NATO

5 Aprile 2014

La videointervista

Dal 19 marzo il Friuli ospita decine di militari di 16 Paesi. Il generale Nordio: un’importante iniziativa dell’Alleanza

RIVOLTO. Si chiama Ramstein Dust I -14. È un’esercitazione il cui scopop è quello di addestrare e valutare le capacità di rischieramento di mezzi, uomini e risorse della componente Dars (Deployable Air Operation Centre–Centro operativo Rischierabile) del Daccc (Deployable Air Command and Control Centre) e di operare nell’area di operazioni in aderenza ai requisiti operativi stabiliti dal Comando di Componente aerea per la proiezione del Potere aereo dell’Alleanza.

L’esercitazione si tiene nella base che ospita il 2° Stormo, a Rivolto. Vi partecipano ufficilai e sottufficiali (circa un’ottantina di 16 Parsi aderenti alla Nato). È cominciata lo scorso 19 marzo e si concluederà il prossimo 11 aprile.

Ad illustrarla ieri, a Rivolto, alla presenza del comandante della base, generale Stefano Tessaro, è stato proprio il comandante in carica del Daccc, il generale Roberto Nordio affiancato dal vice, generale Karsten Stoye. «Si tratta – ha detto Nordio – di un’esercitazione molto importante perchè simula la nostra capacità aerea di essere rischierati in qualsiasi parte del mondo in ogni momento, contribuendo nel contempo al controllo aereo e all’addestramento del personale».

L’esercitazione, dopo l’iniziale fase di dispiegamento di personale e mezzi dalla base stanziale di Poggio Renatico (Fe) all’aeroporto di Rivolto, si è sviluppata con la costituzione del Centro comando tattico e la condotta di attività di comando e controllo su assetti sia reali sia simulati.

«Per rispondere alla necessità di proiettare il proprio Potere aereo – ha detto ancora Nordio – in operazioni in teatri lontani, l’Alleanza atlantica ha definito la necessità di dotarsi di un’unità di Comando e Controllo, il Daccc, altamente mobile e prontamente rischierabile, costituita da elementi modulari e facilmente integrabili in ambiente interforze».

Fonte:http://messaggeroveneto.gelocal.it


7 Febbraio 2014

Mario Sardu, 62 anni di Riola, era il responsabile del centro radar di Marsala. «La notte del 27 giugno 1980 nel Tirreno erano in volo soltanto jet “amici”»

 

SASSARI. Il muro di gomma che protegge il segreto della strage di Ustica non è più da tempo un vergognoso bastione impenetrabile che respinge la legittima domanda di verità. È come se il cemento che per anni ha tenuto insieme bugie, complicità, omissioni e depistaggi si stia lentamente sbriciolando, facendo intuire lo scenario di guerra nel quale, il 27 giugno del 1980, finì il Dc9 Itavia, con 81 persone a bordo.

Così, proprio l’altro ieri, un altro mattone è caduto. Ad allargare la breccia è stato un ex maresciallo dell’Aeronautica sardo, Mario Sardu, 62 anni di Riola, che dopo oltre 33 anni ha deciso di rompere il silenzio, raccontando in una lunga intervista al quotidiano La Repubblica cosa vide e sentì la notte di Ustica. Quella notte maledetta Sardu era il responsabile del 35esimo Gram di Marsala, cioè il cervello del sistema radar militare che controllava il Tirreno e il canale di Sicilia.

Non sono verità sconvolgenti quelle che rivela Sardu, ma da lui arriva la conferma, forte e credibile, che il Dc9 Itavia fu abbattuto da un caccia della Nato. L’ex maresciallo prima di tutto smentisce quello che per anni ha costituito un comodo alibi per l’Aeronautica. E cioè che i radar erano impegnati in un’esercitazione Nato. Va da sè che così si trovava anche una giustificazione alla presenza di aerei da guerra dell’alleanza atlantica nel basso Tirreno. Ebbene Sardu dice invece che la sera del 27 giugno non era in corso alcuna esercitazione. La guerra simulata, in codice Synadex, era stata programmata per quella sera alle 21, ma non partì mai.

«Qualche minuto prima della caduta del Dc9 – ha detto Sardu – tutto il traffico era “friendly”, cioè erano in volo solo aerei amici». Una constatazione che ha il peso di un’accusa. Come dire: il Dc9 non può essere stato abbattuto da un aereo nemico, uno”zombi” come si dice nel gergo militare. Restano solo jet della Nato.

Sardu dice poi di non aver visto l’aereo dell’Itavia precipitare, scomparire dai monitor del centro radar, ma si accorse che a un certo punto la traccia non c’era più. Scomparsa. Sul chi può essere stato a lanciare quel missile che ha provocato la morte di 81 persone, l’ex maresciallo non azzarda conclusioni, ma è innegabile che restringe le possibilità.

Sta di fatto che lo scenario fatto intuire dall’ex sottufficiale sardo era stato in qualche modo anticipato nella primavera del 2011, quando la Nato aveva trasmesso un dossier alla procura di Roma in risposta alla rogatoria inoltrata circa un anno prima dalla magistratura italiana. I vertici dell’alleanza atlantica avevano trasmesso l’elenco delle tracce radar degli aerei militari che, la sera del 27 giugno del 1980, erano in volo nello spazio aereo italiano. Per alcuni velivoli mancherebbe ancora l’identificazione, ma tutto fa pensare che fossero cacciabombardieri francesi decollati dalla base di Solenzara, in Corsica.

Parigi ha sempre dichiarato che nella base dell’Armée dell’air di Solenzara il giorno di Ustica le attività erano state sospese alle 17. In precedenza, esattamente nell’ottobre del 1997, l’allora segretario generale della Nato, Javier Solana, aveva consegnato al nostro governo una documentazione nella quale si parlava di dodici caccia americani e britannici in volo quella tragica notte. Ma Solana omise di riferire di altri quattro aerei da combattimento. Si parlò anche allora della possibilità che si trattasse di aerei francesi, perché una registrazione radar di Poggio Ballone (Grosseto), stranamente non inghiottita dal gorgo oscuro nel quale sono svanite prove e testimonianze, indicava in Solenzara, in Corsica, la base di partenza dei quattro jet.

Per dire la verità, fu il generale dei carabinieri Nicolò Bozzo, braccio destro di Carlo Alberto Dalla Chiesa nella cupa stagione del terrorismo, il primo a mettere in relazione Solenzara con la strage di Ustica. La sera in cui il Dc-9 dell’Itavia precipitò in mare, infatti, dalla base corsa partirono decine di caccia-bombardieri. Bozzo era là in vacanza con alcuni parenti, e fu quindi testimone dell’intenso traffico aereo di quella sera. La sua testimonianza casuale – durante un briefing in Calabria successivo a un sopralluogo del giudice Priore che indagava sul misterioso Mig-21 trovato sulla Sila – smentì clamorosamente il ministero della Difesa francese. Diventa così sempre più realistica la possibilità che il Dc9 Itavia si sia trovato al centro di un’operazione di guerra reale e non simulata. E anche sull’obiettivo di quell’operazione restano pochi dubbi: il colonnello libico Muahammar Gheddafi

Fonte:http://lanuovasardegna.gelocal.it


7 Febbraio 2014

"Ustica, solo aerei Nato in volo la notte della strage"

Il maresciallo che seguiva il traffico rompe il silenzio: ecco cosa accadde. C’erano solo velivoli “friendly” e un missile può essere lanciato anche da una nave

CAGLIARI – Tra i grandi misteri d’Italia, quello di Ustica è il più tormentato e affollato di bugie. Cosa davvero successe la notte del 27 giugno 1980 lo sanno in molti, ma tengono le bocche cucite o raccontano fandonie. C’è di mezzo la Nato, tante ragioni di Stato e ci sono le 81 vittime che viaggiavano a bordo di un DC-9 dell’Itavia.

Il maresciallo Mario Sardu, 62 anni, quella notte era il responsabile del 35esimo GRAM di Marsala, sede del centro militare di controllo radar, nome in codice “Moro”. Oggi è pensionato. Ed è arrabbiato con l’Aeronautica per problemi legati a scatti di carriera e ad avanzamenti di grado che non gli sono stati concessi. Ha fatto ricorso al Tar, ma è stato respinto. Stessa sorte col Consiglio di Stato. Ha scritto a Napolitano e al ministro della Difesa. Nessuno gli ha risposto.

Per 33 anni non ha mai rilasciato un’intervista. Questa è la prima. Ed è destinata a riaccendere polemiche. Perché il maresciallo spiega come il wargame Synadex, l’esercitazione simulata, non sia mai stata sospesa. Semplicemente perché non andò mai in esecuzione. Ai giudici, invece, i radaristi avevano detto che era stata “attivata”. E conferma l’ipotesi che ad abbattere il DC-9 non sia stato un aereo “nemico”.

“In quel momento, qualche minuto prima della caduta dell’aereo, tutto il traffico era friendly. Il settore (Martina Franca) ci disse non seguiteli più. Volevano che seguissimo le tracce in penetrazione (quella degli aerei non appartenenti alla Nato, ndr), perché quelle che avevamo identificato erano tutti amici. Quando facevamo l’esercitazione, cosa che accadeva almeno una volta alla settimana, si metteva il nastro Synadex di simulazione di guerra. L’operatore EM Ior era Tozio Sossio. Il simulato partiva alle 9, ma per 20-25 minuti lui non riuscì a mettere la scheda. Poi il settore ci disse “ripassiamo in reale”. Ma nel frattempo l’aereo era già caduto”.

Quindi non siete mai stati in simulato? La Synadex doveva attivarsi alle ore 19 Zulu, cioè alle 21 locali. Alle 21 e 13, quando avete dato lo “stop” non eravate ancora partiti, è così?
“Esatto! Non siamo neanche entrati in simulato. Queste cose le hanno prese tutte sottogamba, non le hanno mai considerate…”.

Perché non l’ha mai detto prima?
“Non ce l’hanno mai chiesto! Salvatore Loi era all’identificazione e girava la manopola su sim o su reale. Ma su reale non poteva più vedere il DC-9 perché era già caduto”.

Alle 20 e 59, per essere precisi. E voi stavate preparando la Synadex…
“Esattamente. Quando ci preparammo a passare in simulato gli aerei erano tutti identificati. Tutti amici. Noi eravamo della Difesa, non del traffico aereo. Dovevamo guardare dalla Libia, dalla Tunisia, dai paesi ostili… purtroppo non seguimmo più la traccia del Dc-9 per seguire il simulato”.

Ma il sergente Luciano Carico disse che sul sistema fonetico manuale aveva seguita la traccia del Dc-9 e l’aveva vista scomparire dal monitor.
“Quello che ha detto Carico non importa. Quando ci ha chiamato il giudice Borsellino a Marsala, lui e il tenente Avio Giordano, che non erano mai andati a Roma a deporre, parlavano tra di loro in corridoio e io dissi: ‘Signori miei, stiamo attenti perché voi alle consolle non c’eravate, c’eravamo io e Loi che abbiamo già deposto a Roma'”.

Lei questa cosa la fece presente durante il confronto?
“Certo, e il giudice istruttore Vittorio Bucarelli mi minacciò, disse che alzavo troppo la voce e che i carabinieri erano fuori, pronti a portarmi via…”.

Quindi l’aereo, da 26mila piedi, passò a zero. Colpito da un missile, secondo i giudici…
“D’accordo, ma il missile chi l’ha lanciato?”.

È quello che le chiediamo, era lei in servizio la sera della strage.
“Secondo lei chi può essere stato, se quella sera gli altri aerei erano tutti amici? Non certo un nemico…”.

Gli aerei militari erano marcati con lo strap, l’etichetta di colore rosso, avevano comunque un’autorizzazione di volo…
“Sissignore. Gli aerei non autorizzati invece, come quelli provenienti dalla Libia, venivano marcati zombi ed erano in giallo, perché considerati non alleati. Li tenevamo d’occhio, mentre gli aerei amici non li guardavamo neanche”.

C’erano aerei, in quella zona, la sera del 27 giugno 1980?
“Come dissi all’epoca, un caccia, un aereo militare, è piccolo, a differenza di un aereo civile. Se non si accendono i codici, i famosi IFF/SIF, rischi di non vederlo. Più basso vola, meno possibilità ha di esser visto dal radar. I militari dovevano accendere tutti e tre i codici IFF/SIF 1,2,3; mentre gli aerei civili solo il 3. Se sono friendly, volo basso e non accendo i codici, non vengo visto dal radar. E poi, non sono solo i caccia a lanciare i missili, ma anche
le navi… quindi non dirò che non c’erano altri velivoli. C’erano eccome, ma erano tutti friendly”.

Facciamo un’ipotesi. Se caccia francesi Mirage, in formazione, partivano da Solenzara, in Corsica e volavano bassi, quante probabilità avevate di vederli?
“Se volavano bassi noi non li vedevamo! Avrebbero consumato il doppio del carburante… come fece quel Mig precipitato in Calabria, ma loro, i francesi, sarebbero potuti rientrare alla base: avrebbero avuto abbastanza autonomia. I libici, no. Poi c’erano gli americani. Quelli di Sigonella o quelli stanziati a Cagliari quando andavano verso la Tunisia o il Marocco, per fare attività anti-sommergibile, volavano bassi e non li vedevamo. Al ritorno, però, si alzavano, volavano più in alto per consumare meno carburante, e a quel punto ci apparivano sul radar. Spesso facevamo decollare i nostri F-104 da Trapani Birgi. Al che loro, sentendo che partivano gli intercettatori, accendevano finalmente i codici. Furbi, gli americani, li accendevano solo all’ultimo…”.

E le portaerei?
“Quelle americane che navigavano in mezzo al Mediterraneo ovviamente non le potevamo vedere, se da quelle si alzava in volo uno solo o più velivoli non potevamo saperlo, valeva sempre la storia dell’1+. Erano libere di scorrazzare. Ci avvertivano soltanto dell’eventuale presenza di sommergibili russi. La portaerei di Napoli, però, dubito avesse i radar. Noi eravamo nel pallone, ma non avevamo i radar spenti… “.

Che sfortuna, proprio in quei quaranta minuti…
“Gheddafi si salvò nell’86 un giorno che il radar di Marsala era in avaria e il radar di Siracusa in manutenzione, o viceversa, non ricordo bene. Nell’85 aerei israeliani rasero al suolo la caserma dove si diceva fosse Arafat, lo mancarono d’un soffio. Ora, gli israeliani andarono e tornarono indisturbati, proprio in quel momento in cui non potevamo vederli. Qualcosa dovevano sapere. Guarda caso agirono quando entrambi i radar erano in avaria… “.

Fonte:www.repubblica.it


8 Gennaio 2014

Oggi pomeriggio alle 14,40 il cielo sopra  Novi di Modena (MO) e stato sorvolato alla quota di 31000 FT ( 10200 mt +/-)
da ” niente popò di meno che” da un Antonov An-124Ruslan” (e in codice NATOCondor“)  UR-82029 ( c/n 19530502630 / 02-10 ex CCCP- 82029 ) della compagnia di trasporti cargo  Antonov Airlines Volo ABD532F  .

Si tratta di un enorme aereo cargo di costruzione Ex Sovietica utilizzato dalla Antonov Airlines per “trasporti  eccezionali” in tutto il mondo.

Fonte: www.flightradar24.com



Minsk, 23 apr. (Adnkronos) – La Russia aprira’ una base aerea in Bielorussia dove dislochera’ gia’ entro la fine dell’anno, aerei da combattimento e quattro batterie di sistemi anti missile S-300-P. Lo ha annunciato il ministro della difesa Sergei Shoigu a Minsk per colloqui con il presidente bielorusso Alexandr Lukashenko proprio mentre a Bruxelles e’ in programma il Consiglio Nato Russia dedicato fra l’altro anche alla difesa missilistica in Europa. ”Nel 2013 avremo (in questa base, ndr) un ufficio di comando militare e un gruppo di aerei da combattimento in stato di allerta”, ha spiegato Shoigu aggiungendo che, in seguito, saranno dislocati altri aerei militari per arrivare ad avere ”entro il 2015 un reggimento dell’aeronautica per proteggere le nostre frontiere” cosi’ come i sistemi anti missile proteggeranno lo spazio aereo degli ”amici e fratelli” bielorussi

Fonte:www.adnkronos.com


21 Febbraio 2013

(AGI) – Roma, 20 feb. – L’Esercito Italiano sara’ presente della 7a edizione del “Big Blu – Salone della Nautica e del Mare” in programma da oggi al 24 febbraio 2013 nel polo espositivo della Nuova Fiera di Roma.

 L’Esercito e’ la componente terrestre d’eccellenza nell’ambito delle Forze Armate ma vanta nella sua organizzazione anche dei reparti che operano in ambiente aereo o marino.

A rappresentare la Forza Armata al Big Blu sara’ il 185mo reggimento paracadutisti ricognizione e acquisizione obiettivi “Folgore”, un’unita’ altamente specializzata appartenente alle Forze per le Operazioni Speciali dell’Esercito Italiano.

 In uno spazio completamente dedicato alle attivita’ in ambiente acquatico, i visitatori potranno salire a bordo del battello pneumatico FC 470 che, grazie alla versatilita’ di impiego e trasporto (puo’ essere aviolanciato o rilasciato da elicottero a pochi metri dalla superficie dell’acqua), e’ utilizzato da tutte le unita’ anfibie e Forze Speciali della NATO.
 

In piu’, sara’ esposto il RHIB ZH935, il primo esemplare della linea Mach II (scafo ad alte prestazioni), progettato dalla Zodiac Milpro e da personale del 185mo reggimento per le specifiche esigenze dell’unita’, capace di navigare con stato del mare 5 (onde fino a 4 metri) ad una velocita’ di 20 nodi per consentire di raggiungere un obiettivo distante sino a 100 miglia dal punto di partenza.

Fonte:www.agi.it



Antonov An-24

File:AeroflotKSU.pngL’Antonov An-24 (in cirillico Антонов Ан-24, nome in codice NATO Coke ) è un bimotore turboelica da trasporto ad ala alta progettato dall’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta.

Impiegato negli anni successivi sia come velivolo civile, principalmente dalla compagnia aerea nazionale Aeroflot, che dalla Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l’Aeronautica militare dell’Unione Sovietica, all’agosto 2006 ne rimanevano 448 esemplari in servizio operativo, soprattutto presso i paesi dell’ex blocco sovietico ed in Africa.

L’An-24 venne progettato alla fine degli anni cinquanta per sostituire nel servizio operativo l’ormai superato bimotore Ilyushin Il-14, ancora dotato di motori a pistoni, sulle rotte a breve e medio raggio. Per la sua realizzazione si tenne conto della possibilità di operare da piste semipreparate situate nelle remote località del territorio sovietico.

File:Chukotavia Antonov An-24.jpgA questo scopo venne adottata un’ala posizionata alta, così come i motori abbinati ad eliche quadripala alloggiati nelle gondole alari, per proteggere questi elementi dai detriti in fase di atterraggio e decollo. Inoltre era dotato di un favorevole rapporto potenza-peso, superiore a velivoli della stessa categoria, e da una struttura volutamente robusta per non richiedere sofisticate apparecchiature per la manutenzione a terra.

File:An-24 Cockpit.JPGLa realizzazione del prototipo e la principale linea di produzione vennero assegnate agli stabilimenti statali di Svyatoshyn, nei pressi di Kiev, che ne realizzarono 985 esemplari, più altri 180 costruiti ad Ulan-Udė, nella Russia orientale. Una ulteriore linea di produzione venne approntata ad Irkutsk incaricata della produzione di 197 esemplari versione cargo. La produzione venne interrotta nel 1978.

L’azienda aeronautica cinese Xi’an Aircraft Industrial Corporation realizzò negli anni ottanta una versione locale dell’An-24RV che introdusse sul mercato ridenominandolo Yunshuji Y-7, prodotto in 70 esemplari nel periodo 1984-2000. Attualmente è ancora in produzione una versione aggiornata, la Xi’an MA-60, dotata di avionica e motorizzazione statunitense.

Varianti e versioni

An-24

  • An-24 – il primo variante di serie, entrò nella produzione nel 1962.
    • An-24 “Nit'” (in italiano: Filo) – l’aereo scientifico per esplorazione del Oceano e delle risorse naturali della Terra prodotto nel 1978.
    • An-24 “Trojanda” – il laboratorio volante per gli esercitazioni delle ricerche dei sottomarini, nel 1968 sulla sua base è stato creato An-24T

An-24A

  • An-24A – il secondo variante di serie del 1962 – 1963 con la classe economica per 44 passeggeri prodotto in 200 esemplari.
  • An-24AT – la versione militare per il trasposto del An-24A con il propulsore TV2-117DS (in russo: ТВ2-117ДC) creato nel 1962.
  • An-24AT-RD – la versione del An-24AT con i turboreattori R-27F-300 (in russo: Р-27Ф-300) del 1966.
  • An-24AT-U – la versione del An-24AT con la distanza di decollo ridotta grazie a un acceleratore sperimentale a polvere PRD-63 (in russo: ПРД-63).

An-24B

  • An-24B – il terzo variante di serie del 1964 prodotto in 400 esemplari con il peso massimo al decollo di 21 t e con la classe economica di 48-52 passeggeri.
  • An-24V – il modello di esportazione di An-24B nel Libano, Romania, Mongolia.
  • An-24D – il prototipo sperimentale del An-24B allungato di 2,8 metri con 60 posti per i passeggeri sviluppato nel 1967.
  • An-24LP (in russo: Ан-24ЛП – лесопожарный) – il modello An-24B per la Protezione Civile e per i Vigili del Fuoco del 1971.
  • An-24LR “Toros” – il modello scientifico per il controllo e la fotografazione dei ghiacci.
  • An-24PS/PRT – i due modelli della serie limitata sulla base di An-24T per la Protezione Civile.
  • An-24R – il modello militare del radiolocazione e radiocontrollo.

An-24RV

 
An-24RV – il quarto variante del An-24 con un turboacceleratore RU19A-300 (in russo: РУ19А-300).
  • An-24RR – il modello di controllo di radioattività del An-24RV, nel 1967-1968 sono stati prodotti 4 aerei di questo tipo.
  • An-24RT – il modello per il trasporto militare del An-24RV del 1969-1971 prodotto in 69 esemplari alla Fabbrica di Irkutsk no.39
  • An-24RT/RTR – il prototipo di radiotrasmettitore volante.

An-24T

  • An-24T – Antonov An-34 – primo volo il 16 novembre 1965, il modello di trasporto militare prodotto in 164 esemplari.
  • An-24UŠ (in russo: Ан-24УШ)- An-24T modificato per i voli d’addestramento nel 1970 in 7 esemplari.
  • An-24ŠT (in russo: Ан-24ШТ) – nel 1968 36 aerei sono stati modificati come i punti del commando militare volanti.

An-26

  • An-26 – il modello di trasporto sulla base del An-24T prodotto nel 1968-1986 prodotto in 1398 esemplari ed attrezzato con un complesso di sistemi automatizzati per il carico e lo scarico.

An-30

  • An-24FK – Antonov An-30 – il modello sviluppato dal OKB Beriev e prodotto nel 1975-1980 a Kiev in 115 esemplari.

An-44

  • An-44 – il progetto dell’aereo da trasporto con la grande porta per il carico e lo scarico dell’aereo nella parte sinistra della fusoliera.

An-50

  • An-50 – il progetto dell’An-24 attrezzato con 4 turboreattori AI-25 (presi dal Yakovlev Yak-40) sviluppato nel 1972.

Xi’an Y-7

  • Xi’an Y-7 – il modello An-24RV prodotto in Cina nel 1984-2000 in 70 esemplari
  • Xi’an MA-60 – Y-7 modernizzato col complesso d’avionica americana (HONEYWEL, BECKER, COLLINS) e con i propulsori Pratt & Whitney PW-127J. L’aereo è in produzione del 2000. MA-60 civile dispone di 52, 56, 60 posti a secondo della composizione.

Utilizzatori

Militari

Operatori di An-24.
Bandiera dell'Afghanistan Afghanistan
bandiera Algeria
bandiera Angola
  • Força Aérea Popular de Angola y Defesa Aérea y Antiaérea
bandiera Armenia
bandiera Azerbaigian
bandiera Bangladesh
bandiera Bielorussia
bandiera Bulgaria
bandiera Cambogia
bandiera Cina
bandiera Repubblica del Congo
bandiera Corea del Nord
bandiera Cuba
bandiera Cecoslovacchia
bandiera Germania Est
bandiera Egitto
  • Al-Quwwat al-Jawwiya al-Misriyya
bandiera Georgia
bandiera Guinea
bandiera Guinea-Bissau
bandiera Iran
bandiera Iraq
bandiera Kazakistan
  • Sil Vozdushnoy Oborony Respubliki Kazakhstan
bandiera Laos
bandiera Mali
bandiera Mongolia
bandiera Polonia
bandiera Romania
bandiera Russia
bandiera Siria
bandiera Slovacchia
l’ultimo esemplare ritirato nel 2006.
bandiera Somalia
bandiera Sudan
bandiera Ucraina
bandiera Ungheria
bandiera Unione Sovietica
bandiera Uzbekistan
bandiera Vietnam
bandiera Yemen

Civili

File:Antonow an-24.jpgI principali operatori di alcune delle 448 compagnie aeree che risultavano avere gli An-24 ancora in servizio, all’agosto 2006, includono: Air Koryo (8), Air Urga (10), Angara Airlines (7), ARP 410 Airlines (10), China Southern Airlines (11), Cubana de Aviación (2), Katekavia (12), Kirov Air Enterprise (4), Novosibirsk Air Enterprise (9), Polar Airlines (4), Air Company Scat (20), Turkmenistan Airlines (22), Ukraine National Airlines (12), UTair (17), Uzbekistan Airways (11), Yakutavia (17). Altre 112 operano con un solo esemplare di An-24.

I principali operatori che hanno utilizzati gli An-24 sono: Aeroflot, Aerosvit, Air Astana, Air Guinee, Air Mali, Ariana Afghan Airlines, Balkan Bulgarian, CAAC, Cubana, Egyptair, Interflug, Iraqi Airways, Lebanese Air Transport, Lina Congo, Polskie Linie Lotnicze LOT, Misrair (Egyptair), Mosphil Aero, Pan African Air Service, Kyrgyzstan, President Airlines, PMTAir, Royal Khmer Airlines, Tarom, Uzbekistan Airways, Lionair.

Ordinazioni

Bandiera del Perù
Bandiera del Laos
Bandiera dell'Indonesia
Bandiera della Cina
Bandiera delle Filippine
Bandiera dello Sri Lanka
Bandiera del Tagikistan

Incidenti

Dal 1959, su 332 esemplari di Antonov An-24 prodotti, 139 sono stati coinvolti in incidenti di varia gravità con 1815 vittime dovute alle cause tecniche.

Incidenti negli anni novanta

  • 26 dicembre 1993 – almeno 35 vittime in seguito del disastro aereo di un An-24 nell’Armenia occidentale.
  • 13 dicembre 1995Disastro aereo di Verona – volo Banat Air 165 in decollo dall’Aeroporto di Verona. Pochi secondi dopo il decollo, forse a causa dell cattive condizioni atmosferiche, il velivolo è precipitato uccidendo tutti gli occupanti.
  • 18 marzo 1997 – 50 persone a bordo ed equipaggio di volo sono morti in seguito alla rottura dello stabilizzatore verticale nell’alta quota dell’Antonov An-24 che stava operando un volo charter in Turchia.

Incidenti dal 2000

Aerei simili

Antonov An-24
 
Descrizione
Tipo aereo da trasporto
Equipaggio 3-4 (2 piloti, ingegnere di bordo e, opzionale, addetto radio)
Progettista OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov
Costruttore Industria statale sovietica
Xi’an Aircraft Industrial Corporation(AVIC)
Data primo volo 29 ottobre 1959[1]
Esemplari 1 367 (compresi la copia cinese Xian Y-7)
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 23,53 m
Apertura alare 29,20 m
Altezza 8,32 m
Superficie alare 74,98 m²
Peso a vuoto 14 600 kg
Peso max al decollo 21 800 kg (aumentabili fino a 22 500 kg)
Capacità 42-52 passeggeri[2]
Capacità combustibile 5 100 kg
Propulsione
Motore due turboeliche Ivchenko AI-24A
Potenza 2 820 CV
Prestazioni
Velocità max 500 km/h
Velocità di crociera 475 km/h
Autonomia 550 km con il carico massimo, 2.400 con il massimo carico di carburante
Tangenza 8 000 m

 

——————————————————————————————–

Antonov An-26

File:An-26 Niµ Nishava Serbien Marko Stojkovic IMG 2634-1-2.jpgL’Antonov An-26 (in cirillico Антонов Ан-26, nome in codice NATO Curl ) è un bimotore a turboelica da trasporto leggero ad ala dritta progettato dall’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni settanta.

Sviluppato dal precedente An-24 venne progettato per un uso principalmente militare dotandolo nella parte posteriore della fusoliera di un ampio portellone di carico che funge anche da rampa. Venne impiegato negli anni successivi dalla Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l’Aeronautica militare sovietica, e da numerose forze aeree del Patto di Varsavia e filosovietiche a livello mondiale le quali, ancora oggi hanno esemplari in servizio operativo. Ne venne ricavata anche una versione destinata al servizio civile, anch’essa tuttora operativa con diverse compagnie aeree cargo a livello mondiale.

File:Chukotavia Antonov An-26.jpgDall’An-24 venne ricavata anche una versione da aerofotogrammetria, denominata An-30 (nome in codice NATO Clank), dotata di vari strumenti fotografici applicati nel muso e un laboratorio interno per lo sviluppo delle fotografie. Un successivo sviluppo darà origine al suo più recente successore, l’An-32.

L’An-26 ha anche una versione prodotta senza licenza dall’azienda cinese Xian Aircraft Factory denominata inizialmente Y-14 e successivamente ridenominata Y-7 che diede origine ad una serie di varianti multiuso.

Storia

Sviluppo

File:MIAT plane.jpgL’An-26 venne progettato per dotare un nuovo velivolo da trasporto tattico a corto raggio, della stessa classe del G.222, basandosi sulle precedenti esperienze acquisite sull’Antonov An-24, velivolo da trasporto passeggeri e merci, usato per lo più per esigenze civili. Dell’An-24 venne progettata una versione dotata di un portellone di carico per materiali, l’An-24T; in seguito gli osservatori occidentali si resero conto che questa versione era in realtà un progetto sostanzialmente nuovo, che entrò in servizio negli anni settanta come complemento di aerei più grandi e dalle maggiori capacità di carico già in linea e come sostituto di velivoli come gli Il-14.

Impiego operativo

Il primo volo dell’An-26 avvenne nel 1960, mentre nel 1963 iniziarono le consegne presso la compagnia aerea da trasporto civile Aeroflot.

A partire dal 1969 venne sviluppata una nuova versione militare da trasporto tattico a corto raggio denominata Curl-A.Tale versione, che venne prodotta fino al 1985 in 1410 esemplari per varie forze armate, fu il primo velivolo sovietico da trasporto ad avere una stiva completamente pressurizzata.

Nel corso degli anni alcuni Curl-A vennero modificati per essere impiegati per la guerra elettronica e vennero denominati An-26RTR Curl-B. Successivamente furono costruite versioni speciali per il controllo degli incendi (An-26P), per il monitoraggio della banchisa polare (AN-16 BRL) e per le calibrazioni aeronautiche (AN-26L). Di particolare rilievo sono le versioni S utilizzate dalle aeronautiche della Angola e del Mozambico con il ruolo di contro-guerriglia, essendo stati dotati di piloni per il trasporto bombe. Altri velivoli della versione S furono adattati dall’aeronautica dell’Afghanistan per trasportare cariche chaff.

Il 28 settembre 2009 gli aerei Antonov An-26 e Antonov An-26B sono stati certificati dall’ЕАSА (Еuropean Aviation Safety Agency) secondo FAR-25, FAR-33, FAR-35 del capitolo IV della ICAO e ТSO-с77. Attualmente nel mercato dell’Unione europea sono presenti 17 esemplari del Antonov An-26. Gli aerei An-26 operano nelle compagnie aeree ungheresi, lettone e lituane. Inoltre, gli Antonov An-26 sono utilizzati dalla tedesca DHL. La certificazione degli aerei è stata effettuata sulla richiesta della Antonov ASTC del 18 dicembre 2006.

Tra il 1982 e il 2007 l’AN-26 è stato coinvolto, in varie zone del mondo, in 19 incidenti aerei che hanno provocato la morte della maggior parte degli equipaggi e dei passeggeri.

Descrizione tecnica

File:An 26 airshow radom2007.jpgEssenzialmente si tratta di un bimotore da trasporto tattico a corto raggio, con due motori sistemati sulle ali, in posizione alta rispetto alla fusoliera. I piani di coda sono relativamente convenzionali, ma nondimeno meritano menzione per il fatto di essere rialzati e che consentono di fornire al piccolo aereo, con una fusoliera molto snella, uno spazio per ospitare una rampa di carico più grande ed efficiente di quella dell’An-24T. Essa è concepita in maniera tale da consentire un agevole carico di merci a terra dai pianali dei camion, ed un uso efficiente per lanciare paracadutisti in aria.

Il vano di carico ha rotaie per movimentare colli da due tonnellate ed un paranco elettrico di sollevamento. Un convogliatore meccanico è sistemato sul pavimento della cabina, mentre a lato vi sono sedili per 38-40 paracadutisti o truppe. Un altro tipo di trasformazione consente di usarlo come aeroambulanza, in grado di trasportare 24 barelle. Il vano di trasporto è pressurizzato, per la prima volta in una macchina sovietica. Probabilmente è capace di tenere differenze di poco livello tra pressione esterna e interna, ma comunque è una caratteristica rara per un trasporto tattico militare.

File:Lithuanian Air Force Antonov AN-26 (04).jpgIl posto di pilotaggio è incassato nella parte anteriore della fusoliera, tra le ali alte e il vano del muso, dove vi è il radar meteorologico. Un oblò rotondo è posto su ciascun lato.

Il carrello d’atterraggio è basso, dotato di una larga carreggiata, con gli elementi che rientrano nel muso e nelle gondole motori.

Quella a destra ospita, oltre alle due turboeliche AI-24 da 2800 CV, anche una piccola turbina ausiliaria Tumnansky R-19 da 900 kg di spinta, impiegata per fornire potenza elettrica, ma anche per aumentare la potenza disponibile ed incrementare le prestazioni ad alta quota o durante il decollo.

Anche il precedente An-24 aveva quest’insolita, asimmetrica configurazione, per cui si potrebbe dire che queste macchine leggere Antonov sono in realtà a tutti gli effetti trimotori (per giunta asimmetriche). Per superare questo curioso compromesso tecnico sarebbero poi arrivati, con l’An-32, motori da 5500 cv.

Versioni

Dal 1981 entrò in servizio la versione An-26B, dotata di un sistema di movimentazione rapida per carichi di 5500 kg in tre colli, controllabile da due uomini a bordo dell’aereo.

File:Antonov.an-26.2409.czechaf.arp.jpgUn’altra variante derivata (secondo alcune fonti, però, dall’An-24) è l’Antonov An-30 Cline, uno dei pochi velivoli progettato esclusivamente per i rilievi aerofotogrammetrici. Questo è caratterizzato da una struttura ridisegnata, dotata di un abitacolo rialzato ed un muso vetrato, con una struttura per un navigatore, un laboratorio di sviluppo per le pellicole e cinque camere fotografiche. Venne prodotto dal 1974 in pochi esemplari per l’Aeroflot e la Romania.

Dettaglio versioni e varianti

An-26 Curl-A
versione iniziale bimotore turboelica da trasporto tattico ad uso militare.
An-26B
nuova versione introdotta nel 1981, equipaggiata con un sistema di cinture avvolgibili per lo stivaggio del carico e che rientrano nella fusoliera se non utilizzate. Venne inoltre adottata una motorizzazione più potente basata su 2 turboelica ZMDB Progress (Ivchyenko) Al-24VT.
An-26BRL
versione da ricerca sul ghiaccio.
An-26L
versione per calibrazioni aeronautiche.
An-26M
versione aeroambulanza.
An-26P
versione per la lotta aerea antincendio.
An-26RTR Curl-B
versione specifica per la guerra elettronica, ELINT e SIGINT.
An-26ST
versione realizzata sulle particolari specifiche richieste dalla tedesca dell’est Luftstreitkräfte und Luftverteidigung der Deutschen Demokratischen Republik.

Varianti estere

Y-7H
versione cinese da trasporto militare tattico.
Y-7-500
versione cinese da trasporto ad uso civile.

Utilizzatori

Militari

Operatori militari dell’An-26
  
bandiera Afghanistan
bandiera Afghanistan
bandiera Afghanistan
  • Afghan National Army Air Force
entrati in servizio nel 1975, degli oltre 20 esemplari acquisiti ne risultano due ancora in servizio operativo.
bandiera Angola
  • Força Aérea Popular de Angola y Defesa Aérea y Antiaérea – 12
bandiera Bangladesh
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Benin
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Bielorussia
bandiera Bulgaria
bandiera Cambogia
bandiera Repubblica Ceca
bandiera Cecoslovacchia
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Ciad
bandiera Cina
bandiera Repubblica del Congo
bandiera Repubblica Democratica del Congo
bandiera Corea del Nord
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Cuba
bandiera Etiopia
bandiera Germania
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Germania Est
gli esemplari ancora operativi alla riunificazione delle due Germanie sono stati assorbiti dalla Luftwaffe fino al loro ritiro.
bandiera Guinea-Bissau
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Iraq
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Jugoslavia
bandiera Jugoslavia
bandiera Kazakistan
  • Sil Vozdushnoy Oborony Respubliki Kazakhstan – 1
bandiera Laos
bandiera Libia
bandiera Lituania
  • Karinės Oro Pajėgos
3 esemplari di cui 2 rimarranno in servizio fino al 2009.
bandiera Madagascar
bandiera Mali
bandiera Moldavia
bandiera Mongolia
Bandiera del Mozambico bandiera Mozambico
bandiera Nicaragua
bandiera Niger
bandiera Pakistan
nessuno ancora operativo, tutti ritirati.
bandiera Perù
bandiera Polonia
nessuno operativo, tutti ritirati, l’ultimo esemplare ha volato il 16 gennaio 2009
bandiera Romania
bandiera Russia
bandiera Serbia
bandiera Siria
bandiera Slovacchia
bandiera Stati Uniti d’America
utilizzati dal 6th Special Operations Squadron
bandiera Unione Sovietica
  • Sovetskie Voenno-vozdušnye sily
alla dissoluzione dell’Unione Sovietica gli esemplari in servizio vennero suddivisi tra le nuove realtà nazionali create nel 1991.
alla dissoluzione dell’Unione Sovietica gli esemplari in servizio vennero presi in carico dalla nuova aviazione di Marina russa.
bandiera Tanzania
bandiera Ucraina
bandiera Ungheria
4 ancora in servizio; ritiro previsto 2010-2012.
bandiera Uzbekistan
bandiera Vietnam
bandiera Yemen
bandiera Zambia

Civili 

All’agosto 2006 rimanevano in servizio operativo 267 esemplari di An-26. I maggiori operatori includono: Lao Airlines (6), Syrian Arab Airlines (6), Aerocom (5), ARP 410 Airlines (5), Air Urga (10), Exin (9), RAF-Avia (5), Turkmenistan Airlines (5), Iraero (7), Scorpion Air (6), Yakutavia (5) and Aerogaviota (18). Altre 106 compagnie aeree operano con un numero minore di esemplari.

bandiera Bulgaria
bandiera Cuba
bandiera Danimarca
bandiera Germania
  • DHL Cargo (1)
bandiera Laos
bandiera Lituania
bandiera Moldavia
bandiera Mongolia
bandiera Russia
bandiera Siria
  • Syrian Arab Airlines (6)
bandiera Turkmenistan
bandiera Ungheria
bandiera Ucraina

Incidenti

File:An-26B(UN).jpgSecondo il sito della Rete di Sicurezza dell’Aviazione (dati aggiornati al maggio 2008) sono stati 81 incidenti con 766 morti Due Antonov An-26 sono stati dirottati. Inoltre sono stati 21 incidenti criminali con 437 morti in seguito. L’ultimo incidente con le vittime di un An-26 è accaduto a Hanoi, in Vietnam con un aereo dell’Aeronautica della Vietnam il 8 aprile 2008 causando 5 morti.

L’incidente più grave nel quale venne coinvolto un Antonov An-26 è accaduto in Etiopia, in Africa con un aereo che trasportava i soldati libici, cubani ed etiopi il 14 gennaio 1982. In seguito all’incidente morirono 73 persone.

Descrizione
Tipo aereo da trasporto tattico leggero
Equipaggio 4
Progettista OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov
Costruttore Antonov
Data primo volo 21 maggio 1969
Esemplari oltre 1 700
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 23,8 m
Apertura alare 29,2 m
Altezza 8,32 m
Superficie alare 74,82 m²
Peso a vuoto 15 020 kg
Peso max al decollo 24 000 kg
Capacità 4 500 kg di carico
Propulsione
Motore 2 turboelica Progress AI-24VT
un turbogetto Tumansky Ru-19-A300 nella gondola di sinistra
Potenza 2 820 shp (2 103 kW) ciascuna
Spinta 7,85 kN
Prestazioni
Velocità max oltre 500 km/h
Velocità di crociera 440 km/h (240 kt)
Autonomia 2 550 km
Tangenza 9 000 m

 

——————————————————————————————–

Antonov An-30

File:Antonov An-30.JPGL’Antonov An-30 (in caratteri cirillici Антонов Ан-30, nome in codice NATO Clank) è un aereo bimotore turboelica da trasporto ad ala alta progettato dall’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta.

Derivato dal precedente An-24, venne impiegato, negli anni successivi, nelle missioni di fotogrammetria aerea sia nell’ambito dell’aviazione civile che in quella militare, principalmente nella Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l’aeronautica militare sovietica.

Storia

Sviluppo

File:Lukaviatrans Antonov An-30.jpgLa prima versione da ricognizione aerea dell’ Antonov An-24 è stata progettata dall’ OKB Beriev e designata An-24FK. L’FK stava per fotokartograficheskiy (mappatura aerea). L’An-24FK ha fatto il suo primo volo il 21 agosto 1967, con le prove di omologazione completate nel 1970 e la certificazione civile completata nel 1974.

L’An-24FK venne poi ridesignato An-30, e la sua produzione iniziò nel 1971 presso l’impianto di macchinari di Kiev dove, tra il 1971 e il 1980, furono prodotti 123 velivoli in due versioni principali.

Tecnica

L’Antonov An-30 è un velivolo derivato dall’An-24, dotato di una fusoliera completamente nuova. Nel “naso” sporgente vetrato era alloggiato il sistema di navigazione e le fotocamere per la mappatura del terreno. Per assicurare un’accurata e ripetibile capacità di sorveglianza, il classico radar era stato rimpiazzato da un sistema computerizzato di controllo della rotta, e questo richiese un innalzamento di 41 cm della cabina di pilotaggio, rispetto all’An-24. Questa modifica diede luogo alla caratteristica cabina sporgente che caratterizzava l’aereo, simile a quella del Boeing 747.

Sul pavimento della fusoliera erano ricavate cinque finestre per alloggiare le fotocamere. Ciascuna apertura era dotata di una schermatura mobile, che poteva essere richiusa per proteggere i pannelli di vetro. Tre fotocamere erano montate verticalmente e destinate alla mappatura; le altre due erano disposte ai due lati dell’aereo e montate con un angolo di 28° per la fotografia obliqua.

Le fotocamere di cui era stato dotato l’An-30 potevano essere utilizzate tra i 2.000 e i 7.000 m e le corrispondenti scale di mappatura risultavano comprese tra 1:200.000 e 1:15.000.000.[

L’ An-30 era dotato di due turboelica Ivchenko AI-24VT con una spinta al decollo di 2.820 ehp.

Impiego operativo

File:An-30ukrainearmy.JPGL’An-30 è stato utilizzato anche come aereo per il controllo meteorologico nella versione An-30M. Tra il 1971 e il 1980 sono stati costruiti complessivamente 115 velivoli e 23 sono stati venduti all’estero in Afghanistan, Bulgaria, Cina, Cuba, Cecoslovacchia, Mongolia e Vietnam.

Varianti

An-24FK
An-30A-100 (5 esemplari)
An-30B
An-30D Sibiryak (7 esemplari)
An-30FG
An-30M Meteozashchita (3 esemplari)
An-30R

Utilizzatori

In rosso gli utilizzatori del An-30

Militari

Bandiera dell'Afghanistan bandiera Afghanistan
ricevette un An-30 nel 1985.
Bandiera della Bulgaria bandiera Bulgaria
bandiera Cina
bandiera Repubblica Ceca
tutti gli esemplari in servizio vennero messi a terra nel 2003.
bandiera Romania
acquisì tre esemplari, due attualmente in servizio ed uno di scorta.
bandiera Russia
bandiera Ucraina
bandiera Unione Sovietica
  • Sovetskie Voenno-vozdušnye sily
alla dissoluzione dell’Unione Sovietica i velivoli ancora operativo vennero suddivisi nelle nuove aeronautiche militari delle rifondate entità nazionali.
File:An-30 - RA-26226.jpg
bandiera Vietnam

Civili

bandiera Cina
bandiera Mongolia
bandiera Russia
bandiera Ucraina
bandiera Vietnam
Descrizione
Tipo aereo per la Cartografia
Equipaggio 7
Progettista Bandiera dell'URSS OKB 153 Antonov
Costruttore Bandiera dell'URSS Stabilimento nr ???
Data primo volo 21 agosto 1967[1][2]
Data entrata in servizio luglio 1968
Utilizzatore principale Bandiera dell'URSS VVS
Esemplari 124[2]
Sviluppato dal Antonov An-24
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 24,26 m
Apertura alare 29,20 m
Altezza 8,32 m
Superficie alare 72,46 m²
Peso a vuoto 15 590 kg
Peso carico 20 300 kg
Peso max al decollo 23 000 kg
Capacità combustibile 4 820 kg
Propulsione
Motore 2 turboelica Progress AI-24VT
un turbogetto Soyuz RU-19A-300
Potenza 2 817 shp (2 100 kW) ciascuna
Spinta 7,65 kN
Prestazioni
Velocità max 540 km/h
Velocità di crociera 476 km/h
Autonomia 2 600 km
6,6 h
Tangenza 8 000 m
Note dati riferiti alla versione An-30A

 

——————————————————————————————–

Antonov An-32

File:Croatian AN-32B Ruzyne.jpgL’Antonov An-32 (in cirillico Антонова Ан-32, nome in codice NATO Cline ) è un bimotore turboelica da trasporto tattico ad ala alta progettato dall’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni settanta.

Evoluzione del precedente An-26, venne dotato di motori più potenti e di una struttura rinforzata e venne ottimizzato per operare ad alte quote e soprattutto in ambienti montani.

Storia 

Sviluppo

File:AN-32 cargo plane of the Afghan Air Force.jpgLo sviluppo dell’An-32 si deve alla richiesta da parte del governo indiano riguardo alla fornitura di un velivolo da trasporto tattico che fosse adatto ad operare in condizioni meteorologiche avverse ed ottimizzato per le alte quote, ambiente operativo tipico di quel paese. Grazie ai buoni rapporti diplomatici tra i due leader delle due nazioni, Leonid Il’ič Brežnev ed Indira Gandhi, venne ordinato all’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov di proporre un velivolo che soddisfacesse tali requisiti.

Prendendo come base il precedente An-26 venne mantenuto il progetto generale rinforzandone la struttura. Fusoliera, ala e carrello d’atterraggio vennero modificati per sostenere la maggior velocità massima ed i più elevati carichi alari dovuti alla nuova motorizzazione, due turboeliche Ivchenko AI-20 da 5 112 hp (3 810 kW) ciascuna, un potenza quasi doppia rispetto agli Ivchenko AI-24 che equipaggiavano il precedente modello. Questi erano posizionati in gondole motore rialzate che permettevano così l’utilizzo di eliche dal maggior diametro.

File:Antonov AN-32b Croatia.jpgGrazie alle modifiche l’An-32 acquisì eccellenti caratteristiche di decollo nelle zone tropicali e in ambienti montani nei quali l’alta temperatura e la rarefazione dell’aria provocano una sensibile diminuzione della potenza disponibile per la propulsione.

Impiego operativo

A differenza della maggior parte dei velivoli sovietici, l’An-32 era un progetto finalizzato all’esportazione, in particolare ottimizzato per equipaggiare la Bhāratīya Vāyu Senā, l’aeronautica militare indiana. La Voenno-vozdušnye sily (VVS), l’Aeronautica militare dell’Unione Sovietica, aveva puntato su un nuovo progetto sempre sviluppato dall’OKB Antonov, l’An-72, che soddisfaceva sia la fascia di portata utile che le esigenze STOL richieste.

All’inizio degli anni ottanta, l’Unione Sovietica diede inizio all’invasione sovietica dell’Afghanistan contrapponendosi alla rivolta dei mujaheddin contro il governo socialista dell’Afghanistan. Questo vide l’impiego dell’An-32 come trasporto tattico da appoggio alle truppe sovietiche, ideale per operare nel territorio afghano, collinare, caldo e polveroso, esattamente il tipo di condizioni per cui era stato progettato. In quell’occasione l’An-32 diede prova di sé nella capacità di sollevarsi in piste semipreparate e corte, con carichi anche al di sopra dei limiti previsti, salendo rapidamente di quota per sfuggire ai colpi nemici. È documentato che la cellula particolarmente robusta del velivolo è stata in grado di resistere a danni piuttosto gravi e di riuscire a raggiungere i 4 800 m di quota anche con un solo motore funzionante.

File:Aeroflot Antonov An-32 at Le Bourget, 12 June 1977.jpgL’esperienza in combattimento si dimostrò un utile veicolo pubblicitario e gli ordini da parte del mercato estero, fino ad allora limitati ad India ed Afghanistan, cominciarono a pervenire da paesi asiatici, africani e centro-sudamericani, il più consistente dei quali portò ad una fornitura di 28 esemplari al Perù che andarono ad equipaggiare la propria forza aerea.

Impiego civile

Sebbene l’An-32 fosse un progetto nato ad uso militare, sono numerose le compagnie che lo utilizzano o lo hanno utilizzato come aereo da trasporto commerciale e come aereo di linea principalmente in america latina con le compagnie aeree Aeronica e Carricarga.

Versioni

  • An-32 – versione di produzione iniziale.
  • An-32B – sviluppo dell’An-32 .
  • An-32B-100 – versione aggiornata del An-32B. Peso massimo al decollo aumentato a 28 500 kg, carico utile aumentato a 7 500 kg.
  • An-32B-110 – versione dotata di avionica che permette l’utilizzo di solo 2 membri di equipaggio (sistema metrico)
  • An-32B-120 – come An-32B-110 ma con strumentazione in sistema imperiale britannico.
  • An-32B-200
  • An-32B-300 – versione motorizzata Rolls-Royce AE 2100D da 4 600 shp
  • An-32MP – versione da pattugliamento marittimo
  • An-32P Firekiller – versione lotta aerea antincendio.

File:An-32P-2006-Hostomel.jpg

Venne dotato di certificazione speciale concessa in data 10 marzo 1995. Può trasportare 8 000 kg di liquido ritardante in due serbatoi scaricabili contemporaneamente o uno di seguito all’altro. L’azione viene svolta a 40–50 m sopra il livello del suolo ad una velocità da 240 a 260 km/h. Può anche operare come normale aereo da trasporto.

Utilizzatori

Militari

Diffusione dell’An-32 nel mondo: in rosso gli operatori militari, in verde quelli civili.
 
Bandiera dell'Afghanistan Afghanistan
bandiera Afghanistan
bandiera Afghanistan
  • Afghan National Army Air Force
bandiera Angola
  • Força Aérea Popular de Angola y Defesa Aérea y Antiaérea – 3 esemplari.
bandiera Armenia
bandiera Bangladesh
bandiera Colombia
bandiera Cuba
bandiera Croazia
bandiera Etiopia
bandiera Georgia
bandiera India
bandiera Kazakistan
  • Sil Vozdushnoy Oborony Respubliki Kazakhstan
bandiera Messico
bandiera Mongolia
bandiera Perù
bandiera Romania
bandiera Russia
bandiera Sri Lanka
  • Sri Lanka Air Force – 5 esemplari.
bandiera Tanzania
bandiera Ucraina
bandiera Unione Sovietica
  • Sovetskie Voenno-vozdušnye sily

Civili

All’agosto 2006 erano ancora 56 gli esemplari di Antonov An-32 operativi come aerei di linea nelle compagnie aeree mondiali, tra le quali Air Pass (4 esemplari), Alada (3), Libyan Arab Air Cargo (4), Million Air Charter (3), AERCARIBE LTDA (2), Trans-Charter (3) e Selva (4). Altre 29 compagnie operavano con un numero inferiore di esemplari.

Incidenti

  • Dall’entrata in servizio dell’aereo An-32 sono stati 46 incidenti che hanno causato 484 vittime.
  • L’ultimo incidente (al maggio 2008) con 13 vittime è accaduto con un An-26 della Guardia Costiera della Guinea Equatoriale il 16 aprile 2008 vicino all’Isola Annobón.
  • L’incidente più grave con un An-32 è accaduto l’8 gennaio 1996 con un An-32B dell’African Air (numero di bordo RA-26222, in leasing operativo dalla compagnia aerea russa Moscow Airways). L’aereo è stato sovraccaricato, ma nonostante questo ha incominciato l’accelerazione per decollare dalla pista lunga di soli 600 m dell’Aeroporto di Kinshasa-N’Dolo (IATA: NLO, ICAO: FZAB) in Zaire. L’aereo ha superato la pista senza decollare devastando il mercato cittadino situato nei pressi dell’aeroporto causando 237 vittime.

File:Antonow An-32 Risszeichnung cline d1.gif

Descrizione
Tipo Aereo da trasporto
Equipaggio 3-5 (Pilota, copilota, navigatore, ingegnere di bordo, responsabile del carico)
Progettista Oleg Konstantinovič Antonov
Costruttore OKB 153
Data primo volo 9 luglio 1976[1]
Esemplari 357
Dimensioni e pesi
Lunghezza 23,68 m
Apertura alare 29,20 m
Altezza 8,75 m
Superficie alare 74,98 m²
Peso a vuoto 16 800 kg
Peso carico 23 500 kg
Peso max al decollo 27 000 kg
Capacità fino a 50 passeggeri; 42 paracadutisti; 24 feriti in barella
Propulsione
Motore 2 turboeliche Ivchyenko AI-20DM
Potenza 5 112 hp (3 810 kW) ciascuna
Prestazioni
Velocità max 540 km/h
Velocità di crociera 480 km/h
Velocità di salita 640 m/s
Corsa di decollo 1 360 m al peso massimo al decollo
Autonomia 2 500 km
Tangenza 9 500 m

Fonte:http://it.wikipedia.org


1 Dicembre 2012

L’AgustaWestland AW109 (in precedenza A109) è un elicottero multiruolo a otto posti biturbina, progettato in Italia dall’Agusta (confluita nel 2000 nella AgustaWestland) e commercializzato a partire dagli anni settanta

Storia

Alla fine degli anni sessanta, l’Agusta ideò l’A109 come elicottero civile monomotore. La ricerca delle prestazioni desiderate, però, portò alla scelta di cambiare il progetto iniziale e nel 1969 venne presa la decisione di utilizzare due turbine Allison 250-C14. L’Agusta abbandonò una possibile versione militare (l’A109B) e si concentrò su una a otto posti denominata A109C.

Il primo dei tre prototipi iniziali volò per la prima volta il 4 agosto 1971. Seguì un lungo periodo di messa a punto e il primo esemplare di produzione effettuò il primo volo nell’aprile 1975, mentre le consegne iniziarono nel 1976. Il prodotto divenne subito un successo e venne impiegato in molti ruoli oltre quello del trasporto leggero, come per esempio eliambulanza e ricerca e salvataggio.

Il modello inizialmente doveva chiamarsi “Hirundo“, nome latino della rondine, ma il nome non si è mai veramente affermato e lo si è chiamato generalmente solo A109. Più recentemente si sono utilizzate le denominazioni commerciali Power, Élite e Grand.

Nel 1975, l’Agusta considerò nuovamente la possibilità di realizzare una versione militare ed eseguì alcune prove tra il 1976 e il 1977 con cinque A109A equipaggiati con i missili anticarro BGM-71 TOW. Dalle esperienze maturate vennero sviluppate due versioni: una leggera da attacco o Close Air Support e una per operazioni navali. I cinque elicotteri vennero acquisiti dall’Esercito Italiano che equipaggiò l’allora Aviazione Leggera dell’Esercito e li rinominò A109 AT.

Sebbene l’elicottero si distingua rispetto a molti concorrenti per l’avere il carrello retrattile, dieci anni dopo, nel 1987, l’Esercito Italiano ordinò altri 24 elicotteri nella configurazione A109 CM con carrello fisso. Vennero acquisite due configurazioni: la prima semplificata A109 EOA-1 in 16 esemplari di cui uno perso in un incidente di volo, più altri 8 nella configurazione completa EOA-2.

Nello stesso periodo, le forze armate del Belgio, dopo un’accesa competizione con i francesi, ordinarono circa 40 elicotteri di questo tipo. La commessa si rivelò una pessima pubblicità allorché, a prescindere dalla qualità del prodotto, nel 1988 venne alla luce uno scandalo per corruzione, quando venne appurato che erano state pagate tangenti ai due partiti socialisti belgi al governo per oltre 50 milioni di franchi per ottenere la commessa. Lo scandalo portò alle dimissioni e alla incriminazione del segretario generale della NATO Willy Claes. Lo scandalo, raggiunse in Belgio la fama dello scandalo Lockheed in Italia, relativo all’acquisto di 14 C-130 Hercules agli inizi anni settanta.

L’evoluzione del progetto avutasi negli anni novanta si concretizzò con la messa in produzione della variante A109E, battezzata “Power“. L’ottenimento per questa versione della certificazione JAR-OPS 3 Classe 1 Categoria A (decollo ed atterraggio anche con un motore in avaria), unitamente all’abilitazione IFR in configurazione singolo pilota (operazioni consentite di notte e in ogni condizione meteorologica), portò ad un forte recupero di immagine e di mercato che, tra i vari momenti positivi, ha avuto quello dell’aggiudicazione della commessa per la U.S. Coast Guard. Dopo severe prove comparative, sono stati acquisiti alcuni A109E Power, rinominati MH-68A Stingray, per equipaggiare il reparto HITRON (Helicopter Interdiction Tactical Squadron) nel ruolo di elicotteri armati da interdizione a corto raggio, specializzati nella caccia ad alta velocità contro il contrabbando di droga.

L’A109 in versione civile è attualmente in produzione presso lo stabilimento di assemblaggio finale di Vergiate in provincia di Varese. È disponibile nelle varianti Power, Élite con allestimenti di pregio e Grand con cabina allungata.

Le versioni militari in produzione prendono il nome di LUH (Light Utility Helicopter) o LOH (Light Observation Helicopter)

Le fusoliere dell’A109 sono prodotte anche dalla Państwowe Zakłady Lotnicze (PZL) polacca. Nel 2006 è stata consegnata la 500ª fusoliera prodotta da questo costruttore, confermando il successo di dieci anni di collaborazione tra queste aziende.

L’AgustaWestland AW119 Koala viene considerato la variante monomotore dell’AW109, ma, ad un esame più attento, si possono evidenziare alcune differenze maggiori. Il Koala ha il carrello a pattino, alcune importanti differenze aerodinamiche tra cui la coda e i pianetti di coda e un’avionica più semplice.

Versioni

 
A109A: Primo modello di produzione, equipaggiato con due motori Allison 250-C20 a turbina. Data del primo volo: 4 agosto 1971.
  • A109A Mk II: Versione civile migliorata dell’A109A.
  • A109B: Versione militare non prodotta.
  • A109BA: Versione per l’Esercito Belga.
  • A109C Hirundo (Rondine): Versione civile a otto posti, motorizzata con due turbine Allison 250-C20R-1.
  • A109CM: Versione militare Standard con carrello fisso.
    • A109 EOA-1: Versione semplificata per l’Esercito Italiano.
    • A109 EOA-2: Versione in configurazione completa per l’Esercito Italiano.
  • A109K: Versione militare.
  • A109K2: Versione civile e per polizia, versione per ricerca e soccorso, per utilizzo in altitudine e ad alte temperature. È un brevetto sviluppato insieme alla REGA (elisoccorso svizzero) appositamente studiato per l’alta quota.
  • A109KM: Versione militare per utilizzo in altitudine e ad alte temperature.
  • A109KN: Versione navale.
  • A109M: Versione militare.
  • A109MAX: Versione medica.
  • A109N NEXUS : Versione multiruolo migliorata entrata in servizio nel 2009; è stata adottata in 17 macchine dai Carabinieri, 8 dalla Guardia di Finanza, 3 esemplari dal Corpo Forestale dello Stato e 1 dalla Polizia.
  • A109AII: Versione pattugliamento costiero per la Guardia di Finanza.
  • A109E Power: Versione civile, VIP, elisoccorso e polizia.
  • A109 LUH: Versione per la Royal New Zealand Air Force, la Suid-Afrikaanse Lugmag Sudafricana e la Svenska Flygvapnet svedese con motore Turbomeca Arrius da 716 shp.
 
A109 LOH: “Light Observation Helicopter Versione per la Tentera Darat malese con motore Turbomeca Arrius da 716 shp.
  • A109S Grand: Versione civile allungata con motori Pratt&Whitney 207.
  • A109SP Grand New: Versione del Grand con nuova avionica.
  • A109SP REGA/IFR REGA: Versioni del 109SP sviluppato in collaborazione con REGA per l’elisoccorso.
 
 

Utilizzatori

Militari

bandiera Albania
bandiera Argentina
bandiera Australia
opera con 4 esemplari di AW109E Power;
bandiera Bangladesh
ordinati 2 AW109 Power (consegna prevista nel 2011);
bandiera Belgio
  • Composante air de l’armée belge
bandiera Benin
ha in organico 4 AW109HO Hirundo per compiti utility e di attacco leggero;
bandiera Cile
opera con 5 AW109 E Power;
bandiera Egitto
  • Al-Quwwat al-Jawwiya al-Misriyya
3 AW109 Power impiegati per compiti di EMS (Emergency Medical Services), acquistati con il contributo del ministero della sanità egiziano;
bandiera Ghana
vola con 2 esemplari di A109 Hirundo;
bandiera Grecia
  • Polemikí Aeroporía
impiega 3 esemplari di AW109E per missioni MEDEVAC;
bandiera Italia
ha avuto in organico per alcuni anni 2 esemplari di A109A, utilizzati per il trasporto VIP;
3 A109A per trasporto VIP, 2 A109AT per la sperimentazione di tattiche controcarro, 24 A109CM (16 A109EOA-1 e 8 A109EOA-2) per compiti di ricognizione;
26 A109A/A-II dal 1979, 2 A109E Power impiegati per trasporto VIP dal 2000 e 17 AW109N Nexus dal 2008;
25: 19 sono A.109A-II e 6 sono A.109C
bandiera Nuova Zelanda
opera con 3 esemplari di AW109LUH, ne restano da consegnare altri 3;
bandiera Lettonia
bandiera Malesia
opera con 11 AW109LOH, utilizzati per compiti di osservazione;
bandiera Messico
bandiera Nigeria
ha in organico 7 esemplari di AW109LUH;
opera con 2 esemplari di AW109E Power, impiegati per il pattugliamento marittimo e missioni SAR;
bandiera Paraguay
ha avuto in organico 1 A109A adibito al trasporto presidenziale.
bandiera Perù
impiega 5 A.109K per compiti di attacco leggero;
bandiera Regno Unito
opera con 4 AW109A Hirundo e 2 AW109E Power;
impiega 3 AW109E Power per il trasporto VIP;
bandiera Stati Uniti d’America
bandiera Sudafrica – 30 LUH
bandiera Svezia
20 LUH (denominati HKP-15) certificato nel 2005
bandiera Venezuela

Governativi

bandiera Bulgaria
ordine di tre AW109E Power di cui un esemplare consegnato nel marzo 2010.
bandiera Cina
2 esemplari della versione Grand ordinati + 2 opzioni;
Bandiera della Svizzera Svizzera
  • Rega, soccorso alpino svizzero

 

AgustaWestland AW109 Grand

Descrizione
Tipo elicottero leggero utility
Equipaggio 1 o 2 piloti
Costruttore Bandiera dell'Italia Agusta
Bandiera dell'Italia Bandiera del Regno Unito AgustaWestland
Data primo volo 4 agosto 1971
Esemplari più di 550 di cui 200 Power e 280 Grand
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza 13,04 m
Apertura alare 3,5 m
Diametro rotore 11,0 m
Peso a vuoto 1 576 kg
Peso carico 7 375 kg
Peso max al decollo 3 000 kg
Capacità 2 094 kg
Propulsione
Motore 2 turbine Pratt & Whitney Canada 206C o 2 Turbomeca Arrius 2K1
Potenza 423 kW (567 shp) ognuna
Prestazioni
Velocità max 285 km/h (154 kt)
Autonomia 965 Km
Tangenza 5 974 m (19 600 ft)
Armamento
Mitragliatrici 12,7 mm (250 colpi) montate in pod, 7,62 mm montate su supporto esterno, 12,7 mm montate in postazione mitragliere laterale.
Missili 2 lanciatori missili TOW (2 o 4 missili l’uno), 2 pod razzi da 2.75″ o 81 mm, 7 o 12 razzi per pod
Altro pod misto razzi/mitragliatrice (3 razzi da 70 mm e mitragliatrice 12.7 mm (200 colpi))

Fonte:http://it.wikipedia.org


26 Ottobre 2012

AMI-CRN (Carta di Radionavigazione)

Carta di Radionavigazione che ha lo scopo principale di fornire una dettagliata rappresentazione della geografia ATS nazionale e, conseguentemente, dare supporto alla navigazione IFR.

E’ prodotta alla scala 1:1.350.000 su due fogli (Spazio Aereo Superiore e Spazio Aereo Inferiore) e retrostampata (Nord e Sud).

LFC-Europe (Low Flying Chart)

La carta LFC-Europe ha lo scopo di fornire supporto alle operazioni aerotattiche condotte a bassa e bassissima quota, da effettuarsi sul territorio nazionale.
L’altimetria è espressa in piedi. E’prodotta alla scala 1:500.000 su 7 fogli (da F1 a F7).

1501 JOG-AIR (Joint Operation Graphic)

Versione “Air” della Serie designata NATO 1501 (Joint Operations Graphic).
E’ una carta a copertura mondiale il cui scopo principale è fornire il supporto alle operazioni aerotattiche combinate delle forze aeree e terrestri.

L’altimetria è espressa in piedi.

Il CIGA produce i 39 fogli che coprono il territorio nazionale e 3 fogli sull’area balcanica.

La corrispondente versione “Ground” è pubblicata dall’IGM.

 

Carta satellitare

Carta ottenuta mediante elaborazione digitale di immagini pancromatiche fornite dal satellite commerciale “SPOT” e prodotta principalmente allo scopo di supportare l’attività operativa dei Reparti A.M. quale strumento integrativo o alternativo alla cartografia tradizionale alla stessa scala (1:50.000).
L’altimetria è espressa in metri.

Il taglio cartografico e la numerazione dei fogli sono gli stessi della cartografia alla stessa scala dell’IGM.

Carta terminale di area

Carta realizzata per fornire agli equipaggi di volo le informazioni per la navigazione strumentale nella fase di avvicinamento, indicando la rotta da seguire dall’ultimo punto di riporto in aerovia fino al punto dove inizia la procedura di atterraggio per l’aeroporto di destinazione.

Sulla carta, che è retrostampata, sono rappresentate alla scala media di 1:500.000, otto aree a maggiore concentrazione di aeroporti e di traffico ATS di avvicinamento (Milano, Roma, Pisa, Brindisi, Treviso, Napoli, Cagliari e Catania).

OACI-CAI (Carta Aeronautica Italia)

E’ la Carta Aeronautica Ufficiale dello Stato per la rappresentazione dello Spazio Aereo Nazionale ed assolve l’impegno italiano richiesto dall’I.C.A.O. alle nazioni associate.

Serie cartografica destinata principalmente all’utenza civile per la navigazione VFR.

L’altimetria è espressa in piedi.

E’prodotta alla scala 1:500.000 su 10 fogli

VAC (Visual Approach Chart)

Carta aeronautica alla scala 1:250.000 prevista dalla normativa ICAO per tutti gli aeroporti militari aperti al traffico aereo civile. Fornisce agli equipaggi di volo informazioni che consentono il passaggio dalla fase di navigazione a quella di avvicinamento alla pista ove si intende atterrare con regole VFR. Vengono rappresentati, in prossimità dell’aeroporto di destinazione, i principali elementi orografici e artificiali, le informazioni aeronautiche necessarie per il volo a vista, gli ostacoli al volo e le linee elettriche.

La carta è pubblicata dall’ENAV in AIP.

L’altimetria è espressa in piedi.

Carta ostacoli aeroporto ed eliporto

Carta tematica, monocromatica, prodotta in base alle specifiche internazionali ICAO allo scopo di fornire uno strumento di sviluppo per la definizione delle procedure di decollo-atterraggio e circuitazione degli aeroporti aperti al traffico strumentale.
E’ prodotta in due tipi:

  • Tipo A, che riporta la planimetria della pista e dei relativi sentieri di decollo e
    atterraggio, nonchè la sezione verticale dell‘asse pista con ostacoli verticali compresi
    nella planimetria;
  • Tipo B, che offre uno studio planimetrico di tutta la zona circostante l’aeroporto
    con una estensione di circa 6 km intorno alla pista.

La carta viene  pubblicata dall’ENAV in AIP Italia.

Carta aerodromo

Carta monocromatica prevista dalla normativa ICAO per tutti gli aeroporti aperti al traffico commerciale. Fornisce agli equipaggi di volo le informazioni necessarie a condurre in sicurezza le operazioni di movimento a terra dei velivoli dalla zona di parcheggio alla pista e viceversa.

La scala non è predeterminata ma deve essere adatta a mostrare correttamente elementi quali, ad esempio, le piste e le relative segnaletiche, eventuali soglie spostate, stopways, clearways, edifici, radioassistenze e sentieri luminosi di avvicinamento.

La carta viene  pubblicata dall’ENAV in AIP Italia.

PIV

La Pubblicazione Informazioni Volo (PIV) contiene le procedure strumentali di avvicinamento e di partenza, nonchè le carte VFR e di atterraggio degli aeroporti militari italiani.

Nella PIV son inoltre incluse le carte di atterraggio ed una procedura di precisione per ogni pista di alcuni aeroporti civili nazionali.

E’composta di due volumi, uno relativo agli aeroporti situati nell’Italia centro-settentrionale e l’altro relativo agli aeroporti dell’Italia centro-meridionale.

Le P.I.V. vengono ora distribuite al momento della stipula di un nuovo abbonamento, e da quel momento vengono inviate solo le varianti, che devono essere inserite dell’utente, che potrà quindi verificare di volta in volta cosa è cambiato rispetto al vecchio volume, e questo al fine di migliorare la Sicurezza del Volo.

Manuale BOAT

Il manuale BOAT è un compendio alla serie cartografica LFC-ITA.

Integra le informazioni già presenti sulla carta, con altre utili per il volo a bassa e bassissima quota che non vengono inserite sulla carta per non degradare la leggibilità della stessa ( Aree dedicate, Aviosuperfici, Elisuperfici, Zone volo acrobatico, Aree attività sperimentazione meteo, Aree volo diporto sportivo, Spazi Aerei di addestramento, etc.)

 MIL-AIP

Il Military Aeronautical Information Publication (MIL-AIP) è il documento principale sul quale il Servizio Militare delle Informazioni Aeronautiche basa la pubblicazione delle informazioni di propria responsabilità e competenza. Integra l’AIP-Italia per gli aspetti riguardanti il volo militare.
Si basa sulle raccomandazioni sancite dal documento ICAO Annesso 15 ed in tal modo soddisfa i requisiti internazionali per lo scambio delle informazioni aeronautiche sia permanenti che temporanee di lunga durata, essenziali per la navigazione aerea.

Si compone del MILAIP, dell’AIC, dei NOTAM e della Check List dei NOTAM in vigore.

E’pubblicato su fogli A4 asportabili e si articola su tre sezioni: GEN (General), ENR (Enroute), AD (Aerodromes).

Gli aggiornamenti si distinguono in MILAIP AMDT, varianti regolari pubblicate con cadenza mensile; MILAIP AIRAC AMDT edite quando necessario in ottemperanza al sistema AIRAC; MILAIP SUP AMDT supplementi contenenti variazioni temporanee di lunga durata

Fonte:www.aeronautica.difesa.it


22 Settembre 2012

Continua il ponte aereo tra l’aeroporto Marconi di Bologna e lo scalo militare di Herat per trasportare i nuovissimi NH-90 della brigata aeromobile ‘Friuli’, nell’area di operazioni affidata al contingente italiano

Bologna, 17 settembre 2012 – Continua il ponte aereo tra l’aeroporto Marconi di Bologna e lo scalo militare di Herat (Afghanistan) per trasportare i nuovissimi elicotteri NH-90 della brigata aeromobile ‘Friuli’, nell’area di operazioni affidata al contingente italiano.

Sabato mattina è arrivato dalla base aerea di Ramstein (Germania) il terzo Boeing C-17 dell’Usaf (forze aeree statunitensi) assegnato dalla Nato per l’operazione. Il quadrireattore a stelle e strisce, appartenente al reparto schierato nella base McChord, Stato di Washington, è atterrato al Marconi attorno alle 5 in piena oscurità ed è stato parcheggiato nel piazzale di Sab cargo.

L’elicottero NH-90, uno dei mezzi più moderni e flessibili delle nostre forze armate, costruito da un consorzio europeo di cui fa parte Agusta-Westland, era già stato smontato dai tecnici del II reggimento di sostegno ‘Orione’ di stanza nel sedime aeroportuale. La fusoliera e le altre parti, queste in casse pallettizzate, sono state caricate nella capiente stiva del C-17, in stretta collaborazione con i militari dell’Air mobility command (uno dei comandi dell’Usaf che assicura il trasporto di personale e mezzi in tutto il mondo).
 

Oltre alla fusoliera, le parti più significative erano le pale del rotore principale in fibra di carbonio e di quello posto a poppa che funge da ’anticoppia’, impedendo in tal modo che l’elicottero giri su se stesso. I piloti e gli specialisti militari del C-17 hanno apprezzato la professionalità dimostrata dagli uomini del reggimento ’Orione’: l’unico reparto in Italia che assicura la manutenzione e la revisione del nuovo elicottero tattico.
 

«Il condizionamento (cioè l’adeguamento dei carichi alle dimensioni della stiva del C-17) e la pallettizzazione hanno dimostrato una elevata professionalità da parte dei colleghi italiani» hanno detto i militari statunitensi. Poco prima delle 10 il cargo dell’Usaf è decollato per Herat, raggiunta in sei ore di volo. Sono 5 le spedizioni programmate per il trasporto degli NH-90 in Afghanistan. Intanto i primi due elicotteri sono già operativi e hanno effettuato numerose missioni, confermando l’elevato standard della macchina. Anche il C-17, da parte sua, è una star: su questo quadrireattore è autorizzato a volare anche il presidente degli Stati Uniti in aree critiche, e l’aereo trasporta le limousine blindate, oltre alla scorta per la sicurezza, nei viaggi dell’Inquilino della Casa Bianca.
 

Marco Tavasani

FONTE:www.ilrestodelcarlino.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.