eurofighter

29 Marzo 2016

Non si tratta di operazioni di sicurezza legate agli attacchi terroristici recentemente avvenuti in Belgio, ma solo di un ordine ricevuto dai due piloti italiani dei caccia

eurofighter

Ventimiglia. Il pomeriggio di pasquetta molti cittadini e turisti in visita all’estremo ponente ligure lo hanno trascorso con il naso all’insù, cercando di capire perché ci fossero due aerei velocissimi e altrettanto rumorosi in cielo.

Erano due Eurofighter dell’Areonautica Italiana, che si sono alzati inscramble a caccia di un velivolo non identificato che stava sorvolando lo spazio aereo nazionale.

Decollati dalla base di Grosseto, i due Eurofighter – che viaggiano al doppio della velocità del suono – hanno raggiunto la Liguria e, sopra Sarzana, hanno intercettato un velivolo monomotore, decollato da Ajaccio e diretto in Germania. Colpevole di non aver stabilito un contatto radio con gli enti del traffico aereo nazionale, il pilota dell’aereo si è visto affiancato dai due caccia, dotati tra l’altro di cannoncino da 30 millimetri e missili a guida radar.

Agganciato dai due Eurofighter, il pilota del piccolo monomotore ha chiesto di poter atterrare ad Orange, in Francia. I due caccia lo hanno così scortato fino a destinazione.  E il “giallo” della pasquetta che ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di persone ha trovato così una soluzione.

Non si tratta di operazioni di sicurezza legate agli attacchi terroristici recentemente avvenuti in Belgio, ma solo di un ordine ricevuto dai due piloti italiani dei caccia: quello di raggiungere e agganciare l’aereo non identificato. Questo il motivo per cui due esemplari del più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa hanno sorvolato il nostro cielo.

Fonte:www.riviera24.it/



Nel mondo 15 mila aerei in volo

L’ad Giordo: «Puntiamo alla crescita dei mercati sia nel settore civile sia in quello della difesa»

Nadia Bergamini

Caselle (TO) 

Alenia Aermacchi, l’importante azienda pimontese del settore aeronautico, festeggia il centenario di fondazione con un open day nello stabilimento di Caselle. L’iniziativa, rivolta a tutti i dipendenti e ai loro familiari, ha visto oggi la presenza di circa 8 mila persone che – oltre a visitare le linee produttive – hanno potuto ammirare da vicino alcuni dei velivoli e una mostra fotografica dedicata all’ F-104 di cui oltre 300 esemplari sono stati costruiti proprio negli stabilimenti torinesi dell’azienda. 

 All’evento ha partecipato anche l’amministratore delegato, Giuseppe Giordo: «Siamo un’azienda presente non solo sul territorio italiano, che punta all’ampliamento dei mercati sia nel settore civile sia in quello della difesa, da sempre pronta a sperimentare strategie innovative per rispondere ai cambiamenti e alle esigenze del mercato. Ma siamo anche e principalmente un patrimonio di risorse umane e di tradizioni che quest’anno compiono cento anni di vita».  

Alenia Aermacchi ha iniziato le proprie celebrazioni lo scorso 1 maggio con l’apertura del sito web www.aleniaaermacchi100.it. Ad oggi 15 mila velivoli civili volano in ogni angolo del pianeta con parti realizzate da Alenia Aermacchi: ogni 20 secondi decolla un aereo con componenti prodotti in Italia. 

Fonte:www.lastampa.it



L’ è il caccia di punta delle forze aeree statunitensi, pensato e costruito per superare in qualsiasi condizione aerei avversari nei cieli di tutto il mondo. Il Raptor non ha ancora avuto la possibilità di dimostrare il suo potenziale in eventi reali, ma durante le varie esercitazioni che ogni anno si tengono negli Stati Uniti non ha mai avuto rivali alla sua altezza. Almeno fino allo scorso giugno.

Nella settimana tra il 7 ed il 14 giugno scorso si è tenuta presso la Eielson Air Force Base e la Elmendorf-Richard Air Force Base l’annuale esercitazione chiamata Red Flag Alaska. Organizzata dall’USAF, la ‘competizione’ prevede la partecipazione di numerosi squadroni provenienti dagli Stati Uniti e occasionalmente ospita gruppi di volo di paesi alleati. Durante l’edizione del 2012 sono giunti come ospiti nei cieli dell’Alaska gli F-16 Block 52 polacchi, alcuni F-15J giapponesi e otto Typhoon tedeschi appartenenti Jagdgeschwader 74 – basati a Neubirg in Baviera. Oltre, ovviamente, ai già citati Raptor statunitensi.

Nei 7 giorni di esercitazione, tra i 70 ed i 100 velivoli si sono confrontati nei cieli di Alaska e Canada occidentale. A fare gli onori di casa l’18th Aggressor Squadron, basato a Eielson, che vola con i Viper dalla livrea a tre colori – azzurro, blu e grigio – similare a quella utilizzata su alcuni aerei russi e cinesi. Gli Aggressor, che durante l’anno si addestrano a volare con le tattiche dei caccia di Pechino e Mosca, durante Red Flag ‘impersonano’ il nemico e in particolare replicano le manovre dei Sukhoi Su-27 e Su-30 e dei cinesi J-10.

Gli Aggressor fungono quindi da counterforce per gli squadroni invitati a Red Flag, che hanno così l’opportunità di sperimentare tattiche di combattimento contro un nemico che si avvicina il più possibile alla realtà.

L’addestramento prevede operazioni di combattimento congiunto, in cui i vari ospiti devono necessariamente interagire tra loro per sconfiggere gli Aggressor. I piloti devono imparare dall’esercitazione a sfruttare le potenzialità dei propri aerei e a sopperire alle carenze affidandosi agli alleati. In  sostanza, Red Flag – nell’ottica americana – consente ai piloti dei paesi alleati di esercitarsi ad utilizzare i caccia statunitensi per sopperire alle proprie debolezze e viceversa.

Con l’introduzione del Raptor, macchina letale e senza difetti, sembrerebbe che la complementarità abbia lasciato spazio alla superiorità indiscussa degli americani su tutti gli altri. Sentimento condiviso anche dal Colonnello Andreas Pfeiffer, comandante del Jagdgeschwader 74, che dichiara che volare insieme ai Raptor sia un’esperienza interessante per merito delle loro “capacità schiaccianti e incolmabili”.

Questa, tuttavia, è solo una parte della verità. Pare che seppure il Raptor sia superiore all’Eurofighter, durante Red Flag l’aereo americano non abbia surclassato quello europeo. I piloti tedeschi avrebbero confermato durante l’air show di Farnborough, che l’Eurofighter in alcune particolari situazioni si è comportato meglio del caccia statunitense.

Secondo i piloti tedeschi, gli Eurofighter in configurazione pulita – senza i serbatoi ausiliari esterni – ed in situazioni WVR (Within Visual Range) avrebbero tenuto la pressione del Raptor. Avrebbero dimostrato addirittura, in alcune occasioni, performance migliori. Pare che il deficit maggiore dell’F-22 sia l’eccessiva perdita di energia quando utilizza la spinta vettoriale – quando cioè indirizza la spinta dei motori su una direzione differente rispetto il proprio asse longitudinale.

In queste occasioni se l’F-22 non è in grado di ottenere una posizione idonea a colpire l’avversario perde troppa potenza e rallenta eccessivamente, perdendo di vista l’aereo nemico. Deficit, questo, che potrebbe essere coperto dall’utilizzo di un HMD – Helmet Mounted Display – attraverso il quale il pilota può seguire il nemico con lo sguardo. L’F-22 monta invece un semplice HUD fisso, da qui la necessità di ‘portare’ il nemico in un cono di 30° parallelo all’asse longitudinale dell’aereo. L’Eurofighter, che non può utilizzare la spinta vettoriale, ha però l’HMD integrato, strumento che facilita non poco la vita del pilota in situazioni di combattimento.

I piloti statunitensi potrebbero replicare che nella realtà, con un aereo come l’F-22, difficilmente si arriverebbe ad un combattimento ravvicinato. Il Raptor sfrutterebbe la sua invisibilità per colpire il nemico sulla lunga distanza, lasciando situazioni come quella descritta sopra ad occasioni residuali. Nella migliore delle ipotesi, un F-22 armato con sei missili AIM-120 potrebbe colpire sei aerei nemici prima ancora di essere visto o identificato.

Non tutti sono d’accordo su questa visione ottimistica degli eventi. Due analisti della RAND, John Stillion e Scott Perdue, hanno un parere diverso riguardo ad un potenziale confronto dell’F-22 con i Sukhoi cinesi. Secondo i due analisti, tenendo conto del rateo di successo dell’AIM-120-65% e del numero di aerei cinesi che gli F-22 si troverebbero contro sui cieli di un ipotetico conflitto – con un rapporto a sfavore degli americani di 24:7 – il Raptor si troverebbe comunque in una situazione sfavorevole. Come dire che la quantità, in questo caso, potrebbe avere la meglio sulla qualità: ottimisticamente parlando, gli F-22 si troverebbero comunque coinvolti in combattimenti ravvicinati con rapporti 1:1 o 1:2 e dunque in posizione di svantaggio. Ai piloti statunitensi non resterebbe che sperare che un pugno di Eurofighter giunga in soccorso.

Il resoconto completo dell’incontro Eurofighter/Raptor in Alaska sottolinea non tanto i problemi dell’F-22, già largamente conosciuti dagli analisti, ma riporta in auge le capacità dell’aereo europeo.

Un buon consiglio per : approfondire la vicenda ed eventualmente usare i piloti tedeschi come testimonial dell’Eurofighter per cercare di recuperare il terreno perduto sul mercato internazionale dei caccia. Perché fino ad oggi dell’Eurofighter si è spesso parlato male, considerando più le note negative che quelle positive. Le prestazioni durante Red Flag possono invece riportare un po’ di luce su un aereo che ha molte più potenzialità di quante gliene vengano riconosciute.
23 luglio 2012

Fonte:www.meridianionline.org


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