VFR

20 Ottobre 2010

Siamo riusciti a mettere insieme una piccola squadra per una giornata oltremare in questa prima parte di autunno, sfruttando il fatto che l’orario non è ancora cambiato e che fino alle 19:00 o quasi ci si vede ancora. L’obiettivo è mettere i piedi sotto il tavolo con sopra qualche animale dell’adriatico passato per la griglia.

Ci orientiamo per Fiume (Rijeka). Non ho molto tempo per curare la pianificazione come vorrei, quindi riutilizzo rotte e tratte già fatte adattandole alle bene meglio e stampando un log quasi diretto con FileStar (da cui ricavo anche le carte di avvicinamento in bassa visibilità sia di Forli’ dove ci fermeremo per fare scalo sia per Rijeka).

Ci ritroviamo alle 09:00 al campo, sotto una densa foschia. Siamo i primi ad arrivare (ed io ho dimenticato le chiavi dell’aeroporto). Dopo pochi minuti arriva Giorgio. Minime si’, minime no. Questa la discussione che va avanti per 15 minuti. Prevale il si’, anche perché io ci vedo benissimo. Aeroplano fuori e rifornimento. Invio piano di volo per la seconda tratta e ultima lettura dei bollettini sia delle destinazioni che degli alternati prima di infiliarci a bordo. E’ Loris ai comandi che ci porterà a Forlì per lo scalo doganale. Decolliamo per pista 29 entrando quasi subito nel CTR di Bologna via rotte standard. La visibilità non è proprio il massimo (diciamo pure che il tempo è una fogna, ma essendo abituato a navigare nella m…… mi pare normale) ma manteniamo costantemente ground contact guadagnando il SW1 che è il cancello di ingresso ovest. Da li’ si prosegue per il S2 poi verso l’uscita del CTR via Imola. Su Faenza passiamo con Forli’, chiedendo un VFR speciale per avvicinamento e atterraggio. Ci viene concesso quasi subito e siamo istruiti per un lungo finale sulla 14.

Da Faenza impostiamo l’ILS e lo seguiamo per la discesa anche perché è l’unico modo per intercettare la pista. Chiamiamo l’outer marker appena riceviamo i 3 toni continui continuando la discesa. Vediamo le luci della pista in corto finale ma in perfetto allineamento.

Il marshall ci accompagna al ns parcheggio dove chiudiamo comunicazioni e VFR speciale. Perdiamo qualche minuto per le operazioni doganali ma ce la prendiamo comoda anche per il caffè di metà mattina.

Dopo 20 minuti siamo di nuovo a bordo. Le operazioni VFR sono ancora sospese per scarsa visibilità e la torre ci comunica un attesa di circa 15 minuti per il VFR speciale. Gestiscono massimo 2 aeroplani dentro il CTR. Rimaniamo in ascolto con la ns radio portatile e avviamo motore poco prima della chiamata. Altra piccola attesa per la rimozione di due uccelli morti in pista. Alla fine il decollo avviene sempre per pista 14 destra dopo via Castrocaro e quindi Faenza. E’ Valler ai comandi per la tratta sul mare.

Lasciata la costa saliamo a 3000 piedi, qui la visibilità aumenta notevolmente e ci regala un bel cielo azzurro. La voglia di estate è ancora tanta ma a parte il sole, le temperature non sono più’ miti. Entriamo nello spazio aereo croato a sud del punto Labin e incrociamo la costa a sud di Rovigno. Si vedono distintamente tutte le isole nei pressi di Pola, ed anche l’aeroporto che ci lasciamo sulla destra per entrare nello splendido golfo tra le isole di Krk e Cres.

Il nostro aeroporto è sulla punto nord ovest di Krk, dove veniamo autorizzati per un lungo finale. Puntiamo sulla città di Rijeka poi giriamo per il finale. A terra siamo solo noi, quasi ci perdiamo in questo enorme piazzale. Il camioncino del rifornimento e dei vigili del fuoco arriva quasi subito. Devo dire che per essere Croazia, questa volta i prezzi del carburante e delle tasse sono davvero alti: 1,95 euro/lt per il carburante e ben 61 euro di tasse aeroportuali (anche se il personale è molto gentile). Ci facciamo consigliare ristorante nelle vicinanze e chiamare il tassi’. Una volta fuori dalla stazione, una guardia mi viene in contro e chiama il mio nome: non fa un bell’effetto (chissà poi perché sempre a me). Comunque aveva solo bisogno del documento di identità perché si erano dimenticati di segnarne il numero. Destinazione Nijvice e ristorante Miramar che raggiungiamo in pochi minuti. Grigliatone commovente e poi (purtroppo) è già ora di rientrare. I ns ritardi e le attese del mattino non ci lasciano spazio per girovagare in questa piccola cittadina di mare sull’isola di Krk.


Avendo già disbrigato tutte le pratiche, al rientro in aeroporto c’è solo da mettere in moto. Sono io a sinistra questa volta, messa in moto e decollo quasi istantaneo, non c’è un anima viva. A 10 miglia nautiche cambiamo con il Radar di Pula per poi ripassare con Padova info in prossimità del confine fir. Sulla costa italiana c’è ancora un po’ di foschia ma nel complesso la situazione è migliore della mattina. Padova anche questa volta ci fa girare intorno al ctr di Forlì con la rotta standard. Su Faenza cambiamo ancora con la torre di Forlì che ci comunica che le operazioni Vfr sono sospese. Ovviamente chiediamo Vfr speciale ma questa volta ci notificano che l’autorizzazione potrebbe richiedere alcuni minuti. Ci mettiamo in holding su Faenza in attesa della clearance che arriva al secondo giro. Stabilizzati sul localizzatore chiamiamo l’outer marker e a 2 miglia circa vediamo la pista.

Le operazioni doganali e burocratiche sono veramente a tempo di record. Tra spegnimento e accensione non passano più’ di 11 minuti. Cambio pilota, tocca Loris riportarci a casa. Manetta avanti e via in salita su Castrocaro per poi inserirci nel Ctr di Bologna. In circa 40 minuti siamo di nuovo a Modena. Ci siamo goduti una bella grigliata, peccato solo per il poco tempo a disposizione, Nijvice forse meritava qualche approfondimento.


21 Marzo 2010

Dopo mesi di letargo siamo riusciti finalmente a combinare un’uscita ludica che da il via di fatto alla stagione 2010. Le occasioni di stare per aria non sono mancate, alcuni trasferimenti di lavoro (anche lunghi), qualche touch & go volante per non perdere il vizio, ma non e’ la stessa cosa che andare in giro a cazzeggiare per il puro piacere di stare fuori.

Della Corsica abbiamo ormai toccato tutti i punti, mancava solo Bastia, per cui matita vetrografica e righello, qualche fix intermedio e la rotta è fatta. Anche se siamo proprio fuori stagione, essendo fine marzo, la speranza di trovare il sole e un clima mite ce l’avevamo. Dopotutto, rispetto agli altri anni che ci avevano regalato bel tempo e gite altrettanto interessanti tra gennaio e marzo, ce lo meritavamo (se non altro per aver spalato 10 giorni prima migliaia di metri cubi di neve per poter uscire di casa). I soliti intoppi lavorativi che colpiscono last-minute come le migliori occasioni non ci hanno fatto desistere. Scansati con eleganza, il ritrovoè alle 09:30 locali. La giornata è soleggiata ma con lingue di instabilità e zone con vento forte e CB di cui si dovrà tener conto. I-IKIM è il ns mezzo. Avendo ormai chiuso (quasi) tutti gli aro, il piano di volo lo trasmettiamo a Linate. Per evitare poi che il telefono continui a squillare, giriamo la chiave, rulliamo, e seppelliamo la manetta nel quadro per un decollo immediato con salita su FRZ.
Il vento si fa subito sentire, raggiungiamo il livello 075 che ci fa stare fuori dalla frizione e dalla turbolenza ma abbiamo una deriva di 35¡ e una Ground speed di appena 75/80 nodi. Livelliamo sul Vor di Firenze e mettiamo prua Ginar-Marel. Il lato toscano è coperto con il top tra i 6500 e 7000 piedi con qualche puntone di cumulo che troneggia sugli altri. La ground speed scende ancora ma di poco e noi con la pazienza della formica aspettiamo l’avvicinarsi dei ns punti di riporto. Sul Marel, ci comunicano che l’aeroporto dell’Elba è chiuso causa forte vento e che Bastia ha vento tutto al traverso intensità 22 con raffica a 40 nodi. Finita l’avventura di Bastia. Ci facciamo passare l’ultimo bollettino di Calvi’ e di Figari e decidiamo di dirottare su Calvi’ che ha (solo) 17 nodi di vento al traverso con poca raffica (prima di dirottare ci facciamo anche confermare la disponibilitˆ di Avgas visto che ci metteremo un sacco di tempo).

Nuova prua verso Ovest per doppiare Capraia e Capocorsica. A tratti sembra che siamo in hovering, non andiamo avanti ne indietro (mi pare anche di aver visto un traghetto che ci superava). Dopo 20 minuti metto prua diretta sul Vor di Bastia per verificare la ns Ground Speed con le letture del DME. Oscilla tra 45 e 55 nodi (lo dicevo io che l’aliscafo andava piu’ forte). La pazienza diventa quella della tartaruga. Non si arriva mai, l’unica consolazione è che siamo fuori dalla turbolenza. Dopo piu’ di un’ora riusciamo a guadagnare il punto IR sulla costa nord della Corsica e iniziamo la discesa sul punto Echo. Passato il livello di transizione (6000 ft) inizia il rock&roll. Riduciamo la IAS a 100 e non possiamo far altro che cavalcare a mo’ di rodeo l’aeroplano cercando di strapazzarlo il meno possibile. Ci autorizzano per il finale sulla 18 il vento è da 240/250¡ 20 nodi. Ala contro vento e piede per mantenere l’allineamento, la turbolenza da piu’ fastidio del vento perchè la pista è proprio sotto la montagna, anche la IAS ha forti oscillazioni ma tocchiamo in assetto e allineati nel punto previsto ben 2 ore e 40 minuti dopo il decollo (per un volo che ne sarebbe dovuto durare al massimo 1h e 35 minuti). Mettiamo i freni e blocchiamo le superfici mobili per evitare che vengano sballottate su e giu’ e ce ne andiamo a pranzo. Cerco di fare sfoggio del mio francese con il tassista, poi non riuscendo a farmi capire ne a capire mi scappa un “Éeh minchia” che contrariamente al mio francese ottiene una risposta in pesante accento calabrese, ma comprensibilissima. Il tempo è buono anche se a tratti molto ventoso (con aria fresca) e nubi passeggere. Pranzo degno dei migliori baccanali romani, poi arrampicata sopra le mura e giro nelle viuzze della parte vecchia. Alle 16:00 il taxi ci riporta all’aeroporto. Trasmettiamo il nuovo piano di volo, check meteo che indica una situazione di copertura con alcuni CB e TCU nell’area della toscana e a ridosso dell’Appennino. Mi faccio dare anche la vista satellitare e allargo l’indagine alla Liguria e a Genova che come punto di attraversamento sembra piu’ confortevole.
Decolliamo sempre dalla 18 e iniziamo la salita su Capocorsica. Questa volta con il vento che spinge, lo raggiungiamo veramente in pochi minuti. Bastia ci passa con Roma Info che non riceve ed essendo prossimi alla Fir di Milano ci appoggiamo a loro. Ci prendono in consegna e ci autorizzano livello 075 e la rotta assegnandoci un codice trasponder e il riporto sul Belel. Lasciato Belel comunichiamo lo stimato per Massa Cinquale inziamo a vedere bene la densitˆ della copertura il cui attraversamento è sconsigliabile. Chiediamo comunque livello 085 e Milano ci passa con Pisa che apre la comunicazione dicendoci che ci avrebbe fatto rapporto per essere entrati in uno spazio aereo di classe Delta senza autorizzazione ed aver costretto un traffico IFR ad assumere prue di evitamento. Non voglio fare polemica ne tenere impegnata la frequenza, faccio solamente presente che Milano ci ha autorizzato Belel-Massa Cinquale a 075 e solo per il cambio quota ci ha chiesto di passare con Pisa. Ci rispondono che saranno le autoritˆ a decidere chi a sbagliato se noi o Milano. Non replico, saliamo, ma visto che passare è problematico comunichiamo la ns intenzione di dirottare su Genova lasciando lo spazio area di Pisa. Ripassati con Milano gli comunico l’incomprensione e gli chiedo come mai non avesse coordinato; la risposta è abbastanza strana: “Ci avete comunicato rotta Belel-Massa Cinquale” questo è il motivo. A questo punto pero’ replico nuovamente: “Scusi geometra, Belel-Massa come da carta VFR 2010 (comprata ieri) prevede l’attraversamento del ctr di Pisa nella sua parte nord occidentale”. Dopo 1 minuto di silenzio Milano ci risponde: “Parleremo noi con Pisa”. Chiusa la parentesi, guadagnamo la costa in prossimitˆ di Levanto e troviamo dei varchi per il passaggio. Qualche piccola manovra evasiva per stare fuori dai cumoli ed in pochi minuti siamo in discesa a sud di Parma verso le pendici dell’Appennino reggiano. Alle 18:30 siamo di rientro su Modena e raccontiamo la ns storia e la ns veritˆ al ns Direttore di Volo dell’aeroporto di Modena che ci liquida con “concorso di colpa”. Io non ne sono cosi’ convinto. Vedremo. Comunque: gia devo andare altre 11 volte dal Giudice di Pace per il discorso dei Tutor in autostrada (11 perchŽ la 12a, il GDp me l’ha annullata!!!), giuro che se mi multano anche in aereo, la prossima volta che vado a Milano, ci vado si in aereo, ma in autostrada.


5 Dicembre 2009

el mese di novembre abbiamo dovuto fare il check biennale, che si è svolto in una giornata piovosa con una trasferta a Ravenna. Non è andata benissimo, all’atterraggio siamo arrivati alti, lunghi e veloci e al rientro ci siamo persi, ma alla fine siccome a casa ci siamo tornati e l’aeroplano era ancora utilizzabile, ci hanno promosso…

Avevamo così previsto a dicembre (visto il poco tempo e le effemeridi corte) di fare una gita a Firenze per mangiare una Fiorentina in centro storico.
Allo scopo avevamo fatto girare la voce per vedere di mettere insieme un piccolo gruppo di persone e andare semmai con 2 aerei.
La prima data individuata è andata buca per una meteo nebbiosa e poco invitante e ci sono voluti altri 10 giorni per avere una pausa di bel tempo. Luca, ci aveva poi suggerito un ottimo ristorante ad Arezzo e vista la maggior semplicità di approdo (no PPR) e la quasi certezza di dover decidere al volo se andare o no abbiamo alla fine optato per questa seconda meta. La giornata giusta arriva (è una di quelle con visibilità quasi illimitata), purtroppo pero’ visto lo scarso preavviso ci ritroviamo solo in 3. Luca non riesce a venire per un problema familiare, ma alla fine si parte lo stesso.


Il ritrovo è alle 10:00 al campo (la giornata è molto fredda) e decolliamo quasi subito con il sottoscritto ai comandi. Rotta diretta Modena – Firenze Peretola poi verso S. Giovanni Valdarno fino ad Arezzo. Dopo circa 1 ora siamo in sottovento ad Arezzo e poi giù’ per il finale. Ancora alti, ancora lunghi, riattaccata (eseguita da manuale), di nuovo in sottovento e poi a terra. L’aeroporto è molto grazioso sembra un po’ Modena e come a Modena (purtroppo) siamo l’unico traffico. Un taxi ci porta in centro che dista veramente pochi minuti. Io ricordo questa città ai tempi della naia (che ho fatto qui). Allora l’economia era basata solo sui militari (eravamo più’ di 10.000) e c’erano parecchi maestri orafi (parliamo di 15 anni fa). Oggi la caserma è chiusa e anche i maestri orafi non ci sono quasi più’, ma la città ha conservato la sua bellezza artistica essendo oltretutto di origini pre-etrusche. Seguiamo comunque il consiglio di Luca e ci facciamo accompagnare al ristorante dentro la città vecchia. Il pranzo è a base di Tagliata di carne davvero deliziosa ed il conto più’ che ragionevole. Girovaghiamo un po’ tra le viuzze e la parte alta della città sino all’ora del rientro.

All’aeroporto facciamo due chiacchere con i gestori del club che hanno appena ritirato un Archer II dal neo-fallito Aeroclub Venezia, a dir loro a gratis. La macchina sembra in buone condizioni ed è anche ben strumentata, sul fatto che l’abbiano avuta gratis pero’…

Due caffè al bar, e poi a bordo per il rientro. E’ Loris ai comandi, ci allineiamo, tutta manetta e via verso casa. Rotta inversa, Peretola ci fa stare un paio di miglia nord a causa di traffico strumentale nell’area, ma dopo poco raggiungiamo il traverso nord del radiofaro di Firenze ed iniziamo la discesa su Modena.
E’ stata una di quelle giornata di relax, con una tratta non impegnativa, tempo davvero bello e mangiata di gusto. Adesso dobbiamo pianificare le uscite del 2010 con qualche meta di rispetto.


22 Settembre 2009

Anche quest’anno abbiamo chiuso la stagione estiva con l’ultima gita al mare. Purtroppo siamo riusciti a prendere la decisione di partire solo all’ultimo momento e non ce l’abbiamo fatta a mettere insieme più’ equipaggi come per il raid a Lussino. La meteo in questa seconda settimana di settembre è strana le temperature calano a picco fino a 16 gradi per poi risalire ai 26-28 con perturbazioni che vanno e vengono. L’idea che abbiamo è di ritornare ad Orsera, questa volta partendo presto, prendere una barca ed andare a Rovigno via mare. Ci toccherà fare uno stop intermedio per dogana non avendo coordinato con Campogalliano, quindi battezziamo Forli’ come prima tratta.

Avendo deciso proprio all’ultimo minuto il tutto, quella mattina, ad arrivare all’aeroporto siamo proprio i primi: apro io il cancello di ingresso e la sala corsi per il briefing meteo nell’attesa che arrivino anche i ns tecnici. Alle 09:00 la squadra è al completo, tiriamo fuori l’aeroplano dall’hangar e dopo l’ispezione giornaliera è in linea di volo. Ci siamo mangiati più’ di un’ora ma è lo stesso. Alle 09:30 decolliamo alla volta di Forli’ che raggiungiamo senza problemi.

La torre ci fa contattare l’handler prima dell’atterraggio per il coordinamento del parcheggio. Dobbiamo attendere qualche minuto ma ci richiamano e possiamo ripassare con la torre per il finale. Ci posteggiano dall’altro lato dell’aeroporto ma per fortuna il bus ci preleva quasi subito.

Andiamo in dogana (veloce) e poi all’ufficio traffico per le tasse. Il tutto si svolge molto rapidamente e senza intoppi.

All’aeroporto siamo solo 3 aeroplani un A 320, un MD80 che va a Lourdes con un carico di fedeli (il sacro) e noi con il nostro trabiccolo che andiamo in Croazia (il profano). Dopo 15 minuti siamo di nuovo a bordo. Chiamiamo per lo startup ed il rullaggio ma non siamo svelti (non lo è nemmeno il controllore) che per una manciata di secondi ci infila dietro all’enorme (per noi) A320. Lo seguiamo a debita distanza e con la normale wake turbulence separation decolliamo dietro di lui. L’uscita è via Faenza, Cotignola Ravenna, in quanto Cervia è operativa e non ci consente l’attraversamento.

Giunti su Ravenna saliamo a 3.000 piedi per la tratta di attraversamento dell’Adriatico. Dopo circa 30 minuti siamo a sud del punto Labin sul confine Fir ed il controllo di Pola ci accoglie autorizzandoci al diretto su Orsera. Dopo altri 20 minuti siamo in vista di Rovigno e della pista di Orsera e ci inseriamo in finale per pista 36. La testata pista è proprio a ridosso dell’insenatura e rialzata una ventina di metri dal mare (a picco), si tratta di un vero e proprio appontaggio. Posteggiamo il ns I-MODU e via al mare.

La giornata è nuvolosa e non è delle più’ calde ma si sta bene. Il taxi ci porta al porticciolo di Orsera ma ormai per la gita in barca è tardi.

Cerchiamo un posto per fare il bagno, mi butto io, ma l’acqua è agghiacciante… Valler osserva ma non si butta. In realtà dopo il primo minuto ci si abitua ed è piacevole anche il bagno. Non c’è il sole per asciugarsi quindi ci si arrangia con il telo in modo da essere pronti per il pranzo.

Il ristorante è quello che abbiamo visitato la volta scorsa, ci facciamo portare grigliatona reale di pesce condita con calamari alla brace innaffiati da un buon litro di vino bianco (come in altre occasioni, l’acqua rimane in tavola, il vino no). Il tutto per 25 euro a testa. Ottimo.

Navigando su internet ho scoperto anche che Vrsar (Orsera in croato) è un comune a statuto bilingue (italiano e croato) quindi al di la della ns presenza in Istria prima della Guerra anche ora, nelle scuole si insegna l’italiano (se non scrivevano in italiano nel menu’ mi sa che al posto della grigliatona reale ci arrivava un pesce gatto).

Chiusa la parentesi storico-sociale, il pomeriggio lo passiamo al promontorio nord ovest che non avevamo raggiunto la volta scorsa passando dal molo. Anche questa insenatura è molto bella e ricca di posti dove fare il bagno (tutti scogli e discese a mare con scaletta). Da qui si vedono bene tutte le sue insenature molto frastagliate e le isolette che la circondano.

Nel pomeriggio le nuvole si aprono e lasciano posto al sole che inizia a scaldare maggiormente la giornata, adesso che dobbiamo ripartire sembra davvero estate.

Il taxi ci aspetta puntuale al punto convenuto e ci riporta in aeroporto. Nessuna formalità, solo messa in moto e decollo. Temo che per quest’anno sia davvero l’ultima volta al mare, ma direi che siamo soddisfatti.

Il rientro è liscio come l’olio, anche questa volta Cervia è operativa ed arriviamo a Forli’ via Cotignola – Faenza. Come all’andata tutti i controlli sono veloci e ripartiamo dopo una pausa bar per Modena.

Facendo scalo a Forli’ l’abbiamo allungata parecchio, pero’ può’ diventare un’altra meta come Lussino da fare in 4 piloti con tutti gli aeroplani del club. Vedremo la prossima stagione.


26 Luglio 2009

Anche quest’anno siamo riusciti a fare la nostra gitarella al mare. E’ fine giugno e le giornate sono lunghe, cosi’ abbiamo tutto il tempo che vogliamo per fare davvero i turisti.
La destinazione che battezziamo è Propriano, un piccolo aeroporto della Corsica (ed un piccolo paese con poco piu’ di 3.000 abitanti), sul mare, poco piu’ a sud di Ajaccio.

Essendo ai limiti dell’autonomia di volo del nostro aeroplano provo ad informarmi via mail sulla disponibilità di Avgas, ma non ho risposta. Le alternative per fare il pieno (già sperimentate) non mancano (Ajaccio, Elba), quindi senza troppi problemi fissiamo giorno e ora della partenza. Il primo giorno è problematico a causa di intensa attività convettiva e temporalesca sugli appennini, ma il giorno seguente c’è un po’ piu’ di stabilità che ci consente di andare.

Io sono ai comandi per l’andata, la rotta che fissiamo è quasi diretta, Viareggio, Belel, Capocorsica, Calvi’ e poi lungo costa sin dentro il golfo di Valinco. La salita iniziale è a 6.500 piedi per il superamento delle montagne, poi si prosegue sul mare. C’è un po’ di foschia ma complessivamente la visibilità è soddisfacente.

Decollati da pista 29 riportiamo il traverso di Lupos per poi andare verso le Alpi Apuane e spuntare tra La Spezia e Massa Carrara. Al confine Fir cambiamo con Bastia Informazioni che ci lascia in quota per tutta la ns navigazione. Ai cancelli di ingresso di Ajaccio cambiamo con Ajaccio Avvicinamento che ci fa scendere a 2.000 piedi (peccato per il caldo) e ci guida sino in vista del campo di Propriano. Salutiamo anche loro per sintonizzarci sulla frequenza locale. Non ricevendo risposta facciamo chiamate all’aria e seguiamo il traffico davanti a noi che ci precede di qualche minuto. Ascoltando le sue chiamate capiamo la pista in uso e lo talloniamo come numero 2 sul finale.


Viratona in scivolata per smaltire quota e siamo giu’. L’area non è molto ben tenuta, ma funzionale si’. Hanno tutto l’occorrente: 2 pompe una per Avgas e una per JET A-1. La benzina ci costa 1,6 euro/litro, meno che da noi e le tasse che paghiamo sono 8 euro. Il gestore ci aiuta a chiamare un taxi che in 10 minuti ci recupera e ci porta in spiaggia: gli chiediamo “Le Lido” convinti che sia spiaggia in francese e lui ci porta all’hotel ristorante Le Lido sulla spiaggia. Fraintendimento mai piu’ azzeccato: il posto è molto bello e l’acqua davvero cristallina. Bagno, nuotata e sole fino all’ora di pranzo che facciamo appunto al Ristorante Le Lido. Qui devo spendere una nota di merito: Ottimo. Scegliamo il menu’ tipico con 2 portate vino e dolce. Per 35 Euro un pasto davvero commovente con portate ricercate e pesce davvero ottimo. Notiamo poi che fuori è uno stellato Michelin (tra l’altro io con la guida Michelin mi sono sempre trovato bene). Dopo pranzo ci trasferiamo alla spiaggia adiacente per una seconda nuotata. Abbiamo tutto il tempo per strinarci, asciugarci e girovagare un po’ per il piccolo centro di Propriano.

Una volta rientrati in aeroporto mandiamo via il piano di volo ma aspettiamo a decollare sin dopo le 17:30 per arrivare sugli appennini con l’attività convettiva in dissolvimento. C’è un altro PA 28 italiano che viene da Lucca che deve rientrare, una qualche chiacchera per far passare il tempo, poi saliamo a bordo. I primi al decollo siamo noi, i ragazzi di Lucca partono qualche minuto dopo. Noi seguiamo la costa ovest sino a Capo Corsica loro vanno verso la Est sino a Bastia. Li sentiamo per radio sino al punto Belel poi li perdiamo. Scavalliamo le cime a 6.000 piedi senza problemi e dopo circa 2 ore e dieci minuti siamo di nuovo a Modena.


22 Maggio 2009

Ali sul Trasimeno è il titolo di una pubblicazione che mi ha regalato Giancarlo, e contiene tutta la storia dell’aeroporto militare Eleuteri, dalle origini, sino al meeting di Primavera. Meeting che per due anni ho bucato a causa impegni attirandomi gli anatemi di Giancarlo che è tra gli organizzatori. Comunque, alla fine, seppur con 2 settimane di ritardo, siamo andati al Trasimeno per trascorrere una giornata tranquilla.
Siamo partiti con tutta calma, il volo d’andata l’ho fatto io, con rotta quasi diretta, Modena, verticale di Peretola, Ovest di Arezzo e poi inizio discesa verso l’aviosuperficie. Il volo è durato in tutto poco piu’ di un’ora, la meteo della giornata è stata ottima e cosi’ anche la visibilità. Lasciando la parte Ovest di Arezzo si inizia subito a vedere il promontorio di Castiglione che si inoltra nelle acque del lago, e davanti ad esso c’è una spianata enorme dove ha sede l’ex aeroporto militare Eleuteri.

Lo spazio è impressionante e l’area davvero incantevole, pochi giorni prima i 400 aeroplani parcheggiati li’ non occupavano nemmeno 1/5 di tutta la superficie disponibile. Viene da domandarsi perchè tale parco non riesca ad essere utilizzato permanentemente come aviosuperficie ed attrezzata per accogliere velivoli di AG e ULM tutto l’anno.
Oggi questo parco è per metà adibito ad aviosuperficie e metà a parco naturale. Ci sono ancora ben visibili tutti gli impianti dell’ex apparato aereonautico militare della 2a guerra mondiale: le piazzole degli hangars, gli edifici del comando (anche se diroccati), ci sono addirittura , nella boscaglia adiacente al lago, le villete alloggio degli ufficiali di stanza al campo e l’attracco degli idrovolanti con tanto di scivolo.
la pista è ben tenuta e livellata a dovere e tutta l’area è drenata (era sede della scuola caccia) quindi anche in caso di pioggia forte è utilizzabile.

Giancarlo ci aspettava con la sua auto proprio sulla pista cosi’ non abbiamo fatto altro che parcheggiare il ns PA28 (che sembrava una capocchia di spillo in tutto quel verde) e farci portare a spasso per il paese ed i suoi pezzi di storia.
Dopo una breve passeggiata per le vie del centro, ci siamo fermati al ristorante con menù a base di pesce di lago: io non sono un vero e proprio amante del pesce di lago ma il tutto è stato da vera serie A, con la titolare che oltre a spiegarci le varie portate, ci ha raccontato la storia dell’Ibis (un uccello) che dimora presso l’aviosuperficie sotto tutela della L.I.P.U. (forse era quel grosso pennuto che quando siamo atterrati si è spostato…).
Domata la fame, siamo saliti sul castello che offre ancora affreschi e ambienti molto ben tenuti. Abbiamo girovagato in lungo ed in largo per la fortezza e poi ancora per il paese fino all’ora del rientro.
Tra una chiacchiera e l’altra abbiamo costeggiato il lago per poi farci riportare al bordo pista pronti per tornare a casa.
Non c’è che dire, in Umbria la qualità della vita è alta peccato che sia mal servita dalle vie di comunicazione (pero’ con il ns aeroplanino si fa davvero presto).

Salutiamo Giancarlo che ci ha fatto da babysitter per tutto il giorno e rimettiamo in moto per Modena. Questa volta è Valler ai comandi per il suo primo decollo con pista in erba. Motore, piede e via siamo in volo con qualche scossone in piu’ del solito (per noi piloti da asfalto…).

Il rientro avviene via rotta inversa, anche questa volta Peretola ci lascia in quota e passato il CTR inziamo la discesa su Modena.

Giornata quasi estiva, Castiglione è davvero un bel paese da visitare, la pista in erba è generalmente aperta e ben tenuta da un gruppo di appassionati, non si trova sul Bottlang ma basta accedere a www.campidivolo.it per avere i dati e chiamare il gestore per info sull’atterraggio.


20 Maggio 2009

Maggio è stato un mese lavorativo abbastanza concitato per tutta una serie di eventi che tra l’altro si sono concentrati verso la terza settimana. Io ed un collega avevamo una serie di appuntamenti (a mo’ di turnè) tra la capitale ed il sud Italia.

Fissati tutti gli impegni con le persone e le società, abbiamo deciso di andarci con un volo privato, il ns volo privato.
La Turnè prevedeva il primo giorno una visita a Roma e a Bari, il giorno due Brindisi poi ritorno.

La sera prima chiamo Ciampino per la PPR che mi viene rilasciata via telefono, nelle note metto refuel Avgas 100LL, in quanto anche avendo autonomia di 7 ore non riusciremo a fare tutto il giro senza rifornire.

Il tempo è buono, sono previsti cumuli e qualche temporale sulla dorsale appenninica ma si puo’ fare.
Partiamo a metà mattinata alla volta di Ciampino, con rotta Standard via FRZ, Amtel e Bolsena. Dopo Bolsena scendiamo per Passo Corese e su Settecamini – il cancello di ingresso di Ciampino – cambiamo con l’approach per l’avvicinamento. Ci autorizzano come numero 2 e ci passano con la torre che ci lascia continuare essendo ormai diventati numero 1 all’atterraggio. Sfiliamo un 737 Ryanair al punto attesa e lasciamo la pista sul raccordo seguendo le istruzioni per il parcheggio.

Al desk del terminal dell’Aviazione generale ci sono due ragazze a cui chiediamo subito il refuel: ovviamente attendiamo li’ sino a che non ci mandano la cisterna. Terminiamo le operazioni di Refuel in modo da non dover piu’ aver bisogno di rabbocchi e pagate le tasse (beh siamo a Roma e si vede) lasciamo (a malincuore) le “hostess” che ci hanno accolto essendo attesi all’esterno. Pranzo di lavoro, visita alle strutture, piano di battaglia e fissato nuovo appuntamento per giugno. Alle 16:30 siamo di nuovo al terminal, le ragazze sono cambiate, ce ne sono altre, una di queste è quella che mi ha risposto al telefono la sera prima; ci chiede se dobbiamo ritornare la settimana successiva in quanto ci spiega che essendoci la finale di Champions sono al completo, cosi’ come lo sono tutti gli aeroporti sino a Firenze.


Fatti i controlli siamo a bordo, diamo il via al push back (grazie Paolo) che ci porta sulla taxiway DS punto in cui ci autorizzano alla messa in moto. Alle 17:00 circa decolliamo alla volta di Bari, l’uscita è via Rocca Priora che fatichiamo a scavallare in quanto il ns rateo di salita non è proprio brillante. Ci autorizzano la quota di 6.500 ed un diretto su Teano, da li’ diretti per Bari attraverso gli appennini e i parchi Eolici del Sud. Il pomeriggio è avanzato, ci sono parecchi cumuli e a tratti prendiamo qualche secchiata d’acqua, ma il cieling e la visibilità ci permetto di proseguire con rotta diretta senza perdere tempo (i cumuli sono in via di dissolvimento e non sentiamo nemmeno turbolenza). Al traverso sud di Foggia iniziamo la discesa per Bari, da qui il tempo si rasserena: siamo sul tavoliere delle Puglie.

Bari avvicinamento ci fa riportare il lungo costa che raggiungiamo in prossimità di Trani, continuando sino in vista del campo. Siamo numero tre all’atterraggio con 2 traffici commerciali che ci precedono uno in cortissimo finale. Nel tempo che ci mettiamo a raggiungere il campo siamo numero 2 e con il traffico in vista ci autorizzano ad una base sinistra per pista 07. Una volta a terra il ground ci guida al ns parcheggio, di fianco a un CRJ della Iberia. Messi i tacchi ed i copri pitot, sbarchiamo le borse ed un taxi ci porta all’hotel. L’appuntamento è per cena.

Il mattino seguente siamo di nuovo all’aeroporto, perdiamo circa mezz’ora per mettere una firma su quella che chiamano DUV e ci recapitano un conto di 66 euro, compresi 31 euro per un’ora di impiegato (brutto cane… non taceva mai, ci ha messo un’ora per scrivere la sigla dell’aeroplano, ha riguardato i fogli venti volte….. – almeno a Ciampino c’erano due veline…). Vabbè, avanti Savoia. Ridecolliamo alla volta di Bari, siamo unico traffico, ci fanno rullare e partire per pista 25, dopo il decollo riportiamo il sottovento sinistro e proseguiamo lungo costa per Brindisi. In circa 30 minuti siamo a S. Vito dei Normanni, qui siamo veramente da soli non c’è un’anima in frequenza e la torre ci autorizza direttamente al finale per questa lunghissima pista di Casale. Il vento è moderato ci sono 15/19 nodi con qualche raffica di tre quarti che proviene da nord est, ma non ci sono problemi. Anche qui, a terra ci guidano per il parcheggio. L’aeroporto è deserto, il ns velivolo si perde letteralmente nel piazzale.

Dentro al terminal fatico un po’ per capire che devo andare all’ufficio centraggio (di cosa poi?) per la solita DUV. Li’ c’è l’impiegata con un consulente informatico. Hanno appena cambiato sistema: rimango li in piedi per 20 minuti senza che la ragazza riesca a chiudere la pratica. Capita l’antifona gli scrivo i dati su un pezzo di carta, gli dico che ripartiremo nel pomeriggio verso le 16:00 e che per quell’ora vorrei poter decollare. Prima di uscire, chiamo l’aro di Fiumicino per dettare il piano di volo per il rientro (visto che l’Aro di Brindisi è chiuso), ci facciamo un caffè al bar dell’aeroporto e poi andiamo in Filiale a Mesagne per terminare la ns turnè con gli ultimi appuntamenti rimasti. Nel pomeriggio una volta incontrato tutti, ascoltati tutti, mandati a fare in c….. quasi tutti, rientriamo all’aeroporto per fare rotta verso casa. La signorina nel frattempo era riuscita a stampare la famosa DUV quindi non abbiamo perso tempo. Ci siamo fatti stampare le meteo, che erano buone, unica noia un vento contrario variabile tra i 15 ed i 25 nodi, ma a conti fatti l’autonomia ci sarebbe bastata lo stesso, e siamo saliti a bordo.

L’abitacolo dell’aeroplano era rovente, qualche istante di attesa sul piazzale poi ci hanno fatto allineare per il decollo. Uscita diretta verso nord inbound Vieste con salita iniziale a 6.500 piedi, per poi proseguire lungo l’aerovia verso Ancona. Dopo circa un’ora siamo al traverso delle isole Tremiti, il vento contrario ci fa perdere poco, la velocita sul DME si mantiene intorno ai 120 nodi alla quota di 6.500 piedi con parametri standard del motore che ci garantiscono un consumo intorno agli 11 gallona/ora. Dopo circa 2 ore lasciamo Ancona per virare verso il Vor di Firenze, raggiungiamo il punto Valen in perfetto orario e da li’ iniziamo la discesa su Modena. Dopo poco piu’ di 3 ore siamo a terra concludendo la ns Turnè lavorativa.

Per gli aeroporti posso dire che: Ciampino sono ben strutturati con un terminal dedicato all’aviazione di affari, è sempre molto trafficato, a noi è andata bene non abbiamo dovuto aspettare a lungo ne la cisterna ne il push back che ci siamo fatti da soli (il rischio qui è di aspettare la gente che ti traina o il refuelling in quanto ti mettono in fila con gli altri aerei di aviazione d’affari che devono gestire) – un po’ caruccio.
Su Bari è meglio che non parli, mi viene in mente l’impiegato ed i miei 31 euro per servizi che non esistono e che fanno pagare quanto a Ciampino. Brindisi direi invece bene, è normalmente deserto anche qui non sono un gran che attrezzati per ricevere AG ma almeno non c’è il tizio di Bari.


22 Aprile 2009

Dopo un marzo piuttosto fiacco passato a fare qualche giro campo (la meteo non ha aiutato), siamo riusciti ad accordarci per una nuova gita. Avevamo 2 preferenze: Monaco o Lubiana a seconda del tempo. Il Lubiana era già pianificato da tempo (dall’anno scorso) quindi era sufficiente ristampare le carte e verificare se non vi fossero cambiamenti sostanziali. Scrivo anche all’aeroporto per avere la PPR ed assicurazione di presenza dell’AVGAS. La Signorina mi risponde puntualmente che siamo i benvenuti. Qualche giorno prima della giornata stabilita, spunta anche l’amico Ivan che deve andare a Brindisi. Ecco fatto, decisione presa. Andiamo a Brindisi, l’andata se la ciuccia Ivan, il ritorno ce lo dividiamo in due (questà si che è flessibilità…).

Preparo due rotte, quella IFR e una piu’ VFR che segue il lungo costa sino a Pescara dove saremo costretti a fermarci per rifornire.

La meteo sembra buona, quel giorno sull’adriatico dovrebbe resistere un nucleo di alta pressione, ma già dalla sera prima inizio a guardare le carte del tempo metar e taf.
Data la lunghezza del volo e la necessità di stop tecnico per refuelling l’ora di ritrovo è fissata per le 6:30 locali (l’alba….ora in cui di solito volto gallone…). Il pomeriggio prima chiamo Pescara per le 2 PPR (andate e ritorno) e la sera scrivo di nuovo a Lubiana per dirgli che il ns volo è rimandato mentre continuo a guardare l’evoluzione meteo. Non ci sono fenomeni, l’unico rischio è la nebbia lungo il litorale: attendo sino a mezzanotte l’ultima carta del tempo nei bassi strati che piu’ o meno conferma quanto visto in precedenza. Fisso cosi’ la sveglia qualche minuto prima per verificare anche al mattino la situazione.

L’indomani è come previsto, alta pressione, nessun problema, ma nebbia lungo la costa con i metar di Pescara e Brindisi delle 3:50 zulu (5.50 locali) che danno visibilità di 600-800 metri con nebbia. I taf sono un po’ piu’ confortanti in quanto riportano per Brindisi un CAVOK dopo le 09:00 zulu e per Pescara danno un miglioramento dalle 6 alle 9 zulu con visibilità prevista di 7 km. Diciamo che il rischio c’è, ma c’è anche la possibilità che la nebbia si alzi nel tempo in cui arriveremo a Pescara. Stampo tutto e vado all’aeroporto. Sono già tutti la con il mezzo rifornito e pronti a partire. Breve briefing sulla meteo, siamo consapevoli che se permane la nebbia dobbiamo rientrare, ma l’autonomia non ci manca, cosi’ Ivan mette in moto.

Rotta standard Modena, Valen, Bagno e Ancona, sorvolando gli appennini. Il tempo è buono con ottima visibilità, ma nei pressi della costa, durante la discesa su Ancona inizia un tappeto bianco incollato al suolo. Ancona è IFR e tutta la costa sino a circa 10 miglia all’interno è avvolta da nebbia. Iniziamo a chiedere ad Ancona un aggiornamento della situazione di Pescara che conferma nebbia anche se in leggero miglioramento. Proseguiamo lungo costa (con i fix che avevamo preparato) nella speranza che il ceiling di Pescara migliori (l’ultimo era di 300 piedi overcast) anche se vista la situazione sembra difficile. In prossimità di San Benedetto cambiamo con Pescara che è ancora in nebbia e prossimi a Roseto a circa 10 miglia dal campo manteniamo la zona per quindici primi in un area fuori dalla nebbia nella speranza che la situazioni si sblocchi (anche se non ci credevamo).

Ad Ancona per il Refuelling

La visibilità orizzontale migliora passa da 600 mt a circa 1.500 ma il cieling rimane 300 piedi broken con Scattered a 1.000. Impossibile infilarsi li’ sotto, quindi a malincuore, si rientra. Prua a nord di nuovo verso Ancona per poi procedere verso Rimini o Forlì a seconda della visibilità. Ancona ci comunica l’ultimo bollettino e ci informa che sono in grado di darci Avgas, quindi decidiamo di scendere li’, poi una volta riforniti vedremo il da farsi. Qui la nebbia si è alzata piu’ che a Pescara e anche se in VFR speciale scendiamo dal mare diretti per il finale.

Ci fermiamo direttamente all’Aeroclub e riempiamo il ns PA28. Ivan prova a ipotizzare un dleay di un ora per poi proseguire per Brindisi, ma gli aggiornamenti meteo non lo consentono, anche se la nebbia si sta alzando con tutta quella fogna non è detto che il ritorno sia garantito. La giornata lavorativa va quindi a ramengo. In aeroclub ci forniscono carte e piantine cosi’ proviamo ad ipotizzare un paio di soluzioni alternative per non rovinare del tutto la giornata. Scartiamo la Croazia per via delle necessità di dogana al ritorno, se torna a chiudere sulla costa puo’ essere un problema. Scartiamo Portorose perchè anche qui essendo sul litorale la densa foschia potrebbe non rendere agevole l’arrivo (i metar non sono proprio belli), scegliamo Lubiana che è cavok.Accordati sulla meta ci dividiamo i compiti, io vado con il pulmino all’ufficio operativo e all’aro per tutte le pratiche aeroportuali, Ivan e Valler in Aeroclub a plottare la rotta.

Finito il giro delle sette chiese, chiamo l’aro per mandare il piano di volo e fotocopio la piantina di Lubiana.

Ai Comandi Valler per rotta diretta Ancona, Pula, Bistrica, Lubiana (in circa 2 ore). Il tempo lungo la rotta è buono anche se l’adriatico è tutto coperto dalla nebbia. La copertura si dirada dopo Pola che ci lascia in quota senza problemi e ci passa con Lubiana info in prossimità di Bistrica. Li’, la zona militare è attiva e ci chiedono di evitarla utilizzando la rotta vfr standard. In breve siamo ai cancelli di ingresso di Lubiana. Ci infiliamo in base sinistra dietro ad un liner e in meno di due ore siamo al suolo.

Ci accoglie la ragazza bionda a cui avevo scritto la sera prima e ci dice che è confusa… (ci credo gli avevo scritto che non saremmo venuti). Gli rispondo con un sorriso di non preoccuparsi e che di solito faccio questo effetto chiedendogli l’Avgas. Dopo poco arriva la cisterna e ci riempiono ad un costo ragionevole (meno ragionevole quello di Ancona). Da notare che mentre ci riforniscono arriva anche la camionetta dei pompieri che attende sino ad operazione ultimata.

Al desk dell’aviazione generale sono ben attrezzati, hanno una sala briefing per i piloti a cui ci fanno accedere e dispone di tutte le carte IFR, VFR, piantine, computer ecc.
Pagate le tasse (38 euro, nulla da dire, i servizi ci sono e sono anche di qualità, peccato non fosse compresa la bionda, quella era a parte), il tassi’ ci porta in centro a Lubiana, perfettamente in orario per il pranzo.

Sembra una giornata estiva, il centro diviso in due dal fiume Ljubljanica è molto caratteristico, ci sono molte assomiglianze ai paesi tedeschi. Decidiamo di fermarci in un ristorante con tavoli all’aperto lungo le rive del fiume vicinissimo al centro.
Ci trattano bene, le portate sono gradevoli ed il conto è accettabile.

Terminato il ns lauto pranzo abbiamo il tempo di girovagare un po tra le viuzze del centro, e portare a casa due stupendi modelli in lego, uno del Concorde, l’altro del Boeing 767.
Alle 16:00 il taxi ci riporta all’aeroporto, abbiamo già sbrigato tutte le pratiche, quindi dobbiamo solo mettere in moto. Sono io ai comandi per il rientro: la torre ci fa rullare al punto attesa Golf e ci autorizza subito al decollo. L’uscia è via S3, S2, S1, poi dirigiamo sul golfo di Trieste per poi proseguire lungo l’aerovia sino a Chioggia. La nebbia del mattino si è diradata e la visibilità è buona. Dopo Chioggia, riportiamo Ferrara Nord, Cento e poi Modena.

Alle 18:40 circa atterriamo dopo aver totalizzato 7 ore di volo e aver trascorso una bellissima giornata, non era partita proprio bene, ma non finirà proprio cosi’ bene.
Infatti non è dello stesso parere il nostro Direttore di Volo che al rientro dalla gita ci prende tutti e tre per le orecchie e ci mette a terra per 15 (lunghi) giorni con le seguenti motivazioni: siete partiti e sapevate che c’era nebbia, avete cambiato destinazione e non ci avete avvisato, siete delle teste di c…… A parte l’ultima cosa, indiscutibilmente vera (su cui non abbiamo potuto obiettare), è partita la ns lunga arringa difensiva sul resto, poi è uscito il discorso della bionda e li abbiamo finito di parlare….(anche perchè i 15 rischiavano di diventare 30). Azz… mercoledi’ prossimo devo andare all’Elba… come minchia ci arrivo?


15 Febbraio 2009

Le cose cambiano. E cambia anche il modo di lavorare. Qualche tempo fa non mi sarei mai sognato di andare in ferie un fine mese. Ma adesso non è piu’ come prima. Ormai siamo tutti “globali” e mentre io sono in ferie c’è un tizio, forse in India, che lavora, diciamo, per me (o noi). La parte brutta è che lo stesso tizio ti chiama alle 4 di notte perchè qualcosa non va (ho capito che era in India dal prefisso della telefonata che mi è arrivata sul mio cellulare). Beh, speriamo che a mezzanotte non si mettano a chiamare gli Americani altrimenti qua non si dorme nemmeno piu’. Per fortuna poi ci sono cose che sono e rimarranno sempre locali.

Comunque la globalizzazione mi ha regalato un venerdi’ di fine mese di ferie.

Il giovedi’ sera ero rientrato tardi dalla Sicilia (eh si’ la Sicilia è tra le cose locali…) purtroppo con la linea e non con l’Arrow, ed essendo tardi non mi sono dilungato troppo nel fare piani di volo. Dapprima ho stampato un Modena – Castiglione del Lago, poi come alternativa ho pianificato un Modena-Forli’-Pola con FilteStar per evitare cartine matite vetrografiche ecc.

La mattina seguente ci troviamo in aeroporto verso le 09:30, la giornata è buona anche se una foschia piuttosto densa riduce la visibilita’ e crea una discreta “fogna” in tutte le direzioni (peccato il giorno prima era molto limpido).

Non ci mettiamo molto a decidere la meta: si va a Pola. Trasmettiamo il piano d volo e facciamo il primo pezzo verso Forli’ per lo stop tecnico alla Dogana. Seguiamo la rotta standard e in un attimo siamo a LIPK autorizzati per un avvicinamento diretto da Ovest. A terra perdiamo un po’ di tempo perche’ l’ufficiale doganale non e’ arrivato, attendiamo un po’ e dopo un (buon) caffe’ al bar  un finanziere ci autorizza a proseguire. Risaliamo a bordo e ci allineiamo nuovamente per il decollo. In uscita da Forli’ proseguiamo per Ravenna e poi direttamente su Pola. Lasciata la costa saliamo a 3000 piedi ma è tutto un latte fluido che ci accompagna con alcune variazioni di grigio. Non rimane che incollarsi agli strumenti di assetto e rotta per stare on course. Dopo il confine Fir chiamiamo Pola che ci invita a proseguire e dopo poco ci indica il riporto di ingresso. Noi ovviamente siamo ancora nel bianco/grigio e cerchiamo di stimare la posizione con il Vor ed il DME per dirigere al punto Delta come istruiti. Il Radar ci fa scendere a 2000 piedi e ci istruisce su un nuovo riporto che confermiamo (avendolo sulla carta) sperando prima o poi di vedere qualcosa. A 3 o 4 miglia dalla costa scorgiamo finalmente la terra e riusciamo anche ad individuare il punto richiesto.  Siamo unico traffico, ci passano con la torre che ci fa riportare direttamente il finale per pista 27. Dopo circa un ora siamo a terra. L’aeroporto è vuoto ci sono 3 o 4 aeroplani di aviazione generale e noi ci parcheggiamo di fianco. Decidiamo di fermarci subito all’Aro per compilare il piano di volo per il rientro e poi il pullmino ci porta all’uscita. La Hall dell’aeroporto è vuota anch’essa ci siamo solo noi e alcune persone che stanno ristrutturando una parte interna dell’aeroporto: sembra che lo stiano preparando per la prossima stagione estiva.

Il taxi ci porta in città a Pola e decidiamo di farci lasciare lungo la Marina concordando subito il pick up per il pomeriggio.

Siamo nei pressi dell’anfiteatro di Pola (chiamato anche Arena di Pola – uno splendido Colosseo) che è per grandezza il sesto nel suo genere e il maggior monumento della romanità in Croazia.

Prima di visitarlo avendo l’abitudine di pranzare ci fermiamo in una grill house (La Grill House del Colosseo) per  consumare il ns menu’ a base di pesce, che oggi comprende grigliatona reale e vino (avendo scelto a caso il posto diciamo anche che non è andata male…).

Il tempo rimanente lo passiamo visitando questa immensa struttura Romana che venne costruita tra il 2 a.C. ed il 14 d.C., sotto l’imperatore Augusto. In seguito, l’imperatore Vespasiano, che aveva commissionato il Colosseo a Roma, lo fece ampliare (secondo la leggenda, egli voleva rendere omaggio ad una sua amante del luogo). Come il Colosseo, veniva utilizzato prevalentemente per combattimenti di gladiatori o per spettacoli (le naumachie). Si presume che sia rimasto intatto fino al XV secolo. In seguito sarebbe stato utilizzato come cava di pietra per le costruzioni della Repubblica di Venezia. Viene utilizzato tutt’oggi, similmente all’Arena di Verona: è un ambito centro di teatro e musica e nel 1993 ha ospitato il festival di Pola e gli Histria festivals. Personaggi di fama mondiale come Sting, Julio Iglesias, Luciano Pavarotti, Anastacia, Norah Jones, Alanis Morissette si sono esibititi in questa arena. Attualmente, è in grado di ospitare cinquemila spettatori.

La città di Pola in se’ non è tra le piu’ belle della Croazia, a tratti è decadente, ma ha, oltre al Colosseo, altri resti di epoca Romana come il Tempio di Augusto Alcuni Archi e Porte disseminate tra i palazzi della città. Non avendo pero’ molto tempo a disposizione rimaniamo nei pressi del colosseo e della Marina. Il ns tour finisce alle 15:00 quando il taxi ci raccoglie e ci riporta all’aeroporto.

Paghiamo le tasse (190 Kune – circa 26 euro) e ridecolliamo alla volta di Forli’. Appena avvenuta la rotazione sorvoliamo la parte militare dell’aeroporto di Pola, sede della Base aerea 92 di Pola e il 22° stormo dell’aeronautica militare croata. Sui piazzali (vuoti) c’e’ solo un enorme elicottero che a occhio sembra un Hind di fabbricazione Russa. Ci autorizzano subito la salita a 2000 piedi e riportiamo l’isola di Brioni come punto di uscita, in direzione del confine Fir. La visibilità è la stessa del mattino, quindi anche per il ritorno lo sguardo è dentro l’abitacolo. Lasciato lo spazio aereo croato chiediamo a Padova Info di avvisare Forli’ per la ns dogana in modo da accelerare le operazioni. In vista della costa Padova ci passa con Romagna Radar e poi con la torre di Cervia per coordinare l’attraversamento del loro fondamentale nord, essendoci intensa attività militare. Liberata l’area, Forli’ ci guida per il sottovento poi per il finale. Questa volta il doganiere è presente e ci rivolge le solite domande di rito a cui rispondiamo sempre nello stesso modo: nulla teniamo! E via ancora a bordo, questa volta dopo la messa in modo ci tengono inchiodati per oltre 10 minuti e una volta raggiunto il punto attesa ci fanno anche presente che la messa in moto deve avvenire solo dopo autorizzazione del ground e che deve essere il marshall che ci guida per l’uscita dal parcheggio (mah, questa non l’ho mai sentita – in quel momento c’era un piccolo aero scuola che faceva dei touch & go, un Cirrus sul raccordo davanti a noi pronto al decollo ed un Learjet privato sul piazzale a cui hanno dato precedenza). Appena ci accorgiamo di uno spiraglio comunichiamo alla torre che siamo pronti per un “immediate departure” e finalmente ci fanno allineare (anche qui non si capisce perchè, ci fanno rimanere allineati per oltre un minuto prima del clear for take off). L’uscita dal CTR questa volta ce la fanno fare via Castrocaro, Brisighella, poi scendiamo per Imola e con le solite rotte standard arriviamo sino a Modena.

Bel giro anche se improvvisato all’ultimo momento, da evitare Forli’ per dogana, sono piu’ svegli a Rimini (vale comunque la pena di fare dogana a Modena – chiamando Campogalliano il giorno prima). Ah già a proposito di globalizzazione: alle 18:30 sono poi dovuto andare in ufficio e ci sono dovuto rimanere sino alle 20:00 perchè certe cose dall’India pare non riescano bene…


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