C’è Vita Oltre il Muro

7 Dicembre 2018da tarabusi
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Non è sempre facile trovare il tempo per volare e non è nemmeno facile abbinare il volo alle proprie attività professionali. Quando viaggi per motivi di lavoro devi poter essere certo di arrivare a destinazione e i nostri aeroplani sono macchine del bel tempo. Sicuri, affidabili a patto che tu non gli chieda quello che non possono fare (per non parlare poi del pilota).

Cosi’ l’abbinamento aero-viaggio di lavoro è sempre complesso (a patto di non avere almeno un turboelica pressurizzato con tutti gli optional e un addestramento equivalente). Qualche volta, con le dovute precauzioni e con un piano B disponibile (necessario – e badate bene, insisto, NECESSARIO – per non forzare oltre misura la decisione di andare in volo a tutti i costi) si riesce.

Questa è una di quelle volte: periodo favorevole, appuntamento (non strategico) a Budapest, meteo discreta anche se con aree di instabilità e piano B pronto: in questo caso non volo di linea ma possibilità di rimandare incontro senza problemi con eventualità di posticipo già palesata. Con queste premesse la pianificazione e decisione di merito sul volo avviene con serenità e non si rischia di spingere la propria decisione sulla missione oltre i confini della propria e altrui sicurezza. Sembra una cosa semplice ma credetemi non lo è. Quando siete sotto pressione per un incontro e vi trovate impreparati a gestire le conseguenze di un annullamento e non riuscite a gestire nei tempi un cambio sul volo di linea ecco che la meteo vi sembra “possibile” e  la rotta vi sembra “accettabile” – sbagliato! Prima di pensare al vostro volo createvi il piano B e solo dopo andate sull’opzione del vostro aereo.

Visto il nuovissimo equipaggiamento avionico del P28R Arrow III decido di pianificare il volo A/R in IFR. Inizio l’esame della meteo, dei notams e delle carte e traccio la mia rotta. Da segnalare che in Ungheria è da tempo in vigore il FRAIT (Free Route Airspace): guardando le Low Level Enroute te ne accorgi immediatamente: le aerovie si fermano sul confine. Il territorio ungherese è disseminato di punti IFR ma non di rotte, il pilota deve semplicemente decidere punto di ingresso e punto di uscita oppure come nel mio caso punto di ingresso e punto inizio procedura per l’arrival o cancellazione IFR. La rotta sarà sempre diretta a tutto beneficio del risparmio di tempo e carburante.

La prima volta che andai a Budapest decisi di atterrare al Tokol (LHTL) ex aeroporto militare. Era impossibile trovare una cartina essendo militare anche se ormai chiuso, AIP Ungherese non ne faceva menzione e nemmeno il mio abbonamento Jeppesen elettronico con addendum Militare. Avevo trovato in rete una vecchia cartina poco leggibile in quanto in bassissima risoluzione dove oltre all’orientamento pista avevo identificato la frequenza radio e poco altro. Avevo trovato sempre in rete alcune info ma data la loro precarietà decisi allora di pianificare Budaors come alternato.

Questa volta invece mi allargo di brutto: chiedo un preventivo per le tasse di atterraggio al Budapest International (quella di chiedere preventivi – prima –  è un’abitudine che acquisisci dopo aver elargito somme considerevoli di denaro in cambio di nulla) ma gli oltre 400 euro richiesti per l’approdo mi scoraggiano. Decido quindi di optare per Budaors (LHBS) avendo gli uffici da visitare molto vicino, praticamente nello stesso quartiere dell’aeroporto.

Lavoro sulla rotta IFR utilizzando il sito eurofpl.eu. E’ gratuito (seppur con qualche limitazione nella versione free), collegato direttamente con il cervellone di Bruxelles, ti fornisce suggerimenti di rotta e cosa fondamentale ti trasmette acknowledge del piano in near real time. E’ necessario giocarci un po’ per acquisire dimestichezza ma in Europa per le pianificazioni e piani di volo IFR è veramente un gran bello strumento (il sito Enav per citare un esempio ti fa mandare il piano di volo ma è una semplice e-mail e se non chiami non te la processano e inoltre funziona solo per Italia, mentre Eurofpl trasmette a tutti gli enti Europei e ti mostra il routing su Skyvector). Come da copione, la rotta classica seguendo le ELO non viene “ingoiata” dal cervellone e devo ricorrere un paio di volte ai suggerimenti automatici per inserire un percorso corretto. Senza Eurofpl tra tutti i Notam, sensi unici di rotta temporanei, quote minime  che variano anche in base ai giorni è praticamente impossibile (a meno che non si voglia leggere un volume enorme di Notam) individuare il giro corretto anche con cartine aggiornatissime (poi in realtà in volo riesci ad aggiustarti la rotta negoziando… e il piu’ delle volte stringi il percorso) .

Ottenuto il via libera, decollo da Modena nel primo pomeriggio rompendo in salita uno strato di foschia per arrivare al livello 090 dove avviene il mio pick up IFR. Sarà Chioggia, Bistrica poi quasi un diretto sul punto DIMLO ai confini sloveni per entrare nel FRAIT ungherese. Devo manovrare un paio di volte per evitare cumuli che si sviluppano sulle montagne per arrivare al lago Balaton sorvolando l’aeroporto di Sarmellek: la strumentazione composta da un EFIS con doppio G5 un GTN 650 e autopilota è perfetta e mi consente di seguire con precisione i re-clear e i re-routing dei controllori.

Lasciato il lago Balaton alle spalle inizio la discesa con qualche scossone di turbolenza che mi porta alla periferia ovest di Budapest dove cancello il piano di volo IFR. Sfilo il Danubio sulla destra e  l’ex-aeroporto militare di Tokol per virare in base nella pista di Budaors. La pista è di quasi 1000 metri in erba ben tenuta con Hangar annessi, distributore di Avgas e una struttura di altri tempi che fa da torre e centro servizi (anche se vuota). Dopo circa 2h 55’ sono al suolo. E’ un bel viaggiare per il nostro Arrow. Il rifornimento è un vero cinematografo in quanto l’addetto (che credo faccia anche il meccanico del locale aero club) parla solo la sua lingua, la carta di credito non va (a detta sua) e sembra accettare solo valuta locale. Ma il simpatico dialogo a gesti smorfie e sorrisi mi consente di pagare in euro e tutto sommato l’intermezzo è divertente.

La location mi piace: un piazzale pieno di aerei, attività di volo e di scuola volo, tanti Mig perfettamente tenuti intatti su ogni angolo di piazzale (Mig 21, Mig 23), hangar con diversi aeromobili tra AG, ULM, Storici, elicotteri e un’atmosfera incoraggiante. Decorano il piazzale, due AN-2 in linea di volo un DC-3 anch’esso in linea di volo e aerei acrobatici. Sarà anche complice la giornata di bel tempo, ma vedere diverse persone indaffarate intorno ai loro aerei in una giornata infrasettimanale mi riempie di entusiasmo. Un bambino accompagnato dal padre mi viene incontro e mi saluta per poi perdersi a guardare l’aereo e i Mig parcheggiati di fianco al mio. Le persone sul piazzale  mi chiedono del volo e mi danno il benvenuto e tra questa gente mi passa proprio la voglia di andare a lavorare. Avrei speso volentieri il resto della giornata qui. Purtroppo devo scappare, mi stanno già aspettando e faccio solo in tempo a salire in torre per conoscere Janos il controllore del traffico, personaggio storico del luogo per poi prendere i miei bagagli e proseguire la giornata in ufficio e finirla con una cena di lavoro. Ma già mi riprometto l’indomani di fuggire presto dagli impegni e stazionare un po’ in questa struttura dove c’è da curiosare e che mi mette di buon umore.

La voglia di passare del tempo qui è tale per cui la sera tiro tardi e riesco a chiudere tutte le pendenze. Il mattino dopo libero da impegni sono di nuovo in aeroporto.

La scuola volo è ancora piu’ attiva del giorno precedente ma quello che mi colpisce è vedere due gruppi di ragazzini con guide passeggiare tra gli Antonov tutti con lo sguardo in aria un po’ ad osservare la maestosità di questo aeroplano un po’ per seguire i piccoli Cessna che si alternano in atterraggi e decolli. Penso alle nostre giovani generazioni e temo purtroppo che  si siano perse tra i troppi facebook instagram whazzup snapchat ecc. ecc. Io, invece, in mezzo a questo grande parco mi  sento un privilegiato.

Girovagando tra hangar, piazzali e aerei storici, ho scoperto che il DC-3 vola regolarmente e che effettua voli turistici sulla città di Budapest, cosi’ come fanno i vecchi AN-2. Ho curiosato tra le varie attrezzature militari ancora presenti nell’area, gruppi radar, vecchi impianti missilistici, mezzi di ogni genere. Ho chiacchierato con diversi piloti nell’hangar intenti a lavorare sui loro mezzi, ho visto i Cessna 152 riverniciati a nuovo con livrea moderna e apparati già 8.33 capable, sono stato un po’ di tempo in torre con Janos mentre seguivo i voli degli allievi e avrei voluto continuare cosi’. Ma guardando l’orologio erano ormai le 12.00 e io dovevo rientrare a Modena per un pomeriggio con diversi impegni.

Lascio la coccarda dell’Aero Club Modena nella sala piloti della torre come atto finale della mia gita e a malincuore “scarto” l’aeroplano e metto in moto rullando verso la pista di decollo. Appena in volo Janos mi saluta e mi passa a Budapest settore dove mi inseriscono in IFR quasi subito, in salita mentre attraverso il primo layer di copertura fermandomi a livello di volo 090. A questa quota potevo stare tra due strati il primo broken e il superiore overcast entrando di tanto in tanto in nube con una turbolenza accettabile. Sulla Slovenia un grosso fronte con grandine mi ha costretto ad aprire la rotta verso nord allungandola un poco e già da qualche miglio di distanza si sentiva la potenza di tutta quell’attività e le numerose richieste di deviazione degli aeromobili di linea per aggirare il fronte. Raggiunto il mare il volo è diventato liscio e io ne ho approfittato per ritrarre un po’ il seggiolino e allungare le gambe! Il resto è proseguito senza storia e alle 15.30 ero di nuovo in ufficio ma con la mente ancora in quel bell’aeroportino alle porte di Budapest.

Oggi il muro non c’è piu’ e tutta quell’area sembra rinata a nuova vita e nuovo spirito mentre a me è rimasta la sensazione che siamo noi quelli dalla parte sbagliata di un muro invisibile ma sempre più alto. E’ vero che l’erba del vicino sembra sempre più verde, quindi speriamo sia solo una mia sensazione e che si sgretoli grazie a una nuova stagione di volo.

tarabusi

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