Avventura negli States

27 Aprile 2017da admin
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Di sicuro i mesi di novembre e dicembre 2016 non ci hanno aiutato a volare. Le nebbie della Padana sono state impietose. E oltre che osservare gli aeroplani in hangar distinguendo a stento i colori della torre di controllo sul piazzale non siamo riusciti ad andare.

Uno sprazzo di sole ci ha permesso di volare a Lubiana a gennaio ma a febbraio sono stati piu’ i week end bloccati sul piazzale a decidere se ci fossero le minime per un decollo che i momenti di volo.

Ma avevamo un asso nella manica: a fine marzo ci saremmo presi una “vacanza” oltre che dal lavoro anche dalle nebbie. Nove giorni in Florida, noleggiando un PA28 e saltellando su e giu’ per quello che gli americani considerano il loro grande Parco Giochi: la Florida.

Quest’anno dovevamo rimandare la ns documentazione avendo cambiato i numeri di licenza EASA per ottenere nuovamente la nostra Foreign Based US Pilot License. A fine febbraio ordino (da Sporty’s) anche la cartografia aggiornata e tutto il materiale che serve per poter volare senza problemi oltre a rinnovare l’abbonamento digitale all’ottimo ForeFlight praticamente indispensabile per volare negli States (offre per 49$ un periodo di 3 mesi con tutte le carte, procedure, VFR, IFR, Plates, Meteo ecc). L’obiettivo che ci eravamo dati non era solo la Florida, ma arrivare alle Bahamas, quindi espatrio dagli States (sempre con il ns Cherokee), salterellare tra le isole, rientrare negli States e proseguire lungo tutta la Florida.

La data per la partenza è venerdi’ 31 Marzo che ci permetterà di fare un passaggio al Sun & Fun a Lakeland nella giornata di Venerdi’ 7 Aprile (con un programma ricco di eventi). L’intercontinentale ci porta ad Orlando (via JFK) poi in auto a Massey Ranch (X50), vicino a Daytona per le pratiche di noleggio del nostro Cherokee, poi tutto il resto sarà in volo!

Avevamo studiato bene le procedure di espatrio con aeromobile dagli States (le Bahamas sono Inglesi) e abbiamo dovuto ordinare in anticipo una “Decal” (costo 26$) dalla Border Protection Agency Americana, da applicare all’aeroplano che ci è puntualmente arrivata il giorno prima della ns partenza dall’Italia (per tranquillità avevo chiamato la settimana prima l’ufficio doganale americano per capire come fare nel caso non mi fosse arrivata in tempo. Risposta: hai pagato? Hai la ricevuta? No problem! In America i dollari risolvono quasi tutto).
Il sabato mattina abbiamo appuntamento con l’ispettore FAA che con la nostra Verification Letter (inviata dalla FAA dietro presentazione della ns documentazione) ci timbrerà la temporary license in attesa che arrivi quella definitiva, ma questo ci permetterà di volare sin da subito. Ci spostiamo a Massey Ranch Air Park ad Edgewater, facciamo i tre check in volo con istruttore, con tanto di complimenti (e questo ci regala una grande soddisfazione perché vuol dire che la nostra ATO è in grado di dare un ottimo prodotto), carichiamo le valige sul ns Cherokee e siamo in volo per la nostra settimana di avventura. Tutte queste pratiche ci hanno fatto perdere un po’ di tempo nella giornata di sabato e riusciamo a decollare per l’inizio della nostra turnè solo alle 16:00 con uno spettacolare sorvolo di Cape Canaveral. Il programma, di massima, prevede 3 giorni alla Bahamas, 2 giorni a Key West, il Sun & Fun e poi (purtroppo) il rientro. Non sarà facile rispettare la tabella di marcia (ma questo è il tempo che abbiamo “rubato” e ci è concesso e dobbiamo farlo fruttare al massimo) soprattutto perché la variabile metereologica gioca un ruolo fondamentale e dovremo in ogni momento essere flessibili e pronti a cambiare meta.

Chiamo 1-800-BRIEF per trasmettere il piano di volo del Cherokee N702RA e compilo l’eAPIS form con il manifesto di carico e i dati di equipaggio per l’espatrio. Dovro’ fare un paio di delay a causa dei ritardi dovuti ai check in volo ma alla fine siamo pronti. Un paio di zone TFR (temporary flight restriction – sempre da consultare sul sito tfr.faa.gov) che dobbiamo aggirare, ci ritardano ulteriormente e riusciamo ad atterrare a KSUA (Stuart Field) sulla costa Est per il refuelling alle 17:30. Alle Bahamas il VFR notturno è proibito e la dogana a Marsh Arbour (la nostra meta) sull’isola di Great Abaco chiude alle 19:00. Le opzioni si stringno. Mentre facciamo un top-off refuelling, chiamo Marsh Arbour e gli chiedo se possono aspettarci. Risposta: vi costerà molto di piu’… ma se avete i dollari… No Problem! Ci seccava ritardare di un giorno anche perché avevamo già prenotato l’alloggio all’Abaco Beach Resort, scelto come base per le nostre scorribande tra le isole. Richiamo l’Aro Americano e rimando ultimo delay, poi siamo airborne! Rotta KSUA, Jupiter Inlet, Freeport e quindi Marsh Arbour (siamo al pelo con gli orari). A Palm Beach Control chiediamo il flight following che ci passa di frequenza in frequenza sino a Miami Oceanic. Contattiamo infine Freeport per la chiusura del piano e atterriamo praticamente al buio alle 19:42 con le effemeridi in scadenza alle 19:55 (già comprese del + 30 min – appena sbarcati
i bagagli è già veramente buio). La cosa incredibile è che Marsh Arbour (MYAM) è un aeroporto internazionale, atterri insieme ad A320 e B737 e … non ha torre di controllo! Completamente autogestito! Quindi comunicazioni come “Dove sei? “Vado prima io?” “Ti vedo!” sono assolutamente normali. Gli occhi sono da tenere aperti!

Il giorno dopo (domenica) la nostra meta sono le Exumas: Norman’s Cay ad un’ora e trenta circa di volo dalle Abaco. Devo dire che il panorama è da cartolina, sotto l’ala scorrono atolli, isole, colori davvero spettacolari in un susseguirsi di lagune, reef e piccole strisce di asfalto (alcune nemmeno tanto piccole). A terra, palme da cocco, acqua cristallina e sabbia bianchissima. Nella laguna di Norman’s Cay si puo’ fare snorkeling visitando i resti appena sommersi di un DC3 che gli spacciatori di droga molti anni fa utilizzavano per il trasporto. Nell’isola oltre ad una pista in asfalto ci sono un paio di cottage (che si possono affittare) e un ristorante in mezzo alle palme. A parte un Marina in costruzione nell’isola non c’è altro (è appena piu’ grande della pista che la occupa quasi totalmente in lunghezza). Dopo diversi bagni, pranzo e siesta ridecolliamo con sorvolo di Eluthera mentre rientriamo a Marsh Arbour.

Il lunedi’ scendiamo piu’ giu’ a Farmer Cay nella parte meridionale dell’arcipelago delle Exumas: altro posto meraviglioso in cui perdersi. Una pista di 800 metri in asfalto due spiagge e Big Mama. Qui parcheggi l’aeroplano praticamente in spiaggia con Big Mama che ti cucina due Hamburger commoventi. Incredibile!

Il martedi’ è la giornata dedicata al rientro negli States con arrivo a Key West. Se per uscire dagli States fai presto per rientrare è necessario fare attenzione: per attraversare la ADIZ (airspace defence intercept zone) è necessario farsi identificare prima (altrimenti ti trovi a volare ala con ala insieme ad un F-16: e qui non scherzano). Quindi ci premuriamo di aver chiamato la dogana di Fort Pierce (KFPR) aeroporto internazionale doganale sulla costa Est, dove atterreremo per le pratiche doganali, aver rifatto l’eApis e il piano di volo e avere in ogni caso ripassato la procedura da seguire in caso di intercettamento da parte di un caccia della difesa (finire in Atlantico con un missile nel c….. non fa parte del nostro piano).

Briefing meteo poi con il pieno di carburante partiamo per Fort Pierce. Saliamo a 6.000 piedi, apriamo il piano di volo con Nassau che è la prima stazione che riceviamo ma il codice transponder necessario per attraversare la ADIZ lo riusciamo ad avere solo poche miglia prima dell’ingresso da Miami Oceanic che alla fine riceviamo molto dopo aver lasciato lo spazio aereo delle Bahamas. Com 2 rigorosamente su 121.5 – Non si sa mai.

Il tempo è ottimo e atterriamo senza problemi a KFPR. Disbrigate la pratiche doganali, refuel e un hot dog facciamo rotta verso il centro della Florida attraversando il lago Okeechobee per sgranchirci le gambe a Immokalee Municipal (KIMM). Abbiamo (saggiamente) deciso di evitare la costa per la TFR dovuta al ricevimento da parte di Trump del Presidente Cinese al suo club esclusivo di Mar-O-Lago sulla costa nei pressi di Palm Beach. Meglio stare alla larga… questi si innervosiscono facilmente. Un caffè e ci rimettiamo in volo. Attraversiamo la Alligator Alley e facciamo un basso passaggio sulle Everglades. Sfiliamo sulla sinistra Marathon e poi contattiamo la base militare di Boca Chica per attraversamento, chiamata questa obbligatoria essendo a ridosso dell’aeroporto internazionale di Key West. Ottenuta la clearance passiamo con la torre di Key West che ci infila tra liners, executive e postali in arrivo e partenza. Solo qui puoi avere controllori cosi’ disinvolti!

La sera la passiamo tra ristoranti, negozi e locali in Duvall Street e il mercoledi’ nella bella spiaggia di Fort Zackary con l’immancabile tramonto nel sunset seafront di Mallory Square.

Rientrati nel nostro Hotel (di stile tipicamente coloniale, come tutte le costruzioni qui alle Keys) facciamo il piano di risalita: guardando le previsioni meteo c’è un grosso fronte che scende da nord e attraverserà la zona l’indomani. E’ lo stesso grosso fronte che è rimasto stazionario per diversi giorni con grande intesità nella parte nord degli States. L’evoluzione prevista consiglia quindi di ritardare la partenza: decidiamo cosi’ di passare il giovedi’ mattina, in giro in bicicletta tra il marina e il centro di Key West per prendere qualche souvenir. Alle 14:30 dopo un doveroso e scrupoloso aggiornamento meteo ci facciamo riportare dal taxi in aeroporto per fare rotta a Nord, destinazione KGIF (Winter Haven). Decolliamo verso le 15:00, sorvoliamo le Keys, la copertura è compatta ma va in dissolvimento verso nord (come ci aspettavam
o). Passiamo Marco Island, e alle 19:00 atterriamo nello splendido aeroporto di KGIF a 15 minuti di volo da Lakeland dove è già in corso il Sun & Fun. Facciamo tappa in motel ma rientriamo subito in aeroporto per fare dei voli notturni. Se non ne approfittiamo qui, da noi tra restrizioni, tasse proibitive già di giorno (figuriamoci di notte), meteo e orografia non collaborativa non avremo molte altre occasioni. Ci alterniamo ai comandi dalle 21:00 fino alle 23:00 con serie di touch & go negli aeroporti vicini, tutti che si illuminano con 3 colpi di mike! E’ un vero spettacolo.


Venerdi’
mattina il taxi ci riporta a KGIF. Arriveremo in volo tra centinaia di aerei al Sun & Fun (KLAL). Abbiamo stampato le procedure e tutto il materiale necessario. Decolliamo alle 09:30 rotta a ovest verso il Lake Parker punto di ingresso. Tutto avviene senza radio, sei obbligato a stare in ascolto su frequenze stabilite ma non devi rispondere. Arrivati sul Lake Parker, il controllo traffico ci fa il Pick Up sulla centrale elettrica (punto prestabilito) con la frase: “White Cherokee, Rock your Wings”. Sbattiamo le ali e il controllo di terra ci saluta con un “Welcome to Sun & Fun, proceed along the highway to the V-shape building and change with tower”. E’ un’emozione. Siamo in fila con altri traffici, qualcuno non ha letto bene la procedura e fa casino, manca il punto di ingresso e lo vettorano a nord, noi siamo dietro a 4 aeroplani. L’atterraggio è su una taxiway in un punto prestabilito segnato a terra in verde. Il traffico prima di noi arriva corto e la torre lo richiama “Keep up Keep up Keep on Flying, Land after Green Dot”. Poi atterra: “Well Done”. L’altro traffico manca in pieno la Taxiway “Mooney Were are you Going”. Se rallenti… tutta la carovana va in crisi, se ti fai “sputare” fuori dal circuito… poi rientrare è complicato!

Ci dirigono al parcheggio e picchettiamo il nostro aeroplano (obbligatorio dopo il tornado che qualche anno fa ha spazzato via tutto, manifestazione compresa). Il clima che si respira è fantastico da noi non capita di vedere queste cose. Ci registriamo agli International Visitors e se arrivi in volo ti danno l’aquila dorata con scritto: “I Flew to Sun & Fun”, un must have nella borsa del pilota! La giornata vola via tra stands, warbirds ed esibizioni con la chiusura dei Blue Angels (ma qui devo assolutamente dire che le ns Frecce sono inarrivabili).

Alle 18:15 dopo aver annusato ogni angolo possibile, ci mettiamo in fila per i decolli, siamo numero 19, la procedura prevede decollo verso ovest salita a 3.000 piedi e asse pista per 3 miglia, poi ciascuno per la sua strada. Evitiamo lo spazio aereo di Orlando, vediamo i grandi parchi Disney a distanza, Apcot Center e l’Orlando Executive, sfiliamo alcune antenne di comunicazione che raggiungono i 1.700 piedi di altezza per poi atterrare di nuovo a Massey Ranch e chiudere (purtroppo) il capitolo di questa nostra bella avventura.

Abbiamo percorso quasi 2.000 nautical miles totalizzato circa 25 ore di volo in 7 giorni alternandoci ai comandi dell’ormai fedele Cherokee N702RA. Questa volta, le condizioni meteo normalmente molto variabili qui in Florida ci hanno aiutato e alla fine siamo riusciti a toccare tutti i punti e aeroporti che volevamo seminando qua e la le coccarde dell’Aero Club Modena. E’ sempre una gran bella palestra per il volo considerando che ad ogni atterraggio si ha sempre vento oltre i 10 nodi.

 

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Da Sapere:

  1. Per ottenere la Verification Letter basta inviare una mail con i propri documenti e licenza alla FAA (almeno 3 mesi prima di andare negli States).
  2. Solo la prima volta si dovrà contattare un’ispettore per il rilascio della temporary license (in mezz’ora si fa tutto – elenco dei nomi e dove sono lo si trova sul sito della FAA), quella originale ve la spediscono a casa. Si può prendere appuntamento dall’Italia via mail il giorno del vostro arrivo o quello successivo.
  3. Sporty’s o altri shop vi mandano a casa tutte le cartine necessarie, per la Florida sono fondamentalmente 3 / 4 (e costano poco). Consigliabile anche la Directory di Aeroporti un libro con tutti i dati degli aeroporti.
  4. Un iPad / Tablet e un abbonamento a ForeFlight è fondamentale (costo 40/50$).
  5. Per la connessione dati si puo’ comprare una scheda AT&T Americana. Ci sono piani dati attivabili per 2 / 3 mesi ad un costo di 30/40$. Se la acquistate on-line ve la mandano a casa in pochi giorni.
  6. Alcune cose sono diverse sia nelle comunicazioni che nella gestione degli spazi aerei. E’ caldamente consigliato fare i corsi on-line sul sito di Aopa per acquisire dimestichezza prima di volare negli States. Due in particolare li ritengo “Mandatory”. Quello sulle comunicazioni e quello sugli spazi aerei.
  7. Ovviamente l’inglese lo dovete sapere. I primi giorni sarà comunque difficile comprendere il 100% delle comunicazioni, poi vi abituerete allo “slang”. Ma se evitate i grandi centri di traffico riuscite a volare ovunque senza dover chiacchierare troppo.
  8. Il carburante (praticamente ovunque) costa mediamente 0.90 / 1.00 $ litro.
  9. Tasse aeroportuali: What??
  10. Hotel/Motel: con Booking si trovano Motel confortevoli ovunque a prezzi accettabili – Alle Bahamas bisogna attrezzarsi con qualche dollaro in piu’… i middle aged Americani ci tengono a tenerle Deserte ed Esclusive (ma adattandosi si risparmia parecchio).

Per chi fosse interessato ad approfondire scrivetemi, possiamo condividere materiale, procedure, costi e quanto necessario o organizzare un incontro per trasferirvi in modo semplice cio’ che abbiamo imparato.

mailto: tuttinvolo@aeroclubmodena.it

 

Landing in Norman’s Cay Videoclip:

 

Reportage:

 

 

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