascata svuota il lago Turner nel lago Hunlen Creek e poco dopo sfocia nel fiume Atnarko. Hunlen Falls e Hunlen Creek prendono il loro nome da un capo indiano che aveva delle trappole nella zona.

Lonesome Lake
– Uno dei personaggi più importanti della zona ha nominato questo lago come la sua casa. Ralph Edwards, conosciuto come il Crusoe del lago Lonesome, ha vissuto molti anni ai bordi di questo lago, in un piccolo casolare che fu distrutto durante un incendio nel 2004. Ralph Edward fu tra quelle persone che nutrirono i cigni reali durante l’inverno contribuendo a salvare questa specie in pericolo e a farli sopravvivere fino ai nostri giorni..

Verifica i libri che sono stati scritti su quest’area (la lista non é completa perché ce ne sono molti altri):
· Ralph Edwards of Lonesome Lake, Ed Gould
· Ruffles on my Longjohns, Isabel Edwards
· Fogswamp: Living with Swans in the Wilderness, Trudy Turner, Rugh M. McVeigh
· The Crusoe of Lonesome Lake, Leland Stowe
· A Mountain Year: Nature Dairy of a Wilderness Dweller, Chris Czajkowski

Witton Lake
– Nel bel mezzo delle Coast Mountains, nell’area protetta di Charlotte Alplands vive Chris Czajkowski, autore di molti libri sulla zona. L’ultimo: “A Mountain Year: Nature Diary of a Wilderness Dweller”

The Rainbow Mountains
– Il nome deriva dalle intense varietà di colore della roccie vulcaniche. Anahim Peak é il solo picco vulcanico separato. Altre montagne della catena sono Beed Peak, Mount MacKenzie 2,143 m e Tsitsutl Peak 2,495 m. La catena si collega all’est con l’altopiano Chilcotin, a sud con la Pacific Ranges delle Coast Mountains e a nord con la Kitimat Ranges delle Coast Mountains. Il fiume Dean River scorre sul lato nord di questa catena ed é un ottimo fiume per praticare la pesca alla mosca.

The Itcha Ilgachuz Range Provincial Park
– Far Mountain 2,410 m e Mount Downton 2,375 m sono i picchi più importanti del parco con i suoi 111,977 ettari. Fin dal 1995 il parco rappresenta una zona protetta per le sue praterie alpine e la grande varietà di fauna incluso il Woodland caribou.

Tweedsmuir Park
– Con più di 2.2 milioni di acri, Tweedsmuir Park é il più grande parco in British Columbia é fu creato nel 1938. Il parco prende il suo nome da John Buchan, Barone Tweedsmuir di Elsfield. Buchan viaggiò parecchio nella zona del parco nel 1937 e rimase folgorato dalla bellezza del parco.
Qui potrai trovare una diversità straordinaria di paesaggio e vegetazione. Nel Nord ci sono le Rainbow Mountains con i suoi bellissimi colori, a nord-ovest il fiume Dean che sfocia nel Dean Chanel (fiordo dell’oceano pacifico). A sud ci sono le magnifiche Coast Mountains con le sue calotte e suoi ghiacciai. A est il parco confina con la valle Bella Coola con la foresta pluviale e gli alberi giganti Red Cedar, e a est c’è l’altipiano Interior (che include gli altipiani di Fraser, Chilcotin e Nechako) con i suoi pendi collinosi e ondulanti, casa di ogni tipo di fauna, cowboys e bestiame.
Mount Waddington
– Il monte Waddington, 4019 m, una volta conosciuto come Mystery Mountain, é la montagna più alta delle Coast Mountains in British Colombia ed appartiene interamente al territorio di questa regione. E’ solo a poche miglia di distanza dalle insenature Bute e Knight e con la sua forma rocciosa e i suoi ghiacciai é stata più volte confrontata con l’Himalaya ed é stata utilizzata in differenti film come sfondo, per esempio: “Sette anni in Tibet” con Brad Pitt o “K2“.

È una sfida scalare fino alla cima e la struttura è paragonabile a quella del Monte Bianco.
Don e Phyllis Munday nel 1925 avvistarono per la prima volta la cima e credettero di essere piu’ in alto del monte Robson. Per triangolazione nel 1927 calcolarono che la montagna, allora chiamata Mistery mountain, era alta 4041 m e raggiunsero la cima piu’ bassa nel 1928. Suggerirono che la montagna fosse chiamata Mount Waddington in onore di Alfred Waddington, che studio la Waddigton Road e la ferrovia che piu’ tardi collego’ l’altopiano Chilcotin con l’isola di Vancouver attraversando la valle di Homathko River e l’insenatura Bute. Dopo alcune spedizioni fallite nel 1934 e 1935, Fritz Wiessner, Bill House, Elizabeth Woolsey e Alan Willcox raggiunsero la cima dell’insenatura Knight il 4 Luglio del 1936. Il 20 Luglio, dopo aver lasciato da una ventina di giorni il campo base Icefall Point sul ghaicciaio Dais, raggiunsero la cima attraverso la parete sud.

Questo é solo una breve descrizione dell’area attorno al lago Charlotte, facile da esplorare in aereo. C’é molto altro da vedere e sperimentare. Contattaci per ulteriori informazioni

Voli panoramici

Esplora il mondo attraverso gli occhi degli uccelli.

Dato che ci troviamo a pochi metri dal lago, l’idrovolante locale viene a prenderti praticamente appena fuori dalla tua stanza. La nostra grande area può essere visitata con piccoli Cessna 185 (fino a 3 passeggeri) o con la più grande de Havilland Canada DHC-2 Beaver (fino a 6 passeggieri). Il solo fatto di vedere gli aerei atterrare nella baia é uno spettacolo, ma quando l’aereo decolla è incredibilmente affascinante osservare come si alzano dall’acqua.

Puoi scegliere tu quanto tempo rimanere in alto nel cielo ad ammirare. C’é parecchio da esplorare:

Coast Mountain Range
– Lungo la costa Ovest dal Messico all’Alaska si sviluppa una bellissima catena montuosa. In Bella Coola, solo a 70 km a est in linea d’aria dalla nostra posizione, i ripidi pendii si gettano nel mare creando uno straordinario fiordo con fantastica vista.
Visto che l’altipiano Chilcotin e già a circa 1200 metri di altitudine, le sue montagne non sono molto ripide, sono comunque magnifiche e molte sono ricoperte dalla neve tutto l’anno. La catena forma un riparo naturale dalle intemperie e questo genera un clima piuttosto secco. Piove raramente in estate ed in inverno la neve è secca e polverosa come lo zucchero.

The Monarch Icefields
– Rappresenta una delle piu’ larghe calotte di ghiaccio continentale nella Coast Mountain Range.

Hunlen Falls
– Le “Hunlen Falls” erano chiamate originariamente “Mystery Falls” e rappresentano la seconda cascata più alta in British Columbia (dopo la Della Falls sull’isola di Vancouver) è la terza più lunga in Canada con suoi 369 m di caduta libera. La cascata svuota il lago Turner nel lago Hunlen Creek e poco dopo sfocia nel fiume Atnarko. Hunlen Falls e Hunlen Creek prendono il loro nome da un capo indiano che aveva delle trappole nella zona.

Lonesome Lake
– Uno dei personaggi più importanti della zona ha nominato questo lago come la sua casa. Ralph Edwards, conosciuto come il Crusoe del lago Lonesome, ha vissuto molti anni ai bordi di questo lago, in un piccolo casolare che fu distrutto durante un incendio nel 2004. Ralph Edward fu tra quelle persone che nutrirono i cigni reali durante l’inverno contribuendo a salvare questa specie in pericolo e a farli sopravvivere fino ai nostri giorni..

Verifica i libri che sono stati scritti su quest’area (la lista non é completa perché ce ne sono molti altri):
· Ralph Edwards of Lonesome Lake, Ed Gould
· Ruffles on my Longjohns, Isabel Edwards
· Fogswamp: Living with Swans in the Wilderness, Trudy Turner, Rugh M. McVeigh
· The Crusoe of Lonesome Lake, Leland Stowe
· A Mountain Year: Nature Dairy of a Wilderness Dweller, Chris Czajkowski

Witton Lake
– Nel bel mezzo delle Coast Mountains, nell’area protetta di Charlotte Alplands vive Chris Czajkowski, autore di molti libri sulla zona. L’ultimo: “A Mountain Year: Nature Diary of a Wilderness Dweller”

The Rainbow Mountains
– Il nome deriva dalle intense varietà di colore della roccie vulcaniche. Anahim Peak é il solo picco vulcanico separato. Altre montagne della catena sono Beed Peak, Mount MacKenzie 2,143 m e Tsitsutl Peak 2,495 m. La catena si collega all’est con l’altopiano Chilcotin, a sud con la Pacific Ranges delle Coast Mountains e a nord con la Kitimat Ranges delle Coast Mountains. Il fiume Dean River scorre sul lato nord di questa catena ed é un ottimo fiume per praticare la pesca alla mosca.

The Itcha Ilgachuz Range Provincial Park
– Far Mountain 2,410 m e Mount Downton 2,375 m sono i picchi più importanti del parco con i suoi 111,977 ettari. Fin dal 1995 il parco rappresenta una zona protetta per le sue praterie alpine e la grande varietà di fauna incluso il Woodland caribou.

Tweedsmuir Park
– Con più di 2.2 milioni di acri, Tweedsmuir Park é il più grande parco in British Columbia é fu creato nel 1938. Il parco prende il suo nome da John Buchan, Barone Tweedsmuir di Elsfield. Buchan viaggiò parecchio nella zona del parco nel 1937 e rimase folgorato dalla bellezza del parco.
Qui potrai trovare una diversità straordinaria di paesaggio e vegetazione. Nel Nord ci sono le Rainbow Mountains con i suoi bellissimi colori, a nord-ovest il fiume Dean che sfocia nel Dean Chanel (fiordo dell’oceano pacifico). A sud ci sono le magnifiche Coast Mountains con le sue calotte e suoi ghiacciai. A est il parco confina con la valle Bella Coola con la foresta pluviale e gli alberi giganti Red Cedar, e a est c’è l’altipiano Interior (che include gli altipiani di Fraser, Chilcotin e Nechako) con i suoi pendi collinosi e ondulanti, casa di ogni tipo di fauna, cowboys e bestiame.
Mount Waddington
– Il monte Waddington, 4019 m, una volta conosciuto come Mystery Mountain, é la montagna più alta delle Coast Mountains in British Colombia ed appartiene interamente al territorio di questa regione. E’ solo a poche miglia di distanza dalle insenature Bute e Knight e con la sua forma rocciosa e i suoi ghiacciai é stata più volte confrontata con l’Himalaya ed é stata utilizzata in differenti film come sfondo, per esempio: “Sette anni in Tibet” con Brad Pitt o “K2“.

È una sfida scalare fino alla cima e la struttura è paragonabile a quella del Monte Bianco.
Don e Phyllis Munday nel 1925 avvistarono per la prima volta la cima e credettero di essere piu’ in alto del monte Robson. Per triangolazione nel 1927 calcolarono che la montagna, allora chiamata Mistery mountain, era alta 4041 m e raggiunsero la cima piu’ bassa nel 1928. Suggerirono che la montagna fosse chiamata Mount Waddington in onore di Alfred Waddington, che studio la Waddigton Road e la ferrovia che piu’ tardi collego’ l’altopiano Chilcotin con l’isola di Vancouver attraversando la valle di Homathko River e l’insenatura Bute. Dopo alcune spedizioni fallite nel 1934 e 1935, Fritz Wiessner, Bill House, Elizabeth Woolsey e Alan Willcox raggiunsero la cima dell’insenatura Knight il 4 Luglio del 1936. Il 20 Luglio, dopo aver lasciato da una ventina di giorni il campo base Icefall Point sul ghaicciaio Dais, raggiunsero la cima attraverso la parete sud.

Questo é solo una breve descrizione dell’area attorno al lago Charlotte, facile da esplorare in aereo. C’é molto altro da vedere e sperimentare. Contattaci per ulteriori informazioni

CONTATTI:

DANIEL FIECHTER e HEIDY LENZ

2129 ENGADIN Rd. CHARLOTTE LAKE

TELEFONO E FAX DA MAGGIO A NOVEMBRE: 1 (250) 742-3742

TELEFONO DA DICEMBRE AD APRILE (IN SVIZZERA) +41 (079) 686 22 50

E.MAIL  daniel@antarko.ca

INDIRIZZO POSTALE

BOX 30 NIMPO LAKE BC (BRITISH COLUMBIA), CANADA V0L1R0

Fonte:www.atnarko.ca



La polizia spara all’auto che tentava di raggiungere la Casa Bianca e poi il Campidoglio, chiuso e isolato. La donna aveva problemi mentali.

WASHINGTON – Ha tentato di sfondare in macchina una delle barriere di protezione della Casa Bianca. Poi, inseguita dagli agenti, con una bambina di 18 mesi a bordo della sua Infiniti nera, s’è diretta a folle velocità lungo Constitution Avenue, verso Capitol Hill. Qui ha ignorato ogni esortazione a fermarsi. E dopo aver sfondato un posto di blocco, ferendo un agente, è stata freddata dai colpi della polizia. Scene da Far West nel cuore di Washington, per una tragedia che pare frutto della follia di Miriam Carey, una igienista dentale afroamericana di 34 anni di Stanford, in Connecticut, con gravi problemi mentali.

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 http://video.corriere.it/capitol-hill-drammatiche-immagini-inseguimento-polizia/fdde463c-2c71-11e3-b674-51fbe6c64466

ESCLUSO IL TERRORISMO – Già a caldo fonti dell’intelligence hanno escluso la pista terroristica, parlando del gesto di un elemento isolato. Così in un afoso pomeriggio, si sono vissuti momenti di panico nel pieno centro della città, tra i palazzi della politica più sorvegliati al mondo. E la capitale americana è rimasta di nuovo con il fiato sospeso, appena 17 giorni dopo la strage del 16 settembre, quando nella base della Marina che dista pochissimi chilometri dal Congresso un folle provocò la morte di 12 persone, prima d’essere ucciso

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 http://video.corriere.it/capitol-hill-testimone-fino-ultimo-ha-cercato-scappare/3f48ef8c-2cc7-11e3-bdb2-af0e27e54db3

CASA BIANCA E CONGRESSO CHIUSI – L’allarme è scattato attorno le 14,30, quando in una zona piena di parlamentari, funzionari e giornalisti, impegnati a seguire il dibattito sullo shutdown del governo, sono stati sentiti diversi spari dalla zona alle spalle della celebre cupola bianca, nei pressi di un edificio, l’Hart Building, che ospita uffici del Senato. Harry Reid, capogruppo democratico al Senato, ha subito riferito di un poliziotto ferito, ricoverato all’ospedale. Poi gli agenti feriti saranno due, ma nessuno in gravi condizioni. Immediatamente la polizia ha chiesto a tutti i frequentatori del Congresso di rimanere chiusi nei propri uffici, lontano da porte e finestre. Tutta la zona è stata isolata. Sui social network sono state postate foto drammatiche di passanti costretti a stare pancia a terra dagli agenti. Chiusa per diversi minuti anche la Casa.

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SPARI SOLO DAI POLIZIOTTI – Momenti di tensione vissuti tanti altre volte negli Usa, ma mai così vicini alla residenza presidenziale. Come capita in casi come questi, s’è sparsa la notizia, fortunatamente senza fondamento, di una caccia all’uomo in corso contro un active shooter, un tiratore ancora attivo. Ma la paura è durata poco meno di mezz’ora: il Dipartimento di Polizia di Washington ha fatto sapere che la presunta tiratrice era già stata neutralizzata, più tardi è arrivata la conferma che era stata uccisa. Ma solo nelle ore successive si è conosciuta la sua identità e la dinamica della sparatoria. Le prime notizie circolate hanno fatto pensare a uno scontro a fuoco. Ma più tardi, alcune fonti inquirenti hanno fatto sapere alla Cnn che la sospetta non ha mai aperto il fuoco e tutti gli spari sono venuti dalle armi degli agenti, in due occasioni. Solo un miracolo ha fatto sì che la bambina che era in auto, anche lei afroamericana, sia rimasta incolume.

Fonte:www.corriere.it



Giuliano Stroe è un bambino rumeno di 9 anni, ma è già entrato nel Guinness dei Primati come il bambino più forte del mondo.

Ha ottenuto il record per aver battuto i suoi avversari nella dieci metri sulle mani tenendo un peso tra le gambe, mentre nel 2010 raggiunge il record mondiale per aver fatto il maggior numero di flessioni fatte senza mai far toccare i piedi al suolo. Un vero ginnasta seppur troppo piccolo. Proprio a causa della sua età, sul web si sono alzate polemiche, soprattutto nei confronti del padre, Iulian, di 33 anni. “Non gli consento mai di allenarsi da solo, è solo un bambino e quando è stanco andiamo a giocare”- si è però difeso l’uomo. I servizi sociali però sono subito intervenuti per tenere in custodia Giuliano e il suo fratellino.

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